13 Marzo
[Durante il X Congresso del P.C.R.(b.), Lenin così si espresse sulla rivolta di Kronstadt:
“Non ho ancora le ultime notizie, ma non dubito che questa sommossa, dietro la quale compaiono le ben note figure dei generali bianchi, sarà liquidata nei prossimi giorni se non nelle prossime ore. […] è necessario esaminare in modo circostanziato gli insegnamenti politici ed economici che derivano da questo avvenimento. Che cosa significa esso? Significa il passaggio del potere politico dalle mani dei bolscevichi in quelle di un aggregato amorfo, di un blocco composto di elementi disparati che apparentemente sembrano soltanto un poco più a destra dei bolscevichi, e, forse, persino un po’ più “a sinistra”, tanto indeterminato è quell’insieme di raggruppamenti politici che a Kronstadt hanno tentato di prendere il potere nelle loro mani. È certo che, nello stesso tempo, i generali bianchi – voi tutti lo sapete – vi hanno avuto una parte importante. […] È perfettamente chiaro che ci troviamo di fronte al lavoro dei socialisti-rivoluzionari e delle guardie bianche emigrate all’estero; nello stesso tempo, questo movimento si è ridotto a una controrivoluzione piccolo-borghese, a un movimento piccolo-borghese anarchico. […] Qui si è manifestato l’elemento piccolo-borghese, anarchico, con le sue parole d’ordine della libertà di commercio, e sempre orientato contro la dittatura del proletariato.[…] Per quanto piccolo o poco notevole sia stato all’inizio quello – come chiamarlo?- spostamento di potere che i marinai e gli operai di Kronstadt proponevano, essi volevano correggere i bolscevichi per quanto concerne la libertà di commercio; lo spostamento era apparentemente piccolo, le parole d’ordine parevano identiche: “Potere sovietico”, ma con una piccola modificazione, o soltanto una rettifica, e in realtà gli elementi senza partito servivano qui soltanto da piedistallo, da gradino, da ponte, sul quale sono apparse le guardie bianche. Politicamente ciò è inevitabile. […]” (discorso dell’8 Marzo 1921)
“La compagna Kollontai, per esempio, ha detto apertamente: “Nel suo rapporto il compagno Lenin ha eluso Kronstadt!” […] Tutti i congressisti sanno benissimo […] che proprio qui mi sono riferito sempre, nel mio rapporto, agli insegnamenti di Kronstadt, sempre, dall’inizio alla fine […] Che cosa abbiamo sentito qui, a proposito degli insegnamenti di Kronstadt? Se della gente interviene a nome dell’opposizione e chiama “operaia” questa opposizione, e dice che il Comitato Centrale ha diretto in modo errato la politica del partito, bisogna rispondere loro: dovete indicare gli errori commessi nei problemi essenziali e indicare il modo di correggerli. Purtroppo non abbiamo sentito assolutamente nulla, non un cenno, non una parola sul momento attuale e sui suoi insegnamenti. Non si è neppure voluto parlare della conclusione che io ho tratto. È possibilissimo che essa sia errata, ma si presenta un rapporto di attività al congresso proprio perché questi errori vengano corretti. Assicurare la compattezza del partito, non ammettere l’opposizione nel partito: questa è la conclusione politica da trarre nella situazione attuale […] Noi tutti riconosciamo che il burocratismo è un punto dolente; lo scriviamo anche nel nostro programma di partito. Criticare i comitati generali e i Consigli dell’economia nazionale è assai facile, ma quando criticate in questo modo, le masse operaie senza partito capiscono che si dovrebbero sciogliere! […] E che cosa sono le risoluzioni di Kronstadt? Non le avete lette tutte? Ve le faremo vedere: dicono la stessa cosa. E ho sottolineato il pericolo di Kronstadt proprio perché in apparenza vi si rivendica soltanto un piccolo spostamento: “Se ne vadano i bolscevichi”, “rettificheremo un po’ il potere”; ecco che cosa vogliono quelli di Kronstadt. E il risultato è che Savinkov è arrivato a Revel, che i giornali parigini hanno parlato di questi avvenimenti due settimane prima e che è apparso un generale bianco. Ecco cosa è accaduto. Così sono andate tutte le rivoluzioni. Perciò diciamo: visto che siamo giunti a tanto, dobbiamo serrare le nostre fila per rispondere, fucili alla mano, a questo fatto, per quanto esso sembri innocente, come ho detto nel mio primo discorso. […]” (discorso del 9 Marzo 1921)
“[…] La sommossa di Kronstadt è stata forse l’esempio più lampante del modo in cui i nemici del proletariato sfruttano ogni deviazione dalla linea comunista rigorosamente conseguente. In quell’occasione la controrivoluzione borghese e le guardie bianche di tutti i paesi del mondo hanno dimostrato immediatamente di essere persino disposte ad accettare le parole d’ordine del regime sovietico, pur di abbattere la dittatura del proletariato in Russia […] Questi fatti dimostrano chiaramente che le guardie bianche cercano, e vi riescono, di travestirsi da comunisti e persino da comunisti di estrema sinistra, pur di indebolire e di abbattere il baluardo della rivoluzione proletaria in Russia. […]” (Prima stesura del progetto di risoluzione del X Congresso del P.C.R.(b.) sull’unità del Partito)
– “Lenin. Opere. Volume 32”, Editori Riuniti, Roma, 1967, pagg. 167-169, 176-77, 187, 220-21]
In un’intervista al corrispondente del “New York Herald” a Mosca, Lenin [manifestò la sua] derisione verso la rivolta, bollandola come condannata, e affermando che l’unica alternativa possibile al suo governo sarebbe stato il ritorno dello zar. Al contempo, egli etichettò come impossibili le richieste democratiche dei ribelli di Kronstadt:
“Credetemi, in Russia sono possibili solo due governi: quello zarista o quello sovietico. A Kronstadt alcuni pazzi e traditori hanno parlato di Assemblea costituente. Ma può forse una persona sana di mente ammettere solo l’idea di un’Assemblea costituente in una situazione così anormale come quella in cui si trova la Russia? Un’Assemblea costituente sarebbe in questo momento una assemblea di orsi con l’anello al naso, guidati da generali zaristi. La rivolta di Kronstadt è in realtà un incidente assolutamente insignificante che rappresenta per il potere sovietico una minaccia assai minore di quella che siano le truppe irlandesi per l’impero britannico. In America si pensa che i bolscevichi siano un piccolo gruppo di malintenzionati che dominano tirannicamente un gran numero di gente istruita che potrebbe formare un magnifico governo se si abolisse il regime dei soviet. Questa opinione è assolutamente falsa. Nessuno è in grado di sostituire i bolscevichi, ad eccezione dei generali e dei burocrati che già da tempo hanno rivelato la loro inconsistenza. Se all’estero esagerano la portata della rivolta di Kronstadt e l’appoggio, ciò avviene perché il mondo si è diviso in due campi: i paesi capitalistici e la Russia comunista.”1
-“Lenin. Opere. Volume 36”, Editori Riuniti, Roma, 1969, pagg. 390-391
Nelle rivolte che vi furono a Kronstadt (1904, 1917 e 1921) i rivoluzionari si opposero sempre alla borghesia. Possiamo immaginare come si siano sentiti quando videro Lenin schierarsi dalla parte degli imprenditori – specialmente sulla stampa capitalista.
IZVESTIJA N. 11, DOMENICA, 13 MARZO 1921
Ordine del C.R.P. n. 6
I bolscevichi lasciati in libertà abusano della fiducia che è stata loro concessa. Essi hanno cercato di mettersi in contatto col nemico per mezzo di segnali luminosi.
Di conseguenza, il C.R.P. avverte tutti i cittadini di Kronstadt di sorvegliare attentamente i nemici del popolo e di riferire immediatamente su tutti i casi di segnalazioni. Trattenete i colpevoli fino all’arrivo di un delegato incaricato di arrestarli.
È inteso che i traditori e le spie saranno giustiziati sul campo, senza nessun processo, in accordo con le leggi dettate dalla situazione.
Il C.R.P.
Ordine della difesa della città di Kronstadt n. 3
Dalla fortezza di Kronstadt, 11 Marzo 1921.
È formalmente proibito, alle persone isolate come alle unità militari, di far fuoco o di mitragliare gli aerei nemici. Questi [colpi] sono completamente inutili, non infliggono alcun danno agli apparecchi e provocano soltanto un inutile spreco di munizioni.
F.to: Ososov, per la presidenza del C.R.P.
Solovianov, capo della difesa
Rapporto sulle operazioni
Dal’11 Marzo, mezzanotte; al 12 Marzo, mezzogiorno: Fino alle dieci del mattino: tranquillo.
A partire dalle dieci un intermittente fuoco reciproco di artiglieria.
Incursione di aerei nemici che hanno lanciato bombe, che non hanno causato alcun danno nella città.
Il 12 Marzo da mezzogiorno a mezzanotte. Verso le tredici: incursioni di aerei nemici che hanno sganciato bombe sulla città. Il fuoco dell’artiglieria nemico è proseguito fino alle 19, la nostra ha risposto energicamente.
F.to: Petrichenko, presidente del C.R.P.
Voi non ci fate paura
I bolscevichi continuano a lanciare bombe dai loro aeroplani. Sperano di terrorizzare la popolazione. Il loro unico argomento è il piombo. Non resta loro altro. Sono finiti. La loro sola azione è di versare il sangue dei cittadini pacifici, delle donne e dei ragazzi. Tutti i cittadini di Kronstadt si sono uniti in un solo slancio di indignazione: l’odio contro i bolscevichi, loro oppressori. I cittadini non assistono passivamente agli avvenimenti, come affermano falsamente i giornali bolscevichi, ma partecipano tutti con ansietà alla lotta iniziata dagli operai e dalla guarnigione di Kronstadt. Tutti sperano in una vita nuova liberata da ogni giogo.
Neppure gli aeroplani li impauriscono.
Il sangue delle vittime innocenti ricadrà sulla testa dei bolscevichi. Ma la popolazione assiste tranquillamente all’esplosione di rabbia impotente degli oppressori sanguinari. La popolazione si mantiene calma ed eroica. Voi potete sempre lanciare bombe: non ci fermeranno!
Ci sono dei limiti
Da quando il Partito Comunista Russo dei Bolscevichi ha preso il potere, si è ingrandito considerevolmente, perdendo però molto qualitativamente. Gli uomini che ha reclutato vi sono entrati soltanto per trovarvi un comodo riparo. Tutti questi « viveurs » non fanno altro che indebolire le posizioni degli elementi idealisti del Partito. Nel corso del tre anni di governo, i dirigenti del Partito si sono staccati dalle masse, e questo ha provocato la decomposizione e le divergenze. Il X congresso del Partito, che doveva tenersi in marzo, avrebbe certamente dato forma a queste divergenze, portando probabilmente il Partito alla scissione, se i capi avessero continuato la loro politica, in sempre più forte contraddizione con le aspirazioni delle masse operaie e contadine. Ma gli avvenimenti non attendono. Lo scontento delle masse, largamente diffuso, è scoppiato ed ha acquistato il carattere di un movimento popolare. Invece di soddisfare le aspirazioni delle masse, cioè rieleggere i soviet che nella loro composizione attuale non esprimono la volontà dei lavoratori, invece di cambiare la politica agraria, i burocrati bolscevichi hanno deciso lo stato di assedio, soffocando il movimento, fucilando gli operai e i contadini. Questa violenza e questa diffusione di menzogne di cui sono capaci i bolscevichi, non può essere giustificata da nessuna persona fedele al vero comunismo.
Ogni comunista sincero deve staccarsi da coloro che, per parlare ai lavoratori, non trovano altro linguaggio che quello dei cannoni e delle mitragliatrici.
Come distaccarsi?
Alcuni compagni abbandonano il Partito e si dichiarano non iscritti. Ma ce ne sono di quelli solidamente attaccati all’idea della rivoluzione comunista che hanno adottato definitivamente il concetto marxista dell’universo. Questi compagni che conservano la loro fede net Partito devono proclamarti a voce alta che non solidarizzano moralmente con l’atteggiamento adottato dai loro capi. Devono compromettersi e aiutare a correggere i mali causati dagli altri alla Russia. Il compagno Polanov l’ha già fatto, lo mi unisco a lui. Che gli altri compagni si esprimano secondo il loro punto di vista.
F.to: Kopilovich, membro candidato del P.C.R.(b.)
Al proletariato di tutto il mondo
il C.R.P. ha inviato il seguente radiogramma:
Kronstadt,
a tutti… a tutti… a tutti…
Ai proletari del mondo intero! Gli aerei nemici continuano la loro opera. Come uccelli rapaci, volano su Kronstadt, sganciano bombe, uccidono la popolazione pacifica.
Malgrado ciò, continueremo a difendere i sacri diritti dei lavoratori. Bisogna che tutti sappiano che se noi lottiamo per il potere effettivo dei lavoratori, i bolscevichi Trockij, Zinoviev e la loro banda di sicari massacrano e fucilano solo per mantenere la loro dittatura. Bisogna che tutti sappiano che questi criminali diffondono menzogne come quella che siamo comandati da generali zaristi. Sono dodici giorni che un pugno di eroi, di veri marinai, operai e soldati rossi, sostengono, isolati dal mondo intero, il peso dei colpi dei carnefici bolscevichi.
Ma noi resteremo ai nostri posti.
Continueremo l’opera iniziata fino alla vittoria finale, oppure morremo gridando: « Viva i soviet liberi; i soviet attuali mentono ». Compagni, noi abbiamo bisogno del vostro appoggio. Ribellatevi contro coloro che vi fanno violenza: i commissari. Ricordatevi le vittime innocenti di Louvain e di Rheims. Allora era l’imperialismo che voleva conservare il suo potere; adesso è il P.C.R.(b.) che lo difende, è lui che ha sparato su Kronstadt rivoluzionaria.
Siano maledetti tutti i carnefici!
Saluti fraterni.
Il C.R.P.
La tragedia del Partito Comunista Russo dei Bolscevichi
Io, che sono un vecchio marinaio, che ho sopportato tutte le pene della vita, adesso, semplice operaio al servizio della classe operaia, osservo con dolore la situazione. Operaio, contadino, lavoratore, vittima da sempre, hai atteso per tre anni un avvenire luminoso. Tu avevi fiducia nei dirigenti del P.C.R.(b.). Ma le divergenze che separano i capi si sono ripercosse dappertutto. I partiti si sono dedicati alla “politica”, quando alla fine della guerra civile quello che ci si aspettava dà loro era l’organizzazione del lavoro e dell’economia del paese devastato e distrutto. Gli impiegati nominati dai commissari ed altri operai responsabili commettevano errori su errori nelle località dove dovevano amministrare.
Da tutte le parti giungevano lamentele sull’atteggiamento e il comportamento dei membri del Partito. Il malcontento si accrebbe; non potendo più sopportare gli abusi e le sofferenze la classe operaia e contadina si sollevò. Il Partito dominante non meritava la fiducia che il popoli gli aveva accordata è Kronstadt per prima si sollevò.
Abbasso le prigioni e le torture!
Troppo sangue! I cittadini non ne vogliono più! Tutto ciò è degno dei boia zaristi di un tempo. Un paese libero non ha bisogno di questi commissari per dare ordini, il contadino comprende da solo che la città ha bisogno del pane. Anche l’operaio saprà a sua volta aiutare il contadino. Ma il potere che la classe lavoratrice avrà ottenuto non lo darà più a nessuno. Sarà essa che organizzerà la vita socialista. Il potere del soviet deve esprimere la volontà dei lavoratori senza che un partito qualunque predomini.
Si realizzerà una grande opera, ed è Kronstadt, bastione della rivoluzione, che ci guiderà. È stata Kronstadt a dare l’esempio, a dimostrare che non c’è nessun complotto zarista; lo possono vedere tutti i lavoratori di Kronstadt. Non ci sono delle guardie bianche alla testa del movimento. Tutti, senza eccezione, lottano per la libertà scandendo lo slogan: «Vincere о morire». Nessuno qui desiderava che scorresse sangue. Tutte le voci diffuse dai bolscevichi, come: « Si tratta di un aperto sollevamento contro il potere dei soviet», sono prive di fondamento.
Qui la vita si svolge normalmente. Quelli che fanno scorrere il sangue sono i capi del Partito, nella persona di Trockij.
È a causa sua che muoiono i nostri fratelli.
E perchè? Per rinforzare il partito di questi criminali!
Ma basta con la politica e con il sangue! Mettetevi d’accordo, capi del Partito Comunista Russo dei Bolscevichi, su quello che fate. Se siete in disaccordo, litigate come volete, ma lasciateci in pace. Noi, quelli della base, non vogliamo saperne del Partito, vogliamo ricostruire da soli la nostra vita, affinchè i nostri figli possano approfittare dell’opera dei loro padri.
Prendiamo in mano il nostro futuro! E voi, dovete ascoltare il popolo e finirla con i vostri crimini. Lasciate il timone a quelli che lavorano. In quanto soldato sincero che si è sacrificato fin dalla più tenera infanzia per la classe operaia, dichiaro apertamente:
« Lasciate respirare liberamente i lavoratori! »
Non deve più esserci il predominio di un qualsiasi partito. I nostri soviet devono esprimere la volontà non del Partito, ma degli elettori. Bisogna seguire la volontà delle masse lavoratrici che cercano la verità, la libertà e una vita migliore, senza violenze, senza camere di tortura, senza uccisioni e tormenti.
Conservo in me l’idea pura del comunismo. Dopo tre anni di appartenenza al Partito ho compreso l’ingiustizia che vi regna, ho capito quanto la burocrazia ci allontana dalle masse.
Mi allontano quindi dal Partito.
Giuro di non entrare in nessun altro partito, qualsiasi esso sia lo lavoro e voglio continuare a lavorare libero ed onesto, per il benessere della classe lavoratrice e la Russia sovietica.
F.to: Kurashev, ex-operaio del laboratorio di artiglieria; marinaio incaricato del dipartimento delle finanze della comune.
Notizie da Pietrogrado
Al X Congresso del P.C.R.(b.), che si svolge in questo periodo a Mosca, la commissione centrale rende conto delle sue attività. Delle duecento questioni proposte, cinquanta sono di carattere criminale. Generalmente gli affari vertono sugli abusi commessi dagli impiegati responsabili della situazione.
La commissione ha posto il problema al Comitato Centrale: bisogna condurre una lotta implacabile contro gli eccessi inconcepibili che i membri irresponsabili si permettono.
Ottima iniziativa, nulla da obbiettare!
In relazione agli avvenimenti attuali, il capo della Flotta del Baltico ha emesso il seguente ordine:
«Fare osservare in tutti i vascelli le unità e gli istituti della Flotta del Baltico, la più stretta disciplina per lottare energicamente contro ogni attentato all’ordine e alla disciplina ».
« Sono vietate tutte le riunioni di qualsiasi genere sui vascelli, nelle unità e negli istituti ».
«L’ingresso nei vascelli, nelle unità e negli istituti, è vietato alle persone estranee senza il permesso di un commissario ».
« Tutti i capi e i commissari rimangano ai loro posti ».
«Il tribunale rivoluzionario della Flotta del Baltico, punirà quanti disobbediranno a quest’ordine, con tutto il rigore previsto dalla legge nell’attuale situazione ».
Sottraggono l’oro russo
L’agenzia HAVAS comunica: a proposito del sequestro dell’oro russo a bordo del battello a vapore Ancena nella cabina di un membro della missione commerciale russa sono stati trovati 166 rubli.
L’oro sequestrato è stato depositato in una banca italiana.
Con tutta la nostra riconoscenza
Non trovo parole per ringraziare il popolo di Kronstadt, il quale, malgrado le scarse razioni che riceve la popolazione, ci porta da mangiare della minestra e talvolta del pane nei posti più avanzati e facendo gravi sacrifici. È stato anche dato del pane ancora caldo, appena uscito dalle panetterie, ai soldati rossi in partenza per il fronte, colmandoli di attenzioni. Tutti noi dobbiamo dimostrare ai lavoratori della Russia e del mondo intero che quelli di Kronstadt lottano non solo contro la borghesia ma anche contro tutti gli oppressori della volontà operaia, anche se vengono da sinistra.
Viva il potere dei veri soviet e non dei partiti!
F.to: Andreev, soldato rosso del 560° reggimento tiratori
Aiuto fraterno
Il popolo di Kronstadt fa tutto il possibile per aiutare i suoi compagni, i soldati rossi che difendono i diritti del popolo produttore. Ieri, Boris Scheglov, impiegato della flotta del porto, ha portato al responsabile della sede del C.R.P. due paia di stivali per i fratelli che combattono.
Dalla sezione di agitazione C.R.P.
Noi, marinai, soldati rossi e operai rivoluzionari di Kronstadt abbiamo spazzato via con uno sforzo comune il giogo odioso dei bolscevichi, e giuriamo di vincere о morire. Non possono esserci compromessi con gli impostori. Realizzeremo quando abbiamo giurato di compiere. Il popolo russo, affamato, martirizzato dalla Ceka, sta sopportando sulle sue spalle più di quattro anni di guerra atroce e tre anni e mezzo di violenza e di schiavitù bolscevica; mani tese, scarne e callose ci attendono come salvatori.
Abbiamo visto come il governo bolscevico si sfoga furiosamente e con accanimento su tutti coloro che simpatizzano per noi.
Abbiamo deciso di combattere il nostro nemico non solo con le baionette ed i cannoni, ma anche con la parola.
Ci sforzeremo di metter in luce, con la parola e la stampa, i crimini del P.C.R. (b.) e tutti gli orrori delle camere di tortura della Ceka e tutti i mezzi che utilizzano gli oppressori per affermarsi più solidamente sul loro trono. Ma il governo bolscevico, governo della garrota e delle baionette, non ci permette di comunicare liberamente con i nostri fratelli ingannati. Noi dobbiamo difenderci ma non dimentichiamo che il sangue che scorre è sangue degli operai ingannati e non dei commissari e dei capi del Partito; essi se ne stanno ben lontani dal massacro che hanno provocato. Alloggiati con tutti i conforts, comodamente installati in morbide poltrone, essi discutono del modo migliore di ingannare il popolo produttore, e decidono di mandare a morire a Kronstadt questa о quella unità militare.
Pur rispondendo alle cannonate, noi non abbandoniamo la nostra propaganda informativa e facciamo tutto quanto è possibile per diffondere la nostra stampa non solo a Kronstadt, ma anche fra i battaglioni nemici. A questo scopo dei compagni marinai rischiano la loro vita passando la linea del fuoco. Per spargere meno sangue (il falsario Trockij non vale un soldato rosso ingannato), bisogna sviluppare ancora di più l’agitazione. Tutti coloro che hanno la rabbia nel cuore per i crimini commessi dai bolscevichi, possono presentarsi con certificati del triunvirato rivoluzionario ai dipendenti della sezione di agitazione del C.R.P., presso il compagno Perepelkin per far parte del gruppo degli agitatori.
Speriamo che risponderete calorosamente al nostro appello.
F.to: Perepelkin, incaricato della sezione di agitazione del C.R.P.
Ai giovani. Dichiarazioni di un proletario
Compagni; giovani lavoratori e lavoratrici!
Compagni, membri dell’unione Comunista della Gioventù!
Tutti voi conoscete l’attuale situazione della repubblica e più in particolare di Kronstadt.
Tutti la conoscono.
Compagni! Dopo la Rivoluzione d’Ottobre, quando il potere è finito nelle mani del P.C.R.(b.), attualmente tenuto in scacco, noi giovani, aspiranti ad una società nuova, a qualcosa che desse ai nostri padri una vita luminosa, senza costrizioni, abbiamo creduto che il Partito ci avrebbe dato questo futuro radioso. Ecco perchè avevamo riposto in esso la nostra fiducia. Sono tre anni però che spargiamo il nostro sangue, assieme ai nostri padri e i nostri fratelli per difendere i soviet bolscevichi.
Per tre anni abbiamo atteso una vita migliore.
Ma anche in questi tre anni di lotta, in questi tre anni di fame e di freddo, la nostra vita, lungi dal diventare migliore, è peggiorata ogni giorno di più. Siamo convinti che il P.C.R.(B.), con i suoi commissari che passano il tempo a banchettare mentre la gente crepa nelle strade, con la sua Ceka e i suoi posti di blocco militari, stava portandoci ad una morte sicura. Tutti i compagni coscienti non possono e non devono condannare il Partito in blocco, ma i bolscevichi al potere, che abusano della fiducia del popolo e lo spogliano vergognosamente.
Le masse popolari hanno perso la pazienza.
Gli operai e i marinai di Pietrogrado hanno innalzato la bandiera della rivolta contro i commissari oppressori e contro la Ceka, creata dai soviet bolscevichi.
Questo sollevamento è stato soffocato dalle forze bolsceviche e tenuto nascosto a tutti. Noi ne siamo stati informati solo da voci che circolavano. Ma quelle voci ci sono state confermate involontariamente dallo stesso P.C.R.(b.) che, mentre diceva di esprimere la volontà popolare, contemporaneamente fucilava I marinai rivoltosi che non accettavano più di morire di fame e di freddo; queste voci ci sono state confermate dalle nostre delegazioni, e Kronstadt si è sollevata. All’assemblea della guarnigione, alla quale ha assistito praticamente tutta la popolazione, e dopo la riunione dei delegati, non furono i generali a sollevare la bandiera della rivolta, ma i marinai, gli operai e i soldati rossi. « Kronstadt ritornerà ad essere rossa », dicono i bolscevichi nella loro stampa vile e menzognera. Da parte nostra rispondiamo che la nostra Kronstadt è e resterà rossa. Non è con i loro articoli interminabili e menzogneri, che essi ci potranno chiudere gli occhi, ma, al contrario, ce li apriranno. Compagni! Chi vi sta parlando, benché non appartenga a nessuna organizzazione, è stato e rimane un comunista convinto. Ma gli errori del Partito Comunista Russo dei Bolscevichi, le fucilate contro gli operai, l’assassinio di popolazioni pacifiche, l’ingannare il popolo con la propaganda orale e scritta, sono cose troppo vergognose.
È tempo di finirla.
Tutti, giovani e vecchi, sapremo riacquistare la nostra cara libertà, sapremo strapparla dagli artigli dei burocrati bolscevichi. Compagni, giovani proletari, e soprattutto membri dell’unione Comunista della Gioventù, poiché siete stati ingannati ed accecati da tre anni, venite in aiuto del C.R.P.
Tutti per i soviet rossi!
F.to: Dvorian, membro attivo dell’Unione Comunista della Gioventù.
[Alle donne
Compagne donne! I vostri fratelli, mariti e figli, i nostri grandi guerrieri per la liberazione dal giogo comunista, si ergono disinteressatamente in difesa di Kronstadt, rischiando la vita ogni minuto.
Compagne donne! Sostenete i nostri guerrieri. Siate pronte ad alleviare le sofferenze dei feriti, che non mancano in nessuna lotta armata, con la sensibilità femminile e una mano femminile premurosa.
Arruolatevi nelle Sorelle Rosse della Compassione. Che i nostri difensori sentano ancora una volta che non sono dimenticati, che il popolo riconoscente di Kronstadt li ricordi e si prenda cura di loro.
Avanti nella difesa della Kronstadt rossa, guerrieri con la bandiera rossa del Lavoro, donne con la croce rossa.
È possibile arruolarsi presso il Dipartimento della Sanità.]
[Una piccola satira su una conversazione intercettata]
— Pronto, pronto, compagno mettimi in comunicazione con Pietrogrado…Smolnj.
— Smolnj… parla Trotckij.
— Salve, compagno. Dimmi Zinoviev, come va da quelle parti?
— Va migliorando; ho potuto convincere la truppa di soldati rossi che Kronstadt era vinta e che ormai ci restava solo da occupare i punti strategici…
— Ci sono andati?
— Ci sono andati, ma i traditori della panetteria di Krasnaia Gorka si sono rifiutati di distribuire il pane per il viaggio dicendo che non ne avevano più neanche per loro.
— Che cosa hai fatto allora?
— Niente… Li ho convinti. Ho dato loro due libbre di grano non lavorato per ciascuno… non volevano prenderlo, ma ho mandato Dulkin a Raim con le mitragliatrici.
— Molto bene… Quando pensi di attaccare Kronstadt?
— Lo sa il diavolo: i nostri distaccamenti si arrendono, ma il Petropavlovsk no, benché glielo abbia intimato. C’è da vergognarsi.
— Ci si ricorda di quella porcheria di vergogna quando si ha il gusto del bastone?
— Che cos’è la vergogna, compagno?
— Che cos’è, diavolo… non si tratta di bastoni, ma di veri cannoni… Come vanno le cose per voi?
— Qui va tutto bene; gli operai in sciopero, i marinai e i soldati rossi si agitano, la popolazione è senza pane… per puro caso ho un treno a disposizione: se non c’è altro da fare aspetteremo.
Qui la conversazione fu interrotta.
Il telefonista
[Lasciano il partito
Tutti quelli che lasciano i ranghi del P.C.R.(b.) sono invitati a consegnare i loro documenti di identificazione e libretti di partito ai triunvirati elettorali. Coloro che lasceranno il partito in futuro, sono invitati a rilasciare delle dichiarazioni fin da subito.
Le dichiarazioni di uscita dal P.C.R.(b.) arrivano incessantemente in redazione; ma data la loro grande quantità e l’insufficienza di spazio, i redattori non possono pubblicarle immediatamente e le inseriranno possibilmente nelle prossime edizioni del giornale.
Noi, comunisti del collettivo dell’Ospedale Navale, chiediamo che non ci consideriate più membri del P.C.R.(b.). Esso ha generato nuovamente il burocratismo e il carrierismo; non vuole ascoltare la voce del popolo; e ha mandato contro Kronstadt i figli ingannati della Repubblica, dicendo che ci comandano le Guardie Bianche. Ma noi stessi vediamo chi ha specificamente rovesciato il potere comunista. Sono stati i nostri stessi compagni marinai, soldati e operai.
Compagni comunisti, è ora di rinsavire!
Basta con la passività del momento attuale. Lavorate insieme al nostro Comitato Rivoluzionario, in modo cameratesco.
Viva il potere sovietico!
Viva la vera unione fraterna degli operai e dei contadini!
A. Iunker, A. Ilyn, ex membri del P.C.R.(b.)
Sono arrivate anche le dichiarazioni di:
210) V. Zaitsev, militare;
211) V. Kashabin, ibidem;
212) Zhazhmorskaya, dipendente dell’Ospedale Navale;
213) Zavodchikova, ibidem;
214) V. Baranov, ibidem;
215) O. Vinogradov, soldato;
216) A. Skorodkov, ibidem;
217) M. Lavrov, ibidem;
218) A. Berezkin, membro dell’Unione dei trasportatori d’acqua;
219) V. Montiev, membro del P.C.R.(b.);
220) N. Starshinov, marinaio;
221) M. Maksimov, ibidem;
222) N. Omelchuk, membro del P.C.R.(b.);
223) V. Velikanov, ibidem;
224) Ia. Miagkov, ibidem;
225) Ermolaev, ibidem;
226) G. Katachev, soldato;
227) E. Nikolaev, ibidem;
228) V. Zakharov, artigiano dell’officina di galvanoplastica del porto di Kronstadt;
229) N. Savelchikov, impiegato del Dipartimento dell’Educazione Popolare;
230) A. Borodavsky, operatore telegrafico;
231) Ivan Bogdanov, marinaio militare della Scuola Macchinisti.
Prodotti alimentari da Gorprodkom
Con le tessere per bambini della serie Б per coupon pane n. 11, viene rilasciato il lievito dal produttore Rudkevich
I cittadini che hanno registrato la loro tessera presso il negozio n. 18 devono ricevere carne e prodotti grassi presso il negozio n. 19.
Levakov, per la Presidenza dell’Amministrazione del Gorprodkom
Avviso
Il triunvirato centrale dell’Ufficio dei Sindacati chiede che venga ripristinata la giornata lavorativa di 8 ore in quanto quella di 6 ore era stata introdotta a causa della mancanza di riscaldamento. Il momento che stiamo vivendo richiede urgentemente che tutte le forze siano impegnate nella realizzazione delle opere di carattere militare. Pertanto, il triunvirato centrale dell’Ufficio dei Sindacati dispone che a partire dal 14 Marzo il lavoro si svolga dalle 9.00 alle 17.00.
A. Fedorov, Presidente del Triunvirato centrale
A. Skvortsov, segretario
-Il triunvirato centrale chiede che i rappresentanti e i segretari dei comitati elettorali distrettuali si riuniscano entro le 14.00 del 13 Marzo presso gli uffici dei sindacati per ricevere le nuove identificazioni. La partecipazione è obbligatoria per tutti.
-Il “Sindacato degli operatori sanitari” annuncia che l’ultimo giorno di distribuzione delle cipolle per gli iscritti al sindacato sarà il 16 Marzo.
-Il sotto-dipartimento alloggi incarica tutti i comitati elettorali distrettuali di fornire, entro una settimana, informazioni precise su tutti gli appartamenti e le stanze libere, nonché sugli appartamenti soggetti a ristrutturazione.
Roschin, direttore del sotto-dipartimento alloggi
-È stata smarrita la tessera lettera Б, n. 36802, appartenente alla cittadina Stepanova.]
Nota
1Questo articolo venne pubblicato la prima volta il 15 Marzo 1921 sul “The New York Herald” e undici giorno dopo, il 26 Marzo, sul “Petrogradskaya Pravda.” Per questioni di semplicità, è stata messa la versione ridotta di Editori Riuniti.