“Mi avete costretto a chiedere asilo.” I respingimenti nei paesi Baltici, una storia personale.

Articolo originale: “AYS Special: “You forced me to claim asylum”. Baltic Pushbacks, a Personal Story”

Il resoconto personale di un viaggio nell’UE, raccontato con l’aiuto di Sienos Grupe.

Introduzione di Medium.com
Nel Novembre 2021 si è registrato un aumento significativo delle persone entrate nell’UE via Bielorussia e Russia. In quella che è stata descritta come una “minaccia ibrida” per l’UE, il presidente della Bielorussia Aleksandr Lukashenko ha incoraggiato gli arrivi da Paesi come l’Iraq e la Siria, promettendo una via facile per l’Europa occidentale. Al suo apice migliaia di persone hanno tentato di entrare nell’UE dalla Bielorussia attraverso la Polonia, la Lituania e la Lettonia.1 Nel frattempo i governi di questi Paesi hanno costruito recinzioni e legalizzato i respingimenti; ma le persone continuavano a cercare asilo nell’UE attraverso queste vie. Nell’Agosto di quest’anno, la Lettonia ha aumentato le difese al confine con un maggior numero di pattuglie e una recinzione lunga 172 km – costruita lungo il confine bielorusso. Ciò ha portato ad una diminuzione delle persone che arrivavano da questa rotta. Secondo quanto riferito, a 13mila persone circa è stato impedito di entrare in Lettonia via Bielorussia – rispetto alle 5.300 dell’anno precedente. Cercando nell’archivio di “Are You Syrious?”2 (AYS), è emerso che non è stato riportato molto dalla Lettonia: c’è solo un gruppo ufficiale che aiuta i richiedenti asilo, “Gribu palīdzēt bēgļiem” – il quale ha dovuto affrontare criminalizzazioni e pressioni varie. Poter condividere una storia personale da lì è prezioso. Grazie a Qaiom* per aver condiviso la sua storia e a Stephanie Schwenke, volontaria di “Sienos Grupe” in Lituania, per aver redatto questo articolo.

Mi avete costretto a chiedere asilo. Non volevo farlo”

Questo è il racconto del mio amico Qaiom (*nome cambiato per la sua sicurezza), basato sui messaggi che ho salvato. Il WhatsApp di Qaiom è impostato per cancellare i messaggi dopo 24 ore. Come molte persone in viaggio, Qaiom usa questa impostazione per proteggersi durante gli spostamenti [e nei momenti di pausa]. Tuttavia mi ha dato il permesso di salvare una serie di messaggi in cui racconta la sua storia. Una storia che si estende dall’Afghanistan alla Russia, passando per gli Stati baltici e la Germania.

Il 18 Settembre, Qaiom è arrivato a Liepna, in Lettonia. Di nuovo. Si è scusato per non avermi scritto prima, ma era stato in “prigione” in Lituania. La “polizia” lituana (forse le guardie di frontiera) lo avevano consegnato alla Lettonia. Il resto della sua famiglia – il gruppo con cui viaggiava -, era riuscito a fuggire a Berlino, in Germania.

Ho conosciuto Qaiom tra l’Agosto e il Settembre 2023 grazie al volontariato con Sienos Grupe (SiG) in Lituania. Il lavoro di SiG è vasto: dall’aiutare le persone a trovare un’occupazione (dopo aver ottenuto il permesso di lavoro) al fornire aiuti vitali nelle zone di confine.

Cinque anni fa, Qaiom, dopo aver terminato la scuola, lavorava per il Parlamento in Afghanistan. Si è trasferito in Russia per studiare e si è laureato in Relazioni internazionali all’Università di Voronezh nel 2023.

Voleva continuare gli studi; ma la Russia ha rifiutato di estendere il suo visto e lui non è potuto tornare in sicurezza in Afghanistan – paese che era caduto, nuovamente, nelle mani dei talebani. Come ex dipendente statale e giovane istruito, la sua vita sarebbe stata in pericolo se fosse tornato nel suo Paese. Con amici, anch’essi afghani, è fuggito dalla Russia, passando infine negli Stati baltici. Il suo gruppo è arrivato in Polonia dove è stato catturato dagli agenti polacchi (di una forza dell’ordine ignota) a circa un chilometro dal confine con la Lituania. Ha chiesto asilo in Polonia; ma gli agenti si sono rifiutati di accogliere la sua richiesta. Non sapeva esattamente come gli agenti avessero trovato il suo gruppo, ma credeva che lo avessero in qualche modo sentito, forse facendo riferimento alla tecnologia presente nelle zone di confine.

Gli agenti polacchi hanno preso tutti i telefoni del gruppo e hanno chiesto a ciascuno di sbloccare il proprio telefono. Qaiom e gli altri hanno seguito le loro istruzioni e gli agenti si sono allontanati con i telefoni sbloccati, che sono stati restituiti successivamente. L’intero gruppo è stato deportato, successivamente, in Lituania. Gli agenti polacchi li hanno consegnati ai loro omologhi lituani e Qaiom è stato portato e trattenuto, in seguito, al centro di detenzione di Pabrade per sei giorni, senza avere accesso al telefono.

Pabrade è una piccola città a circa 50 chilometri da Vilnius. Il centro di detenzione ospita persone con un grado di libertà variabile e diverse posizioni giuridiche. Ad alcune persone viene negato l’accesso all’esterno, mentre altre, invece, possono lasciare il centro a determinate condizioni. Molte persone che stanno lì dentro raccontano di un livello di uno degli edifici dove i nuovi arrivati sono senza i telefoni o senza avere contatti significativi col resto degli abitanti del campo.

Durante i sei giorni trascorsi a Pabrade, Qaiom non ha mai avuto la possibilità di parlare con un avvocato. Dopo sei giorni, è stato consegnato agli ufficiali lettoni (non è chiaro se si sia trattato di un respingimento a catena o di una sorta di procedura ufficiale legale basata sull’accordo di Dublino) e portato a Liepna.

Ha descritto di essere stato “costretto con la violenza” e contro la sua volontà a chiedere asilo in Lettonia

Come moltu altru, non vedeva un futuro per sé nel piccolo Stato baltico – il quale non è stato molto accogliente nei confronti dellu rifugiatu provenienti da Paesi come l’Afghanistan e la Siria. Una volta arrivate in Lettonia, le persone migranti vengono spesso espulse con la forza oltre il confine. Come la Lituania e la Polonia, la Lettonia ha legalizzato i respingimenti, in violazione del diritto dell’UE. Non ci sono state reali ripercussioni, né conseguenze per il crudele “ping-pong” che Lettonia e Bielorussia spesso intraprendono: un Paese espelle le persone migranti nella zona di confine dell’altro.

Liepna è particolarmente poco attraente perché è una piccola città ed è molto vicina al confine con la Russia – il Paese da cui Qaiom e molte persone richiedenti asilo nei paesi baltici stavano fuggendo. Poco tempo fa, Qaiom ha raggiunto la Germania, chiedendo asilo. Il suo passaporto è rimasto in Lettonia. La sua speranza è quella di continuare gli studi e di conseguire un master. Per ora incombe il pericolo di una deportazione – attraverso l’Accordo di Dublino – in un Paese che lo ha trattato male e gli offre poche opportunità, nonostante la Germania abbia bisogno di giovani intelligenti e desiderosi di lavorare.

Ulteriori letture e approfondimenti (in inglese)
Vice ‘Brother, Help Me’: People Are Losing Limbs in Europe’s Forgotten Migrant Crisis November 2022
Are You Syrious Legalisation of Pushbacks in Lithuania April 2023
Sienos Grupe on Facebook
Volunteer blog post, Sienos Grupe September 2023
Info Migrants Migrants are being used as diplomatic weapons to ‘weaken’ Europe November 2021
Info Migrants Latvia increases defences against ‘hybrid threat’ from Belarus August 2023
Info Migrants Latvia-Belarus border fence nears completion December 2023
Info Migrants Dublin Agreement Explained July 2020
Gribu palīdzēt bēgļiem European Commissioner for Human Rights criticises the extension of the state of emergency at the Latvian-Belarusian border February 2023

 

Note

1Per ulteriori approfondimenti, rimandiamo la lettura ai seguenti post: “Vedi Minsk e muori. Come le imprese bielorusse vendono i rifugiati”, 26-27 Luglio 2023, diviso in due parti. Link: https://gruppoanarchicogalatea.noblogs.org/post/2022/07/26/vedi-minsk-e-muori-come-le-imprese-bielorusse-vendono-i-rifugiati-prima-parte/ ; “Questione migranti. Situazione dal confine polacco-bielorusso”, Gennaio-Novembre 2023, diviso in 5 parti a se stanti: https://gruppoanarchicogalatea.noblogs.org/post/tag/questione-migranti-situazione-dal-confine-polacco-bielorusso/ ; “I muri contro l’invasione”, 11 Aprile 2023. Link: https://gruppoanarchicogalatea.noblogs.org/post/2023/04/11/i-muri-contro-linvasione/ ; “Gli Stati Schengen lanciano una nuova richiesta di fondi per la costruzione di muri alle frontiere”, 20 Giugno 2023. Link: https://gruppoanarchicogalatea.noblogs.org/post/2023/06/20/gli-stati-schengen-lanciano-una-nuova-richiesta-di-fondi-per-la-costruzione-di-muri-alle-frontiere/

2È un gruppo di media e associazioni che aiutano le persone migranti. Sono presenti in Grecia, Francia, Bosnia, Serbia e Croazia.