L’insurrezione di Kronstadt: Uno sguardo dall’interno della rivolta. Nel centenario della ribellione – Seconda Parte

Prima Parte

Appendice: Cronologia dell’insurrezione di Kronstadt, compreso il testo del loro giornale
Qui di seguito, intervallati dagli eventi quotidiani della rivolta e da altri materiali d’archivio, presentiamo gli articoli di ogni numero del giornale pubblicato dai ribelli di Kronstadt, l’Izvestija [Notizie] del Comitato Rivoluzionario Provvisorio dei Marinai, dei Soldati e degli Operai della Città di Kronstadt. Il fine è offrire una visione degli eventi dalla prospettiva dei ribelli. La storia è scritta dai vincitori. Domata la rivolta, per settant’anni è stato molto più facile ascoltare la narrazione ufficiale dei bolscevichi che l’hanno repressa – senza prestare attenzione alle voci dei ribelli che sono stati uccisi, imprigionati o mandati in esilio. È nostro dovere ascoltare i marinai, soldati e operai che parteciparono alla rivolta di Kronstadt e conoscere le motivazioni che li spinsero a fare ciò che fecero.
Dopo meno di ventiquattro ore dal nostro ritorno a Pietrogrado, venimmo a sapere che in città c’era fermento e malcontento e si parlava di sciopero. La causa era la sempre maggiore sofferenza provocata da un inverno insolitamente rigido ed anche, in parte, l’abituale miopia dei soviet. Violente tempeste di neve avevano ritardato i magri rifornimenti di viveri e combustibile per la città. Inoltre il soviet di Pietrogrado aveva commesso lo stupido errore di chiudere diverse fabbriche e di ridurre quasi della metà le razioni dei dipendenti. Contemporaneamente si era venuto a sapere che i membri del partito nelle officine avevano ricevuto una nuova fornitura di scarpe e vestiario, mentre i rimanenti operai erano vestiti e calzati miseramente. Per colmare la misura, le autorità vietarono la riunione chiesta dagli operai per discutere i modi di migliorare la situazione. Era una sensazione comune tra i non comunisti a Pietrogrado che la situazione fosse molto seria. L’atmosfera era satura di tensione a un livello esplosivo. […] Cominciò con lo sciopero degli operai della fabbrica Troubetskoy. Le loro richieste erano abbastanza modeste: un aumento delle razioni di cibo, che gli era stato promesso da tempo, e la distribuzione delle calzature disponibili. Il soviet di Pietrogrado rifiutò di trattare con gli scioperanti finché non fossero tornati al lavoro. Compagnie di kursanty armati, composte di giovani comunisti in addestramento militare, furono mandate a disperdere gli operai radunati davanti alle fabbriche
Goldman Emma, “Vivendo la mia vita. 1917-1928. Volume 4”, Zero in Condotta, Milano, 1993, pag. 250 1

In risposta alla repressione sovietica contro le organizzazioni sindacali e l’autonomia dei contadini – in particolare il soffocamento delle proteste nella vicina Pietrogrado -, gli equipaggi di due corazzate russe di stanza nell’isola-fortezza navale di Kronstadt, la Petropavlovsk e la Sevastopol, tennero una riunione di emergenza. Alcuni di loro erano gli stessi marinai che avevano partecipato, in prima linea, nella rivoluzione del 1917. Si accordarono su quindici richieste. Queste richieste apparvero in seguito nel primo numero dell’ “Izvestija”.
Il 1° Marzo, tra i 15.000 e i 16.000 marinai, soldati e operai si riunirono a Kronstadt per assistere ad un comizio di Kalinin, il Presidente della Repubblica Sovietica. La folla gridò contro Kalinin e si impadronì della tribuna – dalla quale gli operai e i marinai comuni proclamarono le loro rimostranze. Alla fine, i partecipanti alla manifestazione approvarono a larga maggioranza le quindici richieste, con l’adesione della maggioranza dei membri del Partito Comunista. Solo pochi funzionari bolscevichi si opposero. Il giorno successivo si riunì una conferenza dei delegati delle navi, delle unità militari, delle officine e dei sindacati, che istituì un Comitato rivoluzionario provvisorio, e Kronstadt si rivoltò contro le autorità sovietiche.
Il 2 Marzo, i delegati delle navi da guerra, delle unità militari e dei sindacati si riunirono a Kronstadt per preparare la rielezione del soviet locale; finirono per eleggere un Comitato Rivoluzionario Provvisorio, nonostante le obiezioni e le minacce dei dirigenti bolscevichi – tre dei quali furono presi in ostaggio. Alla fine arrestarono 326 bolscevichi, circa un quinto del numero totale di bolscevichi presenti sull’isola – ai quali venne permesso di rimanere in libertà.
Allo stesso tempo, il Cremlino, attraverso la “Pravda”, etichettò i disordini di Kronstadt come un complotto controrivoluzionario – precisamente la collaborazione tra un generale zarista e l’ala destra del Partito Socialista Rivoluzionario -, sostenendo che la stampa francese avesse annunciato per errore, e con settimane di anticipo l’ammutinamento:
Già il 13 Febbraio 1921 un telegramma da Helsingfors, datato 11 Febbraio, apparve sul quotidiano parigino “Le Matin”, dove si riferiva che a Kronstadt era scoppiata una rivolta di marinai contro il potere sovietico. Il servizio di controspionaggio francese [sic] aveva anticipato di poco gli eventi. Nel giro di pochi giorni, gli eventi previsti, e senza dubbio anche preparati, dal servizio di controspionaggio francese, hanno avuto effettivamente inizio. Volantini della Guardia Bianca sono apparsi a Kronstadt e a Pietrogrado. Durante gli arresti sono state fermate alcune famose spie. Allo stesso tempo, i socialisti rivoluzionari di destra hanno iniziato un’intensa agitazione tra i lavoratori, sfruttando le penurie di cibo e carburante. Il 28 Febbraio sono iniziati i disordini sulla nave Petropavlovsk, proseguiti il 1° Marzo. La stessa risoluzione era stata approvata da un’assemblea generale. La mattina del 2 Marzo, il gruppo dell’ex generale Kozlovsky (comandante dell’artiglieria) è apparso apertamente sulla scena.”
Questa fu la scusa per dichiarare la città e la provincia di Pietrogrado sotto la legge marziale.
Vale la pena citare integralmente il testo dell’articolo de “Le Matin” – dal momento che questo era stato il fulcro dei primi sforzi bolscevichi nel bollare la rivolta come un’impresa reazionaria.

HELSINKI, 11 Febbraio. Da Pietrogrado si apprende che, in seguito al recente ammutinamento dei marinai di Kronstadt, le autorità militari bolsceviche abbiano preso una serie di misure per isolare Kronstadt e vietare l’accesso a Pietrogrado ai soldati rossi e ai marinai della guarnigione dell’isola. È stato interrotto il rifornimento per Kronstadt fino a nuovo ordine. Centinaia di marinai sono stati arrestati e trasferiti a Mosca, presumibilmente per essere fucilati.”
Se questo telegramma dovesse essere la prova che la rivolta di Marzo fosse un complotto zarista, che senso avrebbe avuto dichiarare la rivolta sconfitta due settimane prima del suo inizio? Sembra, in realtà, un esempio di giornalismo inaccurato, presumibilmente indotto dalle tensioni che già ribollivano a Kronstadt settimane prima della rivolta.
Nel frattempo, i ribelli di Kronstadt si affrettavano ad entrare in azione:

Agendo con grande rapidità, il Comitato inviò distaccamenti armati a occupare gli arsenali, la centrale telefonica, i depositi di viveri, la stazione di pompaggio dell’acqua, le centrali elettriche, la sede della Ceka, e altri punti strategici. Verso la mezzanotte tutta la città era stata posta sotto controllo senza alcuna resistenza. Inoltre, tutti i forti, le batterie, le navi da guerra riconobbero l’autorità del Comitato rivoluzionario. Già di primo mattino copie della risoluzione della Petropavlosk erano state inviate sulla terraferma e distribuite a Oranienbaum, Pietrogrado e altre città vicine. Nel pomeriggio la Squadra aerea navale di Oranienbaum riconobbe il Comitato rivoluzionario e inviò, attraversando il ghiaccio, rappresentanti a Kronstadt. La rivolta aveva cominciato ad espandersi
Avrich Paul, “Kronstadt 1921. La sanguinosa repressione della rivolta dei marinai di Kronstadt contro la dittatura bolscevica nel quadro dello sviluppo e del rafforzamento dello stato sovietico”, Mondadori, Milano, 1971, pag. 83

3 Marzo
A Oranienbaum, una città sulla costa del golfo di Finlandia, di fronte a Kronstadt,
le truppe del primo squadrone aereo della flotta tennero una riunione nel loro circolo, approvarono all’unanimità la risoluzione e, seguendo l’esempio di Kronstadt, procedettero alla elezione di un proprio Comitato rivoluzionario. Subito dopo si unirono di nuovo in un vicino hangar e scelsero una delegazione di tre uomini che dovevano attraversare i ghiacci e stabilire un contatto diretto con gli insorti di Kronstadt. Nel cuore della notte – probabilmente dopo che i delegati dello squadrone aereo erano arrivati con la loro offerta di unirsi al movimento – il Comitato rivoluzionario di Kronstadt inviò un drappello di duecentocinquanta uomini a Oranienbaum, ma gli uomini, intercettati dal fuoco delle mitragliatrici, furono costretti a ritirarsi. I tre inviati dello squadrone aereo vennero arrestati dalla Ceka mentre tentavano di rientrare alla base. Nel frattempo il commissario della guarnigione di Oranienbaum, informato dell’inizio dell’ammutinamento, chiese urgenti rinforzi al Comitato di difesa di Zinoniev. A tutti i comunisti di Oranienbaum vennero fornite armi e razioni speciali di viveri, per prevenire ogni loro possibile malcontento per la situazione alimentare. Il 3 Marzo, alle cinque del mattino arrivò da Pietrogrado un treno blindato con un distaccamento di kursanti e tre batterie di artiglieria leggera. Le caserme dello squadrone aereo vennero rapidamente circondate e i loro occupanti arrestati. Poche ore dopo, dopo stringenti interrogatori, quarantacinque uomini vennero portati via e fucilati: tra essi vi erano il comandante della divisione dell’aviazione navale rossa, e il presidente e il segretario del Comitato rivoluzionario appena costituito.
Avrich Paul, “Kronstadt 1921…”, pagg. 130-131
Più tardi, quel giorno, era apparso il primo numero del giornale ufficiale della rivolta di Kronstadt.

IZVESTIJA N. 1, GIOVEDÌ 3 MARZO 1921

Alla popolazione della fortezza e della città di Kronstadt
Compagni e cittadini!
Il nostro paese attraversa un difficile momento. Da tre anni ormai la fame, il freddo, il crollo economico ci stringono in una morsa di ferro. Il Partito comunista al potere si è staccato dalle masse e si è rivelato impotente a portare il paese fuori da questa situazione di caos generale. Il partito non ha tenuto in alcun conto i tumulti scoppiati in questi ultimi tempi a Pietrogrado e a Mosca e dimostra con sufficiente chiarezza di aver perso la fiducia delle masse operaie. Allo stesso modo non ha tenuto in considerazione le esigenze espresse da queste. Le considera mene controrivoluzionarie. Si sbaglia profondamente.
Questi tumulti, queste esigenze sono la voce del popolo tutto, di ogni lavoratore. Tutti gli operai, i marinai e i soldati rossi oggi si rendono chiaramente conto che solo gli sforzi comuni, che solo la loro volontà comune potranno dare al paese il pane, la legna, il carbone, potranno vestire coloro che non hanno né scarpe, né abiti e far uscire la Repubblica dal vicolo cieco in cui si trova. Questa volontà di tutti i lavoratori, soldati rossi e marinai si è fermamente espressa martedì 1°Marzo, alla riunione della guarnigione della nostra città, durante la quale la risoluzione del Primo e del Secondo equipaggio è stata approvata all’unanimità. Tra le decisioni adottate c’è la rielezione immediata del Soviet: per organizzare elezioni su basi più giuste e soprattutto affinché il Soviet sia veramente rappresentativo dei lavoratori, affinché il Soviet sia un organo attivo ed energico. Il 2 marzo, alla Casa dell’educazione, si sono riuniti i delegati di tutte le organizzazioni dei marinai, soldati rossi e operai. L’assemblea si è prefissa di elaborare le basi delle nuove elezioni, per poi pacificamente operare alla riorganizzazione del sistema dei soviet. Ma temendo, a ragion veduta, azioni repressive e dopo aver sentito discorsi minacciosi del potere, l’assemblea ha deciso di formare un Comitato rivoluzionario provvisorio al quale sono stati conferiti pieni poteri affinché diriga la città e la fortezza. Il Comitato rivoluzionario provvisorio si è insediato a bordo della nave Petropavlovsk. Compagni e cittadini! Il Comitato provvisorio vigila perché non sia versata neanche una goccia di sangue. Ha adottato misure straordinarie affinché l’ordine rivoluzionario venga mantenuto in città, nella fortezza e nei forti. Compagni e cittadini! Non smettete di lavorare! Operai, restate alle vostre macchine, marinai e soldati rossi, restate nelle vostre unità e nei vostri forti. Ogni operaio, ogni istituzione sovietica deve continuare il proprio lavoro. Il Comitato rivoluzionario provvisorio chiama tutte le organizzazioni operaie, i sindacati professionali e marinari, le unita di marina e dei soldati e i cittadini indipendenti a prestargli tutto il sostegno e aiuto. Il compito del Comitato rivoluzionario provvisorio è di creare attraverso sforzi comuni e solidali le condizioni necessarie per una giusta ed equa elezione del nuovo Soviet. Dunque, avanti cosi, compagni, verso l’ordine, la pace, la stabilita e verso un nuovo regime socialista onesto, per il bene di tutti i lavoratori!
Kronstadt, 2 marzo 1921
Nave Petropavlovsk
Il Presidente del Comitato rivoluzionario provvisorio: Petricenko
Il Segretario: Tukin

Risoluzione dell’Assemblea generale degli equipaggi della Prima e Seconda squadra navale tenuta il 1° marzo 1921
Dopo aver ascoltato il rapporto dei delegati inviati a Pietrogrado dall’Assemblea degli equipaggi per accertare la situazione nella vecchia capitale, i marinai hanno deciso di:
1) procedere senza indugio alla rielezione a scrutinio segreto dei soviet, considerato che gli attuali soviet non rispecchiano la volontà degli operai e dei contadini; condurre a tal fine una campagna elettorale che assicurerà totale libertà di propaganda agli operai e ai contadini;
2) istituire la libertà di parola e di stampa per gli operai e i contadini, per gli anarchici e per i partiti socialisti di sinistra;
3) garantire la libertà di riunione alle unioni professionali e contadine;
4) riunire entro il 10 marzo 1921 una conferenza apartitica di operai, soldati rossi e marinai di Kronstadt, di Pietrogrado e della sua provincia;
5) rilasciare tutti i prigionieri politici socialisti così come tutti gli operai, i contadini, i soldati rossi e i marinai imprigionati in seguito alle loro agitazioni;
6) eleggere una commissione incaricata di esaminare le pratiche dei detenuti nelle prigioni e nei campi di concentramento;
7) abolire tutti i «Dipartimenti politici» (cellule di sorveglianza e propaganda, ndr) perché nessun partito deve godere di privilegi per la propaganda delle proprie idee né ottenere vantaggi dallo Stato a tale scopo. Al loro posto istituire Commissioni culturali ed educative elette in ogni luogo e finanziate dallo Stato;
8) sopprimere immediatamente tutti posti di blocco stradali 2;
9) distribuire un’identica razione alimentare a tutti i lavoratori, eccettuati coloro che esercitano lavori pesanti;
10) abolire i reparti speciali comunisti in tutte le unità militari così come le diverse guardie comuniste delle fabbriche e delle officine. Se è indispensabile creare queste guardie о reparti, sceglierli tra le compagnie militari о tra gli operai nelle fabbriche;
11) dare ai contadini piena libertà d’azione sulle loro terre, come meglio credono, così come il diritto di possedere bestiame che dovranno allevare e custodire da soli senza l’impiego di lavoratori salariati;
12) chiamare tutte le unità dell’esercito e i compagni kursanty [allievi ufficiali, ndt] a unirsi alla nostra risoluzione;
13) esigere che a tutte le nostre risoluzioni sia data ampia diffusione sulla stampa;
14) designare una commissione itinerante di controllo;
15) autorizzare la produzione artigianale libera senza l’impiego di salariati;
Risoluzione approvata dall’Assemblea degli equipaggi all’unanimità, meno due astensioni.
Il Presidente dell’assemblea degli equipaggi: Petricenko
Il Segretario: Perepelkin
Risoluzione approvata a grande maggioranza dalla guarnigione di Kronstadt.
Il Presidente: Vasiliev
I compagni Kalinin e Vasiliev3 hanno votato contro la risoluzione.
Alle 21 del 2 Marzo, la maggior parte dei forti e tutte le unità dell’esercito della fortezza hanno dato il loro sostegno al Comitato rivoluzionario provvisorio. Tutte le organizzazioni e il Servizio Comunicazioni sono occupati dalle guardie del Comitato Rivoluzionario. Da Oranienbaum sono arrivati dei rappresentanti che hanno dichiarato che anche la guarnigione di Oranienbaum ha dato il suo appoggio al Comitato Rivoluzionario Provvisorio.

C’è un’insurrezione generale a Pietrogrado
Il compagno Ia. Ilyin è stato chiamato dal Comitato Rivoluzionario Provvisorio e incaricato di continuare il lavoro di fornitura di cibo alla popolazione. L’apparato produttivo lavorerà senza interruzioni. Oggi e per i successivi due giorni, cioè il 3 e il 4 Marzo, viene distribuito il pane.
La Divisione Aerea Oranienbaum ha dato il suo appoggio al Comitato Rivoluzionario Provvisorio e sta inviando dei delegati. La nostra risoluzione è stata inviata a Pietrogrado. Siamo in attesa di una risposta.
A Forte Totleben, Aleksandr Novikov, Commissario della Fortezza che si stava dirigendo verso il confine finlandese a cavallo, è stato trattenuto dall’equipaggio della 6ª Batteria.

Le truppe dell’Armata Rossa attraversano il mare ghiacciato e avanzano verso Kronstadt, Marzo 1921.

 

4 Marzo
Emma Goldman aveva partecipato alla riunione del 4 Marzo del Soviet di Pietrogrado dove si sarebbe votata la proposta del capo del partito bolscevico Zinoviev sulla resa dei marinai di Krondstadt – pena la loro morte. Tuttavia Goldman non aveva avuto l’impressione che Zinoviev credesse alla sua stessa narrazione dove i marinai erano stati traviati da un vecchio generale zarista.
Un unica voce riusciva a farsi udire al di sopra dello strepito della folla urlante e scalpitante – la voce sincera e carica di tensione di un uomo nelle prime file. Era un delegato degli operai dell’arsenale in sciopero. Era stato spinto a protestare, dichiarò, contro il falso modo di rappresentare i valorosi e leali uomini di Kronstadt da parte di coloro che stavano sul palco. Stando di fronte a Zinov’ev e puntandogli un dito contro, disse con voce tonante: “è la crudele indifferenza, vostra e del vostro partito, che ci ha condotto allo sciopero ed ha ispirato la solidarietà dei nostri fratelli marinai, che avevano combattuto al nostro fianco durante la Rivoluzione. Questo e nessun altro è il delitto di cui sono colpevoli e voi lo sapete. È con piena consapevolezza che li calunniate e chiedete la loro distruzione”. […] L’anziano operaio rimase in piedi e la sua voce si levò al di sopra del tumulto: “solo tre anni fa Lenin, Trockij, Zinov’ev e voi tutti venivate denunciati come traditori e spie dei tedeschi. Noi, marinai e lavoratori, venimmo in vostro aiuto e vi salvammo dal governo di Kerenskij. Siamo noi che vi abbiamo messo al potere. L’avete dimenticato? Ora ci minacciate con le armi, ma ricordatevi che state scherzando col fuoco. State ripetendo gli errori e i crimini del governo Kerenskij. State attenti a non seguirne il destino!” La sfida fece barcollare Zinov’ev. Gli altri che si trovavano sul palco si agitavano sulle sedie sentendosi a disagio. […] in quel momento si levò un’altra voce. Un uomo alto, in uniforme da marinaio si alzò in piedi verso il fondo. Niente era cambiato nello spirito rivoluzionario dei suoi fratelli marinai, dichiarò; fino all’ultimo uomo, fino all’ultima goccia di sangue, erano pronti a difendere la Rivoluzione. Poi si mise a leggere la risoluzione di Kronstadt, adottata ala riunione di massa del primo marzo. Il tumulto suscitato dal suo ardire rese impossibile sentire le sue parole se non a coloro che gli stavano vicini. Tuttavia egli non cedette e continuò a leggere fino alla fine. L’unica risposta a questi due valorosi figli della Rivoluzione fu la mozione di Zinov’ev, che chiedeva la resa totale e immediata di Kronstadt, pena lo sterminio.”
-Goldman Emma, “Vivendo la mia vita…”, pagg. 256-7

Nel frattempo, a Kronstadt si era svolta un’altra riunione, con un’atmosfera molto diversa:
Nella seduta del 4 marzo, a cui erano presenti 202 delegati (i delegati comunisti presenti il 2 marzo erano stati invitati a non venire?) fu deciso, su proposta di Petricenko, di portare a quindici i membri del Comitato rivoluzionario; e i dieci nuovi membri furono eletti a stragrande maggioranza fra i venti che si erano presentati candidati. Petricenko riferì poi sull’attività del Comitato rivoluzionario, sulla preparazione militare degli equipaggi navali e della guarnigione, sul morale elevato della popolazione e sullo stato soddisfacente delle riserve di viveri e di combustibile (da lui valutate senza dubbio con eccessivo ottimismo). La Conferenza decise quindi di armare tutti gli operai e di affidare loro la responsabilità della sicurezza e della difesa all’interno della città, in modo da rendere marinai e soldati disponibili per la difesa esterna. Fu deciso inoltre di tenere entro tre giorni le elezioni agli organi direttivi dei sindacati e al neocostituito Consiglio sindacale. Seguirono i rapporti dei marinai che erano riusciti a infrangere il blocco e a tornare da Pietrogrado: Strel’nyj, Peterhof e Oranienbaum, tutti unanimi nel riferire che a Pietrogrado la popolazione era « tenuta dai comunisti completamente all’oscuro di quello che succede a Kronstadt», mentre veniva sparsa voce che a comandare era «una banda di Guardie Bianche e di generali». Questa triste notizia provocò nell’uditorio «risate generali» e il sarcastico commento di uno dei presenti: «Qui abbiamo soltanto un generale, il commissario della flotta baltica Kuz’min; e lo abbiamo arrestato». Al momento di aggiornarsi la Conferenza adottò la parola d’ordine «Vincere о morire»; che rispecchiava, si asserisce, lo stato d’animo generale.
Getzler Israel, “L’epopea di Kronstadt 1917-1921”, Einaudi, Torino, 1982, pagg. 223-4

Kronstadt aveva una guarnigione di 13.000 uomini. A questa si erano uniti altri 2000 volontari civili.

IZVESTIJA N. 2, VENERDÌ 4 MARZO 1921

Ordini del Comitato Rivoluzionario Provvisorio della città di Kronstadt
N. 1, 3 Marzo 1921, nave da guerra PETROPAVLOVSK
Il Comitato rivoluzionario provvisorio della città di Kronstadt ordina a tutte le organizzazioni della città e della fortezza di eseguire rigorosamente tutti i decreti del Comitato. Tutti i capi delle organizzazioni e i loro lavoratori devono rimanere al loro posto e continuare a lavorare.
N. 2, 3 Marzo 1921, corazzata PETROPAVLOVSK
Il Comitato rivoluzionario provvisorio della città di Kronstadt vieta di lasciare la città. In casi eccezionali, rivolgersi al comandante della città. Il Dipartimento di Registrazione dello Stato Maggiore della Flotta a Kronstadt ha l’ordine di bloccare tutte le uscite.
N. 3, 3 Marzo 1921
Il Comitato Rivoluzionario Provvisorio proibisce qualsiasi perquisizione arbitraria all’interno della città. Porta all’attenzione generale che i certificati per il diritto di perquisizione sono rilasciati con la firma del Presidente e del Segretario del Comitato Rivoluzionario Provvisorio e non sono validi senza il sigillo della corazzata Petropavlovsk. Si ordina che durante le perquisizioni delle organizzazioni e / o di qualsiasi partito, nulla deve essere rimosso o rubato. Tutto deve essere conservato per intero, come proprietà del popolo.
N. 4, 3 marzo 1921, nave da guerra PETROPAVLOVSK
Il Comitato Rivoluzionario Provvisorio della città di Kronstadt, in considerazione degli eventi che si stanno verificando, avverte tutti i cittadini, i marinai e i soldati che, dopo le 23.00, è assolutamente vietato qualsiasi movimento all’interno della città senza documenti speciali rilasciati dal Comitato Rivoluzionario Provvisorio.
PETRICHENKO, Presidente del Comitato Rivoluzionario Provvisorio
KILGAST, per il Segretario

Dal Comitato Rivoluzionario Provvisorio
Il Comitato rivoluzionario provvisorio ritiene necessario smentire tutte le voci secondo cui i comunisti arrestati sarebbero stati minacciati di violenza. I comunisti arrestati si trovano in piena sicurezza.
Molti di loro sono stati arrestati e alcuni di essi sono stati rilasciati. Un membro del Partito Comunista parteciperà alla commissione d’inchiesta sui motivi dell’arresto dei comunisti. Ai compagni Ilyin, Kabanov e Pervushin, che sono comparsi davanti al Comitato rivoluzionario, è stato concesso il diritto di vedere coloro che si trovano in stato di arresto sulla Petropavlovsk, ed essi, con le loro firme, affermano personalmente quanto sopra dichiarato.
Ilyin, Kabanov, Pervushin.
Certificato:
N. ARKHIPOV, membro autorizzato del Comitato Rivoluzionario provvisorio
P. BOGDANOV, per il Segretario
Infine, gli stessi comunisti hanno ammesso che è necessario ristrutturare la vita, e che non sia necessario detenere con la forza quel potere concesso dalla volontà delle masse lavoratrici. Ne è prova l’appello dell’Ufficio provvisorio dell’Organizzazione di Kronstadt del RCP [Partito Comunista di Russia], riportato qui di seguito.
PETRICHENKO, Presidente del Comitato rivoluzionario

Appello dell’Ufficio provvisorio della cellula di Kronstadt del Partito comunista russo
Compagni comunisti che lavorate in ogni dipartimento del Soviet, nelle organizzazioni professionali e nei comitati di fabbrica, negli organi economici e amministrativi, ma anche voi che lavorate nelle unità militari della guarnigione, l’Ufficio provvisorio del PCR si rivolge a voi con questo appello tanto pressante quanto fraterno. Il periodo che stiamo vivendo esige da parte nostra la massima prudenza, la massima compattezza e il massimo tatto. Il nostro partito non ha tradito e non tradisce la classe operaia, che difende da molti anni.
Nell’interesse di tutti i lavoratori, il corso storico degli avvenimenti politici ci costringe tutti quanti in questo periodo a non abbandonare il nostro posto; occorre continuare il lavoro quotidiano senza la più piccola interruzione, ricordandoci che la minima debolezza о il minimo sabotaggio provocherebbero il peggioramento delle condizioni di vita della classe operaia e contadina. Che ogni compagno del nostro partito sia ben cosciente del significato del momento.
Non prestate fede alle assurde voci, palesemente diffuse da elementi provocatori e destinate a causare spargimenti di sangue, secondo le quali sarebbero stati fucilati dirigenti comunisti, о che i comunisti fomenterebbero una rivolta armata a Kronstadt. Si tratta di assurde menzogne, utili agli agenti dell’Intesa, che mirano ad abbattere il potere dei soviet. Dichiariamo solennemente che il nostro partito ha difeso e difenderà armi alla mano tutte le conquiste della classe operaia contro le guardie bianche, dichiarate о meno, che aspirano a distruggere il potere dei soviet operai e contadini. L’Ufficio provvisorio del Per esorta tutti i membri del partito a restare ai proprio posti e a non fare ostruzionismo verso le decisioni del Comitato rivoluzionario provvisorio. Fermezza, disciplina, calma e unità sono le garanzie per la vittoria degli operai e dei contadini di tutto il mondo su ogni manovra, palese о meno, dell’Intesa.
Viva il potere dei soviet! Viva l’Unione universale dei lavoratori!
L’Ufficio provvisorio della cellula di Kronstadt del PCR: Ia. Ilin, F. Pervusin, A. Kabanov.

Alla popolazione della città di Kronstadt. Cittadini!
Kronstadt sta vivendo una situazione di lotta per la libertà. Da un momento all’altro è previsto un attacco dei comunisti, il cui obiettivo è impadronirsi di Kronstadt e legarci nuovamente alla loro autorità – la quale ci ha portato alla fame, al freddo e alla rovina. Noi tutti, fino all’ultimo uomo, difenderemo strenuamente la libertà che abbiamo conquistato. Non gli permetteremo di impadronirsi di Kronstadt; se dovessero tentare di farlo con la forza delle armi, li respingeremo degnamente.
Pertanto, il Comitato Rivoluzionario Provvisorio avverte i cittadini di non cedere al panico e alla paura qualora sentissero degli spari. Solo la calma e l’autocontrollo ci darà la vittoria.

Il Comitato Rivoluzione Provvisorio: una trasmissione da Mosca
Pubblichiamo quanto segue, trasmesso dal “Rosta” di Mosca, [un testo] pieno di palesi bugie e inganni del Partito Comunista che si fa chiamare adesso Governo Sovietico. La trasmissione è stata ripresa dalla stazione radio della Petropavlovsk.
Diverse parole non sono state riprese perché un’altra stazione ha interferito la ricezione. Questa trasmissione non richiede commenti. I lavoratori di Kronstadt capiranno la sua natura provocatoria.
Trasmissione. A tutti, a tutti, a tutti.
Radio messenger “Rosta”, Mosca, 3 Marzo.
Per combattere la cospirazione della Guardia Bianca”
Che l’ammutinamento dell’ex generale Kozlovsky e della nave Petropavlovsk sia stato preparato dalle spie dell’Intesa, come tante precedenti ribellioni della Guardia Bianca, è visibile dal resoconto del giornale borghese francese “Matin”, che due settimane prima dell’ammutinamento ha stampato un telegramma proveniente da Helsingfors.
HELSINKI, 11 Febbraio. Da Pietrogrado si apprende che, in seguito al recente ammutinamento dei marinai di Kronstadt, le autorità militari bolsceviche abbiano preso una serie di misure per isolare Kronstadt e vietare l’accesso a Pietrogrado ai soldati rossi e ai marinai della guarnigione dell’isola. È stato interrotto il rifornimento per Kronstadt fino a nuovo ordine. Centinaia di marinai sono stati arrestati e trasferiti a Mosca, presumibilmente per essere fucilati.”
Si ripete la stessa vecchia storia. I socialisti rivoluzionari (SR), guidati da Parigi, avevano preparato il terreno per una ribellione contro il potere sovietico. E proprio quando l’avevano preparata, il vero capo, un generale zarista, apparve di nascosto alle loro spalle. La storia di Kolchak, che stabilisce il suo potere al posto della SR, si ripete adesso. Tutti i nemici dei lavoratori, dai generali zaristi agli stessi SR, cercano di speculare sulla fame e sul freddo. Naturalmente, questa rivolta dei generali e dei SR sarà sedata molto rapidamente e il generale Kozlovsky e i suoi collaboratori rischiano di fare la fine di Kolchak.
Ma la rete di spionaggio dell’Intesa è indubbiamente diffusa non solo a Kronstadt! Operai e soldati, strappate quella rete e tirate fuori da essa gli informatori e i provocatori! Sono necessarie compostezza, moderazione, vigilanza e unità. Ricordate che risolveremo questi problemi temporanei, anche se difficili, di cibo e riscaldamento con un lavoro serrato e solidale, e non attraverso la strada delle esibizioni folli che possono solo aumentare ancora di più la fame e fare il gioco dei maledetti nemici dei lavoratori.

Prodotti
da Gorkommuna4
[Nota del blog: a causa di una differenza sia di traduzione dal russo all’inglese e sia dell’impaginazione della versione russa dell’ “Izvestija”, abbiamo deciso di fare una sintesi di questo paragrafo. Chasnov, membro dell’Amministrazione per la distribuzione, riporta la suddivisione e le quantità, a seconda delle tessere distribuite alla popolazione della città, di beni quali burro, tabacco, caffè, sale, patate secche, frutta e kerosene. Oltre questo, seguendo “la circolare del Commissariato del Popolo per la Sicurezza Sociale n. 2495 dell’8 Settembre 1920, l’Amministrazione di Gorkommuna incarica gli Uchkom [Comitati elettorali distrettuali] e i Rappresentanti degli Edifici” di sostituire le tessere “alle mogli senza figli di soldati e marinai che sono occupate nel lavoro e servizio delle organizzazioni.” Segue un ordine di distribuzione del pane per il mese di Marzo.]

Annuncio
Tutte le unità militari, le associazioni operaie e le organizzazioni possono ricevere l’ “Izvestiia del Comitato Rivoluzionario Provvisorio” e gli opuscoli presso la Sevtsentropechat [Editrice Centrale del Nord], secondo le norme stabilite.

Continua nella Terza Parte

 

Note

1Abbiamo utilizzato questo estratto dell’autobiografia di Emma Goldman al posto dell’originale “My Further Disillusionment in Russia” in quanto quest’ultimo libro è ancora inedito in Italia (tranne alcuni spezzoni che si trovano nel libro di Avrich Paul, “Gli anarchici nella rivoluzione russa”, La Salamandra, Milano 1976, pagg. 210–212). Riguardo gli scioperi del 1921, Goldman scriveva questo ne “La sconfitta della rivoluzione russa e le sue cause”, edito da La Salamandra, Milano, 1977 : “La tirannia assoluta e schiacciante esercitata nei confronti dei sindacati arriva al punto che la minima protesta viene denunciata come violazione della disciplina del lavoro e crimine contro la rivoluzione. Quando nello sciopero di Pietrogrado del Febbraio 1921 gli operai delle Aziende Baltiche protestarono contro l’arresto di ventidue dei loro compagni, Anzelovic il segretario dei sindacati di Pietrogrado disse loro che meritavano tutti quanti di essere consegnati alla Ceka. Qualche giorno dopo le aziende furono perquisite e molti operai arrestati.In breve, nella Russia bolscevica i sindacati sono stati completamente assorbiti dallo Stato e ormai la loro unica funzione è quella di fare gli sbirri per lo Stato.” (pagg. 33-4)

2Posti di blocco stradali: distaccamenti militari inquadrati о interamente composti da cekisti e incaricati di sbarrare le strade e gli accessi delle città per controllare la circolazione delle persone

3Vasiliev e Kalinin: i due membri del Partito Comunista Russo presenti alla riunione. Vasiliev era il presidente dell’esecutivo del soviet di Kronstadt. Mikhail Ivanovic Kalinin (1875-1946), eminente membro del PC bolscevico, era allora sindaco di Pietrogrado. Nel 1923 fu eletto presidente del Comitato esecutivo centrale dell’Unione delle Repubbliche sovietiche, la più alta carica dello Stato sovietico, che conservò fino alla morte.

4Gorkommuna (Comune cittadino) e il Gorprodkom (Comitato cittadino per i prodotti) erano le organizzazioni ufficiali che rifornivano Kronstadt di prodotti.