L’insurrezione di Kronstadt: Uno sguardo dall’interno della rivolta. Nel centenario della ribellione – Settima Parte (I)

Sesta Parte

11 Marzo
La mattina dell’11 Marzo fallì un attacco da sud-est su Kronstadt, causando un gran numero di vittime governative. La nebbia impedì le operazioni per il resto della giornata.
La visibilità era così scarsa che un pilota comunista, in volo da Oranienbaum a Pietrogrado, atterrò per errore a Kronstadt. Accortosi dell’errore, rimise in moto il motore e manovrò per sfuggire al fitto fuoco di fucileria, riuscendo a rientrare salvo a Pietrogrado.”
-Paul Avrich, “Kronstadt 1921…”, pag. 185

IZVESTIJA N. 9, VENERDÌ, 11 MARZO 1921
IL POTERE AL SOVIET, NON AL PARTITO

Avviso
Il C.R.P. annuncia che i rappresentanti eletti il 2 Marzo si riuniscono oggi alle 16 al Club della Guarnigione. Ordine del giorno: organizzazione della rielezione del soviet.

Dal comandante della città di Kronstadt
Avviso alla popolazione!
Solo i lasciapassare con il timbro della « nave Petropavlovsk », del « comandante della città di Kronstadt » e dello « stato maggiore della fortezza » sono validi per circolare nella città dopo le 23. Tutti gli altri lasciapassare rilasciati da qualsiasi sezione о dipartimento dovranno portare uno dei timbri sopra enumerati.
F.to: Zemskov, comandante della città di Kronstadt

Rapporto sulle operazioni
Durante tutta la notte del 10 Marzo l’artiglieria nemica ha mantenuto un intenso fuoco dalla costa nord e sud. Gli è stata opposta un’energica resistenza. Alle quattro del mattino la fanteria bolscevica ha tentato un attacco alla costa sud, ma è stata respinta. I bolscevichi hanno rinnovato i loro attacchi fino alle 8, ma sono stati respinti dal fuoco delle nostre batterie e dalle .unità delle guarnigioni.

Le autorità sono destituite
Kronstadt ha cominciato il combattimento contro gli usurpatori del potere: i bolscevichi si sono arrogati il diritto, come prima i nobili, di imporre la loro legge agli operai e ai contadini. Abbiamo lanciato un appello a tutti i lavoratori della Russia perchè lottino per i soviet liberamente eletti. Il nostro appello è stato ascoltato. I soldati rossi e gli operai rivoluzionari di Pietrogrado stanno per darci man forte. Sappiamo, grazie a quelli che hanno raggiunto le nostre file, che a Pietrogrado il Maresciallo Trockij non arriva più a riunire un solo battaglione. La prova è che egli è obbligato a ricorrere a bande di cekisti, di banditi dei plotoni di disciplina, e di altre canaglie. Vediamo dunque che lo stato maggiore bolscevico non si contenta più di di inviare le sue truppe abituali contro Kronstadt, ma che intende utilizzare anche delle brigate specificamente selezionate. I bolscevichi, sentendo che perdono terreno, hanno ordinato di sparare [verso qualsiasi gruppo di 5 persone riunite] nelle vie di Pietrogrado. Le autorità perdono la testa, si innervosiscono, commettono errori su errori e arrivano a sparare col cannone sui passeri. Gli operai di Pietrogrado attaccano i loro reparti. Ancora uno sforzo e il potere degli usurpatori crollerà.

[Come si è formato il Comitato Rivoluzionario Provvisorio]
Il 1° Marzo alle 14 si è tenuta nella Piazza della Rivoluzione, coll’autorizzazione del Comitato Esecutivo del soviet, un’assemblea di marinai, soldati rossi ed operai. Presenti circa 15000 persone, l’assemblea si è svolta sotto la presidenza del compagno Vasiliev, [un comunista e] presidente del Comitato Esecutivo [Ispolkom], e con la partecipazione di due compagni venuti da Pietrogrado: Kalinin, presidente del Comitato Esecutivo Centrale panrusso, e Kuzmin, Commissario della Flotta Baltica. Oggetto dell’assemblea era discutere la « risoluzione » presa dall’assemblea generale degli equipaggi della 1a e 2a squadra, adottata al termine di un dibattito sugli avvenimenti in corso, e sui mezzi per fare uscire il paese dallo stato di disorganizzazione e di rovina generale. Questa «risoluzione» è conosciuta dà tutti: essa non contiene niente che possa minacciare il governo sovietico e non fa che esprimere il vero potere dei soviet: quello degli operai e dei contadini. Ma i compagni bolscevichi Kalinin e Kuzmin non hanno voluto comprenderlo. I loro discorsi sono rimasti senza eco e non hanno toccato le masse che non ne potevano più. Risultato: l’assemblea ha approvato all’unanimità la risoluzione degli equipaggi. L’indomani, con autorizzazione del Comitato Esecutivo, e conformemente alle istruzioni pubblicate sulle «Izvestija», i delegati delle navi, della guarnigione, delle officine e dei sindacati, in ragione di due per ogni organizzazione, si sono riuniti alla Casa dell’Educazione (ex-scuola degli ingegneri). C’erano in tutto 300 persone.
I rappresentanti dell’autorità hanno perso la calma; addirittura, qualcuno ha lasciato la città! In queste condizioni l’equipaggio della nave «Petropavlovsk» ha dovuto assicurare da solo la guardia dell’edificio e la sicurezza dei delegati rimasti contro eventuali eccessi, da qualunque parte venissero. La riunione è stata aperta dal compagno Petrichenko. Dopo l’elezione dell’ufficio di presidenza comprendente cinque membri, il compagno Kuzmin, Commissario della Flotta Baltica, ha preso la parola malgrado l’animosità della guarnigione e degli operai nei confronti dei rappresentanti del potere e dei bolscevichi. Bisogna ricordare che l’assemblea aveva il compito di trovare una via d’uscita pacifica alla situazione che si era determinata. Si trattava di creare un organo con l’aiuto del quale si potesse effettuare la rielezione del soviet su basi più giuste, previste nella « risoluzione » degli equipaggi. Era indispensabile, perchè il mandato del potere del soviet precedente era al suo termine ed i bolscevichi, che ne formavano la quasi totalità, si erano rivelati incapaci di risolvere i problemi più urgenti e vitali. Ma, come nell’assemblea, il compagno Kuzmin, invece di cercare un’intesa, non fece che precipitare le cose.
Parlò della posizione equivoca di Kronstadt, delle pattuglie, dei due poteri, del pericolo polacco, dell’Europa intera che ci guarda.
Affermò anche che a Pietrogrado tutto era calmo. Sottolineò che si trovava nelle mani dei delegati, che potevano anche fucilarlo, infine terminò dicendo: «Se i delegati vogliono la lotta armata, l’avranno. I bolscevichi non abbandoneranno volontariamente il potere e lo terranno fino all’ultimo». Questa dichiarazione maldestra non fece, sicuramente, che irritare i delegati. Quanto al discorso più che vago del presidente del Comitato Esecutivo, Vasiliev, passò completamente inosservato. Era sempre più evidente che là schiacciante maggioranza dei delegati era manifestamente ostile ai bolscevichi.
Nonostante ciò, i delegati non persero la speranza di trovare un terreno di intesa con i rappresentanti del potere ed unanimamente decisero di elaborare un ordine del giorno e cominciare un lavoro effettivo. Si decise di passare alla redazione dell’ordine del giorno. Ma era evidente che non ci si poteva fidare dei compagni Kuzmin e Vasiliev; si ritenne necessario quindi metterli provvisoriamente in stato d’arresto. Questo soprattutto in considerazione dei fatto che:
— I bolscevichi erano sempre in possesso di depositi di armi;
— non si aveva più accesso al telefono;
— i soldati rossi erano eccitati dalle minacce personali proferite dai bolscevichi;
— ed infine che i commissari vietavano ogni riunione tra le autorità militari…
Furono quindi arrestati i compagni Kuzmin e Vasiliev, come pure il comandante della fortezza.
Benché i partecipanti alla riunione non nascondessero i loro sentimenti ostili nei confronti dei bolscevichi, e malgrado la proposta di alcuni di arrestare tutti i bolscevichi, l’assemblea decise che i mandati dei delegati bolscevichi erano validi come tutti gli altri, e che quindi dovevano restare alla riunione per continuare il lavoro comune con i compagni senza partito. Questo fatto prova ancora una volta che i delegati dei soldati rossi, dei marinai e degli operai non aderenti a nessun partito non pensavano che la «risoluzione» adottata alla precedente riunione dovesse necessariamente portare ad una rottura con il Partito Comunista Russo dei Bolscevichi, ma pensavano di poter trovare un’intesa. In seguito, su proposta del compagno Petrichenko, fu data lettura della risoluzione redatta la vigilia. La risoluzione venne adottata dalla schiacciante maggioranza dei delegati. A quel punto un delegato della nave di linea « Sevastopol » fece una mozione d’ordine. Annunciò che quindici camion di truppe con fucili e mitragliatrici, si dirigevano verso il luogo della riunione. In seguito risultò che questa notizia era falsa, e che era stata diffusa dai bolscevichi per fare fallire la riunione.
Ma in un tale frangente, non ci voleva molto a prestarvi fede, soprattutto per la tensione generale e la posizione ostile nei riguardi della riunione presa dai rappresentanti dei potere.
Calmatisi gli animi, su proposta del presidente, si passò alla discussione delle misure da prendere, vista la situazione ed il testo della risoluzione adottata. Venne scartata l’idea di inviare una delegazione a Pietrogrado perchè sarebbe stata certamente arrestata.
Dopo di che, molti compagni delegati proposero che il Comitato di presidenza si organizzasse in Comitato Rivoluzionario Provvisorio, con l’incarico di preparare le nuove elezioni del soviet.
Mozione d’ordine del presidente: un distaccamento di 2000 uomini armati sarebbe in marcia verso II luogo dellaa riunione. La seduta viene sospesa. I delegati lasciano la sede della Casa dell’Educazione, mentre il C.R.P. si trasferisce a bordo della nave «Petropavlovsk» dove stabilisce la sua sede, fino al giorno in cui, grazie ai suoi sforzi, sarà assicurato l’ordine nella città nell’interesse di tutti I lavoratori, soldati rossi, marinai ed operai.

La verità su Kronstadt: parla un comunista bolscevico
Le realizzazioni della Rivoluzione d’Ottobre e il potere effettivo dei soviet hanno profondamente sottolineato ed elevato la coscienza dell’attuale movimento rivoluzionario. Le poche notizie che arrivano a Kronstadt non ci impediscono di constatare che i compagni comunisti bolscevichi di Pietrogrado, per ignoranza o intenzionalmente, descrivono la situazione di Kronstadt in maniera completamente falsa.
In quanto comunista sincero, deploro che i miei compagni di partito ripetano le menzogne e le invenzioni pubblicate dai giornali di Pietrogrado. In essi si dice che tutto ciò che sta accadendo a Kronstadt è opera delle guardie bianche, delle spie dell’Intesa con il generale Kozlovskij in testa e, infine, che Kronstadt si è alleata con la Finlandia per attaccare Pietrogrado. Per capire bisogna vedere come si sono svolti i fatti: a Pietrogrado l’agitazione fu provocata dalla sfiducia che regnava nei confronti dei soviet degenerati, dalla chiusura delle fabbriche e delle officine che mancavano di combustibile, dalle difficoltà di approvvigionamento e dagli arresti in massa degli operai. A Kronstadt tutto questo non si è verificato: non c’erano problemi né di combustibili, nè di vettovagliamento.
Solo in seguito alle voci che circolavano su Pietrogrado l’equipaggio della Petropavlovsk decise di prendere misure che andavano oltre la richiesta di sospensione degli arresti e di liberazione dei prigionieri già incarcerati. I marinai della nave di linea Petropavlovsk proposero allora la loro « risoluzione » alla popolazione della guarnigione e della fortezza durante la riunione del 1° Marzo sulla piazza dell’Angora, alla quale assistevano anche i compagni Kalinin, presidente del Comitato Esecutivo Panrusso, e il compagno Kuzmin, commissario della Flotta del Baltico. La «risoluzione» fu approvata all’unanimità (votarono contro solo i compagni Kalinin, Kuzmin e Vasiliev) senza nessuna modifica.
Il punto principale di questa « risoluzione » era la rielezione dei soviet, affinchè tutti i partiti politici di sinistra, anarchici inclusi, potessero parteciparvi, rappresentando così realmente la volontà delle masse lavoratrici. Sulla base di queste aspirazioni sono stati soddisfatti gli altri punti, ad esempio:, ritirare i plotoni militari, particolarmente quelli del distretto di Pietrogrado (agli ordini del soviet di Pietrogrado), rimettere in libertà i prigionieri politici.
Sulla base di questa «risoluzione», tutti i marinai della nave di linea Petropavlovsk proposero allora alla presidenza del soviet di procedere molto rapidamente all’elezione di una nuova presidenza. In risposta a questa richiesta l’indomani, il 2 Marzo, ogni unità ed ogni Comitato Regionale elesse due delegati per designare la commissione incaricata di organizzare la rielezione del soviet. Ma poiché i delegati avevano fondati motivi di sospettare che i bolscevichi volessero usare la violenza contro di essi, visto l’atteggiamento minaccioso di alcuni delegati contro i bolscevichi presenti alla riunione, si decise all’ultimo momento di eleggere un Comitato Rivoluzionario Provvisorio incaricato’ di organizzare le elezioni al soviet e di sorvegliare la città.
È chiaro dunque che non c’è stata e non può esserci alcuna organizzazione controrivoluzionaria. Tutto il corso degli eventi poggia sul malcontento del popolo nei confronti dei soviet esistenti dove dominano i bolscevichi. Ecco i fatti: il popolo non ha più fiducia in noi. Noi, rappresentanti del popolo non dobbiamo esasperare la sua collera, ma dobbiamo dire: cittadini, prendete nelle vostre mani la direzione del paese, ma dateci anche la possibilità di collaborare insieme a tutti gli altri a questa opera. Tutte le repressioni, le esecuzioni, le distruzioni causate dalla guerra provocata dai bolscevichi non fanno che aggravare le cose. Sono sicuro che i compagni bolscevichi che sono entrati nel Partito non per avere il potere, non per carrierismo о per altri interessi sono d’accordo con me.
F.to: Palanov, membro candidato del P.C.R. (b.)

Ai compagni operai e contadini
Kronstadt ha cominciato la lotta eroica contro il potere usurpatore dei bolscevichi per l’emancipazione degli operai e dei contadini, ma Kronstadt non è stata la prima a spargere il sangue. I vostri nemici vi ingannano! Vi raccontano che l’insurrezione di Kronstadt è organizzata dai menscevichi, dai socialisti-rivoluzionari, dalle spie dell’Intesa e dai generali zaristi. Essi affermano che noi riceviamo ordini da Parigi. Menzogne!
Tutto questo non è che una sfrontata invenzione. Quanto avviene attualmente è opera dei bolscevichi, che da tre anni uccidono e distruggono. Le lettere che ci giungono dalle campagne sono piene di odio e di maledizioni verso i bolscevichi. Alcuni compagni rientrati dalla licenza ci hanno raccontato gli orrori perpetrati dai bolscevichi in tutta la Russia.
D’altronde noi stessi abbiamo visto e udito quello che accadeva intorno a noi: dappertutto non c’è che angoscia ed esasperazione. Dobbiamo fare giustizia ed armare le nostre braccia contro questi abusi. Noi non vogliamo il ritorno al passato. Non siamo nè servi della borghesia, nè mercenari dell’intesa. Siamo per il potere di tutti i lavoratori, ma non per il potere sfrenato e tirannico di un solo partito, qualunque esso sia. Non sono nè Kolcak1, nè Denikin2, nè Judenic3 che operano a Kronstadt; Kronstadt è nelle mani dei lavoratori.
Sono i soldati rossi e i lavoratori di Kronstadt, che grazie al loro buon senso, hanno trovato il modo di farci uscire da questa situazione, e non i generali zaristi. I bolscevichi lo hanno capito benissimo e seminano la discordia perché vogliono salvare la pelle e si sforzano di presentare il movimento come diretto dalle guardie bianche. Ma non vi riusciranno! Inizialmente volevamo sistemare tutto in modo pacifico, ma i bolscevichi non hanno voluto cedere. Più ancora di Nicola II si attaccano al potere, pronti a far affogare l’intero paese nel sangue, pur di continuare a reggere da autocrati. E Trockij, questo criminale, lancia contro di noi i nostri figli e i nostri giovani. I cadaveri non si contano più. Da quattro giorni Kronstadt respinge il nemico. Trockij attacca, ma Kronstadt resiste sempre.
Piuttosto morire che arrendersi! I nostri nemici operano ingannando e minacciando con le mitragliatrici i « cadetti » e le unità bolsceviche. I soldati rossi sono in agitazione e si uniscono alle nostre file. I bolscevichi restano soli: sono costretti a reclutare gli aguzzini della Ceka, gli « eroi » dei plotoni di disciplina e altra gentaglia della stessa risma. Compagni operai! Kronstadt lotta per voi, per quelli che hanno freddo, fame e sono senza alloggio.
Fintanto che i bolscevichi resteranno al potere, la miseria continuerà.
È da tre anni che vi nutrono di patate gelate, di aringhe affumicate e di promesse.
Ogni giorno che passa rende la vita più insopportabile.
E voi sopportate tutto questo!
In nome di che cosa? Unicamente perchè i bolscevichi vivano piacevolmente e i commissari ingrassino?
Avete ancora fiducia in loro?
Noi crediamo fermamente che l’esca e l’oro che offrono i bolscevichi compreranno soltanto gli operai meno coscienti e preparati. Ma i bolscevichi non avranno mai abbastanza oro per comperare quelli che rimangono coscienti e coraggiosi.
Compagni, non esitate!
Distruggete le catene della nuova schiavitù!
Compagni contadini! siete stati particolarmente ingannati e spogliati dal potere bolscevico. Dove è la terra che avevate ripreso ai proprietari e che attendete da secoli? Ora è nelle mani dei bolscevichi, i vostri nuovi padroni. Essi vi hanno tolto tutto quello che potevano prendervi. Ora il vostro unico diritto è di obbedire al giogo bolscevico, è di avere fame e di stare nelle strade. Compagni, gli uomini di Kronstadt hanno alzato il vessillo della rivolta nella speranza che decine di milioni di operai e di contadini rispondano al loro appello.
Bisogna che questa speranza che anima oggi Kronstadt illumini un giorno tutta la Russia.
Bisogna che l’esplosione che ha smosso Kronstadt rianimi la Russia intera e Pietrogrado in particolare.
I nostri nemici hanno riempito le prigioni di operai. Ma non possono incarcerare tutti! Ne rimangono molti decisi ad andare avanti fino alla fine. Compagni, uniamoci per la lotta contro l’assolutismo dei bolscevichi!

Ultime notizie
Per ordine del Comitato di Difesa di Pietrogrado, è stato vietato, pena la morte, di riunirsi nelle strade in gruppi di più di cinque persone. L’atmosfera della città è deprimente. Intere unità della guarnigione sono state sostituite da piccoli gruppi di cekisti, di bolscevichi e di cadetti. Una parte della guarnigione è in rivolta. Sul fronte di Oraniembaum un proiettile ha colpito l’edificio dello stato maggiore bolscevico distruggendone una parte. Quindici treni militari sono stati inviati d’urgenza alla frontiera polacca.

Elenco dei morti e dei feriti in combattimento dell’8,9 e 10 Marzo (Fino alle ore 12)
1) Difensori di Kronstadt
[1) Aleksandrov Mikhail, 2) Danilov Aleksandr, 3) Klimenkov Zakhar, 4) Mischenko Stepan, 5) Pospelov Aleksandr, 6) Pakhtonov Ivan, 7) Kovshin Stepan, 8) Shaposhnikov Foma, e anche 1 marinaio, 1 operaio e quattro soldati di cui non si è saputo il nome.]
2) Attaccanti
[1) Cadetti: Viasev Semen, 2) Shamritsky Ivan, 3) e 4) due cadetti i cui nomi non sono stati resi noti e 5) Bachev Aleksandr.]
Vi sono anche parecchi feriti: due marinai, un civile, 34 soldati rossi.

Le razioni dei prigionieri bolscevichi
[Per i comunisti arrestati e i prigionieri di guerra è stata confermata la seguente ripartizione dei prodotti, fino al miglioramento della situazione alimentare nella fortezza.]
Razione normale: 1/4 di libbra di pane, 1/8 di galletta [e 1/4 di carne].
Razione supplementare: [12 zol. [1 zolotnik corrisponde a 4,62 g] di carne, di pesce [e di verdura], [4 zol.] di patate, [2 zol.] di grassi, [4 zol.] di zucchero, [72 zol.] di caffè, [3 zol.] di [makhorka [tabacco di bassa qualità]] e due scatole di fiammiferi al mese.

Misure adottate nei confronti dei bolscevichi incarcerati
Visto che i bolscevichi provvisoriamente detenuti non hanno bisogno di scarpe, ne sono state donate 280 paia alle unità della guarnigione che difende gli avamposti di Kronstadt. Ai bolscevichi sono state date in cambio delle scarpe di tela. E così che sì deve fare: questa è giustizia.

Razione supplementare per la guarnigione
Nel mese di Marzo è stata decisa questa razione: zucchero: mezza libbra; carne: 2 libbre; [verdura: 2 libbre] patate: 1 libbra e 1/3; 50 sigarette; tabacco di bassa qualità: 1/2 di libbra e una scatola di fiammiferi.
Viva Kronstadt rossa!
Viva i soviet liberi!
Abbasso i controrivoluzionari di destra e di sinistra!

La verità si impone
Il C.P.R. e la redazione del giornale sono sommersi da una valanga di dichiarazioni di bolscevichi che abbandonano il Partito. Non si contano più! Per mancanza di spazio siamo costretti a pubblicarle in blocco man mano che arrivano. Tutti abbandonano il Partito!
I soldati rossi, gli operai ingannati e quella parte di intellettuali che era stata abbastanza ingenua da credere agli slogan e ai discorsi demagogici.
Che significa questo abbandono? È forse una fuga del popolo lavoratore? No!
Perchè finalmente essi hanno aperto gli occhi! Ne fa fede questa dichiarazione di un operaio che ha abbandonato recentemente il Partito: « Noi non fuggiamo! La verità ci ha aperto gli occhi! Il sangue dei lavoratori versato per volontà dei pazzi che difendono il loro potere, ha fatto insorgere il popolo. Tutti i lavoratori onesti devono abbandonare questo partito di demagoghi. In questa banda non restano più che i criminali: i commissari di tutti i gradi, i cekisti e i dirigenti, questi grandi capi ingrassati a spese degli operai e dei contadini.
Queste canaglie sperano ancora qualcosa? Invano! Se il popolo che seppe sbarazzarsi del giogo zarista saprà anche sbarazzarsi della schiavitù bolscevica. I lavoratori hanno finalmente compreso la verità.

Dichiarazione di un compagno
Visto il corso degli avvenimenti di Kronstadt, mi sembra necessario portare a conoscenza di tutti (e in particolare all’equipaggio della nave di linea Petropavlovsk che dal 1920 non faccio più parte del P.C.R. (b.). Chiedo quindi di non essere più considerato membro del Partito e di non essere classificato fra gli sfruttatori del potere che gettano bombe sui fanciulli innocenti e non cercano neanche di evitare la perdita dì numerose vite umane.
F.to: T. Ia. Bratishevskij, marinaio della nave Petropavlovsk, 8a Compagnia

[Prodotti alimentari da Gorprodkom
Per l’11 Marzo, viene rilasciato mezzo chilo di pane con le tessere per adulti di lettera A per coupon pane n. 22. Oggi, 11 Marzo, è l’ultimo giorno in cui viene emesso il cibo in scatola, la carne, l’avena e il grano.
Tukin, Presidente dell’Amministrazione del Gorprodkom

Notizia
Diverse lettere stanno arrivando alla Segreteria del Comitato Rivoluzionario Provvisorio senza la firma dei loro autori. La Segreteria porta all’attenzione generale che tali dichiarazioni non saranno assolutamente prese in considerazione.

Dal dipartimento dell’Amministrazione della città di Kronstadt
Il mancato pagamento della tassa di 40 rubli rallenta il pagamento degli stipendi dei presidenti e dei segretari dei comitati elettorali distrettuali. Pertanto il Dipartimento dell’Amministrazione ordina a tutte le commissioni di controllo di assicurarsi che la quota annotata arrivi al Dipartimento non prima del 15 e non oltre il 25 [Marzo]. In caso contrario, anche le commissioni, oltre ai loro presidenti e segretari, saranno ritenute responsabili.
Kasukhin, assistente del capo del Dipartimento dell’Amministrazione
L’Assemblea generale dei presidenti e dei segretari dei comitati elettorali distrettuali si terrà venerdì alle 13.00, nella Casa dei Sindacati. La partecipazione è obbligatoria. Verranno emessi nuovi mandati.
L’Unione dei Lavoratori della Commissione dell’Economia propone di dare ai propri membri delle cipolle – le quali verranno distribuite entro e non oltre 2 giorni.
Il Comitato dell’Unione dei Lavoratori Metalmeccanici e il triumvirato ordinano, congiuntamente, a tutti i compagni liberi dal servizio di guardia di presentarsi al lavoro nelle officine appena fischia la fine del turno lavorativo.
Gli elenchi di coloro che non si presentano al lavoro senza un valido motivo devono essere inviati al sindacato.
Il Comitato dell’Unione dei Lavoratori del Trasporto Acquatico porta all’attenzione di tutti i membri del sindacato che la distribuzione delle cipolle termina il 13 Marzo.
L’emissione di cartine per sigarette avverrà presso il sindacato e fino al 18 Marzo.

12 Marzo
Come riportato dal “Za Narodnoe Delo”4 del 18 Marzo 1921, il 12 Marzo, “secondo una fonte dell’emigrazione, un aeroplano bolscevico venne colpito dal fuoco da terra di Kronstadt e precipitò nel golfo di Finlandia: fu il solo caso del genere nel corso della rivolta”.5
Ma nonostante il susseguirsi delle piccole vittorie, il futuro appariva sempre più cupo per i ribelli. La loro rivolta non era riuscita a diffondersi. Non era stata la superiorità della forza militare a far vincere i bolscevichi ma, piuttosto, il dominio dei flussi di informazione.
Lo stesso giorno, secondo il suo diario, Alexander Berkman finì di leggere “Delitto e castigo” di Fëdor Dostoevskij; questa lettura gli suscitò cupe riflessioni sullo spirito umano.

IZVESTIJA N. 10, SABATO, 12 MARZO 1921
Oggi è la vigilia del crollo dell’autocrazia e della caduta della commissariocrazia
Il Comitato Rivoluzionario Provvisorio propone a tutte le unità militari della fortezza di Kronstadt, al dipartimento della marina e ai dipartimenti delle istituzioni dei soviet, di presentare al dipartimento dei trasporti del le liste esatte del materiale da trasporto, animale e motorizzato (fino al 13 Marzo), specificando il peso e l’utilità per il trasporto dei carichi.
F.to: Baikov, incaricato del dipartimento dei trasporti del C.R.P.

Rapporti sulle operazioni militari
La giornata dell’11 Marzo è stata tranquilla. Solo una spessa nebbia ostacolava il tiro. Alle 18 Krasnaja Gorka ha aperto il fuoco, impreciso ed inefficace, sulla città. I nostri forti del nord, dalla parte di Sestrotetsk e Lisy Nos, sono stati continuamente cannoneggiati. Il fuoco delle nostre batterie ha ridotto il nemico al silenzio. Sono state inviate pattuglie di esploratori. A Oraniembaum le nostre batterie hanno distrutto un treno carico di pane. A causa’ di ciò la guarnigione del forte è rimasta priva di pane per un giorno. Aerei nemici hanno effettuato incursioni sulla nostra città, lanciando molte bombe.
Alle 16 le batterie nemiche hanno aperto il fuoco dalla parte di Oraniembaum e del forte Krasnoflotskij. La risposta della nostra artiglieria è stata energica. Alle 20 il fuoco è cessato.
F.to: Petrichenko, presidente del C.R.P.
Solovianov capo della difesa della fortezza di Kronstadt.

A tutti i compagni marinai, soldati rossi e operai che hanno respinto gli attacchi dei bolscevichi dall’8 al 12 Marzo
Cari compagni!
Lo stesso destino vi unisce in un grande compito: liberare la Russia Sovietica dal giogo bolscevico! Cari compagni! E’ su di voi che ricade la parte più importante e più gravosa di questi combattimenti accaniti. Fiduciosi, le vostre madri, le vostre mogli, i vostri figli attendono da voi la vittoria. Pieni di orgoglio e di speranze essi hanno affidato la loro vita a voi, i difensori dei lavoratori russi, a voi che possedete la Verità. Cari combattenti! Continuate a dimostrare che malgrado le difficoltà della lotta per i soviet liberamente eletti, Kronstadt resta e resterà il difensore degli interessi dei lavoratori.

Tappe della rivoluzione
È da quattro anni che è caduto il giogo dell’autocrazia che durava da secoli. Il popolo, oppresso, torturato dai gendarmi e dai cosacchi di Nicola, ha abbattuto il potere dello Zar. Tutta la Russia, ricca e povera, si è rallegrata della libertà. Gli stessi capitalisti ed i proprietari fondiari erano contenti. Essi speravano, non dovendo più dividere con lo Zar, di riempirsi di più le tasche e di sfruttare come prima gli operai e i contadini, abbrutendoli con l’Assemblea Costituente verso cui lentamente, ma sicuramente, si incamminava Kerenskij. La borghesia contava anche di potere profittare del lavoro degli operai e dei contadini. Il popolo ignorante sperava ugualmente nella formazione dell’Assemblea Costituente senza sapere cosa essa rappresentasse veramente. E tutti speravano in quella che era diventata la parola d’ordine di tutta la Russia. Tuttavia il contadino che credeva di risolvere il problema della terra con la Costituente è rimasto il paria di sempre. Come accadeva precedentemente, l’operaio, sfruttato come sempre, non aveva diritto al prodotto del suo lavoro. E i lavoratori russi compresero che il giogo capitalista era inevitabile e che una nuova schiavitù si preparava: quella del potere della borghesia. La pazienza del popolo si esaurì, e sotto la spinta del marinai, dei soldati rossi, degli operai, dei contadini, nell’ottobre del 1917 il potere della borghesia è crollato. Il popolo stava per conquistare i suoi diritti.
Ma il P.C.R. (b.), pieno di profittatori, si impadronì del potere, escludendo quegli operai e quei contadini nel nome dei quali dichiarava dii agire. Decise di amministrare il paese alla maniera zarista, servendosi dei commissari. Da tre anni il popolo geme sotto il giogo ignominioso della Ceka. La dominazione bolscevica si è installata dappertutto, e si è creata una nuova schiavitù. Il contadino è stato trasformato in servo dell’economia sovietica, l’operaio è diventato un semplice salariato nelle officine dello stato. Subito dopo sono stati sterminati i lavoratori intellettuali.
Quelli che protestavano sono stati gettati nelle carceri della Ceka.
Quelli che hanno osato ribellarsi sono stati semplicemente fucilati.
L’atmosfera della città è divenuta irrespirabile. Tutta la Russia è stata trasformata in un immenso campo di lavori forzati. Ma la pazienza dei lavoratori sta per finire. Gli operai e i contadini si rivoltano dappertutto. E’ venuto il momento della rivoluzione. È arrivato il momento di abbattere la commissariocrazia. La vedetta della rivoluzione sociale, Kronstadt, non si è addormentata. Kronstadt si trovava in prima linea nel Febbraio e nell’Ottobre.
È ancora lei che brandisce per prima la bandiera della terza rivoluzione dei lavoratori.
L’autocrazia è caduta. La Costituente non è che un ricordo.
Anche il regime dei commissari si schianterà a sua volta.
È arrivato il momento del vero potere dei lavoratori.
È venuto il momento del potere dei soviet.

Ai nostri compagni morti per la libertà
I vostri nomi resteranno incisi per sempre nella memoria dei lavoratori per i quali avete offerto le vostre vite. Nella violenza della lotta voi non avete pensato che agli altri. Difensori del nostro ideale, non avete esitato davanti al fucile del nemico. Voi avete dato l’esempio; voi, le prime vittime della terza rivoluzione del lavoro. Voi avete mostrato il cammino della fermezza e della riconquista dei nostri diritti. Avete lottato gridando: vincere o morire! Adesso siete morti Noi che siamo ancora vivi porteremo a compimento la vostra lotta. Giuriamo sulle vostre tombe ancora fresche: vincere, o morire al vostro fianco.
L’ora dell’emancipazione dei lavoratori è suonata.

Kronstadt e Smolny
Quello che facciamo, lo facciamo davanti a tutti. Niente è nascosto. Ciò che noi vogliamo è realizzare il desiderio unanime dei lavoratori: instaurare il vero potere dei soviet.
Nessuno potrà opporvisi. E soprattutto non questa banda di cekisti e di assassini!
La nostra garanzia? E’ la fermezza e la tranquilla sicurezza della guarnigione e della popolazione. Che cosa succede nel frattempo nel campo nemico?
La risposta la troviamo nei giornali del 9 Marzo di cui siamo in possesso. Tali giornali sono affissi alla Tipografia Centrale. Tutti i cittadini possono leggerli e vedere come, per l’intervento di Smolny 6 , si coprono di menzogne e di calunnie gli operai e di soldati rossi. La [Krasnaia Gazeta] arriva ad affermare che i cadetti sono entrati nella città, che è stato arrestato Vershinin, membro de! C.R.P… Poveri bolscevichi! Ma chi volete ingannare? Il compagno è stato veramente arrestato; ma volete sapere, cittadini, in quali circostanze?
Ebbene, l’8 Marzo un gruppo nemico, brandendo una bandiera bianca, si è diretto verso i nostri avamposti. Avendo fiducia, e scambiando il gruppo per una delegazione pacifica, il compagno Vershinin, lasciata la sua pistola, si è diretto disarmato verso i suoi nemici, che sembravano voler parlamentare. I traditori non erano mai arrivati a tanto! Hanno arrestato il nostro compagno e l’hanno portato via. Cittadini, ecco la verità! E i partigiani della [Krasnaia Gazeta] non hanno giudicato utile dare la stessa versione della Pravda! Mentre la prima annunciava l’arrivo a Kronstadt di 2000 controrivoluzionari, la Pravda parlava di un centinaio di ufficiali zaristi! Noi agiamo alla luce del sole. Le loro menzogne sono per noi la migliore propaganda.

Riunione dei delegati dell’11 Marzo
Alle 5 nella sala riunioni. Prima di chiudere la seduta, il compagno Patrisenko ha distribuito i giornali bolscevichi: la Pravda e la [Krasnaia Gazeta]. Kronstadt non teme la stampa bolscevica. La seduta ha avuto inizio alle 4, sotto il rombo dei cannoni. Innanzitutto si è osservato un minuto dì silenzio in memoria degli eroi della rivoluzione. Dopo, in primo luogo, si è discusso della situazione alimentare. Si sono ascoltate con attenzione le informazioni del C.R.P. Dopo una breve discussione ci si è resi conto che Kronstadt si trova in condizioni favorevoli. L’assemblea ha approvato l’atteggiamento del C.R.P., dimostratosi il più adeguato alla presente situazione. In seguito si è discusso degli affari correnti. È stata annunziata la requisizione degli stivali dei bolscevichi arrestati. Un grido di approvazione unanime ha risposto: « Rendano ciò che hanno preso! ».
Si è deciso in seguito di celebrare la caduta dell’autocrazia e il disfacimento della commissariocrazia. Si sono lasciate da parte le operazioni militari. Un rappresentante degli operai della fabbrica di abbigliamento dei soviet (patrimonio popolare) ha informato che erano pronti tremila capi di biancheria, e che sarebbero stati inviati ai combattenti del fronte.
Il compagno Kilgast ha raccomandato ai delegati di diffondere queste informazioni in tutte le sezioni.
Si è passato in seguito al problema dell’eventuale liberazione dei bolscevichi arrestati. Dopo la discussione, il compagno Petrichenko ha ricordato i risultati ottenuti con le precedenti scarcerazioni. Ha detto che non ci si può fidare dei bolscevichi. Infatti Ilyin, Galapov, [Guriev] ed altri, ad esempio, appena liberati hanno ripreso subito a fare propaganda e a cospirare. Ilyin ha persino telefonato al Krasnaja Gorka per dare notizie di Kronstadt. I più pericolosi sono stati arrestati e si è deciso di trattenerli fino alla fine delle operazioni militari. Si è precisato che il C.R.P. non potrà effettuare gli arresti senza l’approvazione dei triumvirati rivoluzionari. Un compagno ha sottolineato che esistono dei bolscevichi degni di fiducia perchè effettuano il loro lavoro degnamente. Prima della chiusura della seduta il compagno Petrichenko ha rivolto un saluto ai combattenti per Kronstadt. È stato applaudito.

I nostri generali
I bolscevichi insinuano che fra i membri dei C.R.P. si trovano alcuni generali, alcuni ufficiali bianchi e un pope. Per farla finita una volta per tutte con queste menzogne, portiamo a loro conoscenza che il Comitato è composto dai seguenti 15 membri:
1) Petrichenko, primo scrivano a bordo del « Petropavlovsk ».
2) Yakovenko, telefonista del distretto di Kronstadt.
3) Ososov, meccanico della « Sevastopol ».
4) Archipov, quartiermastro meccanico.
5) Perepelkin, meccanico della « Sevastopol ».
6) Patrushev, quartiermastro meccanico della « Petropavslovsk ».
7) Kupolov, primo aiuto medico.
8) Vershinin, marinaio della « Sevastopol ».
9) Tukin, operaio elettricista.
10) Romanenko, guardiano dei cantieri di riparazione delle navi.
11) Oreshin, impiegato della terza scuola tecnica.
12) Valk, operaio carpentiere.
13) Pavlov, operaio addetto alla costruzione delle mine marine.
14) Baikov, barrocciaio.
15) Kilgast, timoniere.
[Ecco i nostri generali; [altro che 7] i Brusilov, i Kamenev e via dicendo.]

Notizie da Pietrogrado
La Pravda annuncia: « Causa la gravità della situazione, la festa del proletariato femminile di Pietrogrado è annullata fino a nuovo ordine». Ma quale operaia onesta vorrà partecipare a questa festa, dal momento che comandano gli oppressori della libertà ed i cekisti?

Riunione generale dei soldati della 4a Caserma del Nord che sono passati nelle nostre file
I soldati rossi che sono passati dai ranghi bolscevichi ai nostri hanno eletto il loro triumvirato rivoluzionario composto da tre compagni: Azarenko, Kuznetsov, Davydenko. Hanno preso la seguente decisione: « Noi, disertori bolscevichi, dimostrando la nostra fiducia nel generale Gribov, siamo a disposizione del Comitato Rivoluzionario Provvisorio, subito pronti ad accorrere al primo allarme per difendere la città di Kronstadt ».
F.to: Trofimov, marinaio presidente dell’assemblea
Kuznetsov, segretario

I bastoni dei lavoratori sono i soviet, non l’assemblea costituente
Un giovane eroe.
Un giovane di 14 anni, Podriadchikov, si è iscritto in un distaccamento di esploratori. Non è stato possibile impedirglielo. “Passami il fucile!… E taci!” diceva. Il distaccamento è andato in perlustrazione notturna, e c’era anche il coraggioso ragazzo. Nell’oscurità si sono imbattuti in una pattuglia nemica in posizione avanzata e hanno cominciato a sparare.
Quando il nemico fu messo in fuga, una palla vagante ferì il ragazzo al piede.
“Tagliatemelo o bendatemelo!” gridò.
Fu bendato superficialmente, e continuò ad avanzare con gli altri.
Ora è all’ospedale, impaziente di uscire e lanciarsi nuovamente nella lotta
L’anno scorso i bolscevichi fucilarono suo padre.

Dimissioni dal Partito Comunista Russo dei bolscevichi
Ho lavorato per tre anni a Kronstadt come professore, occupandomi delle unità militari e marittime. Mi sono sempre comportato onestamente, dedicando tutte le mie forze alla educazione dei lavoratori di Kronstadt libera.
L’educazione « diretta » dal Partito, la lotta dei lavoratori contro lo sfruttamento, la « costruzione sovietica » mi hanno fattoi aderire al Partito nel 1920. In tutto questo periodo ho potuto rendermi conto delle irregolarità commesse dai pezzi grossi bolscevichi. La burocrazia si abbarbica ogni giorno di più.
Il Partito si separa dalle masse ogni giorno di più, ed intanto prosperano i metodi dittatoriali. Tutti questi difetti non fanno che ampliare l’abisso fra le masse ed il Partito, e gli rendono impossibile la lotta contro la rovina che si abbatte sul paese. Ma ormai la situazione ci ha aperto gli occhi. In risposta alle giuste domande delle migliaia di lavoratori, i « difensori del popolo » hanno usato le mitragliatrici. Hanno aperto un fuoco fratricida sugli operai, marinai e soldati rossi rivoluzionari. E come se non bastasse, hanno lanciato bombe su donne e bambini innocenti. Io non voglio più essere complice degli orrori perpetrati dai bolscevichi. Davanti al C.R.P. dichiaro di non considerarmi più membro del . Partito Comunista Russo dei Bolscevichi. D’ora in poi solidarizzo con la parola d’ordine dei lavoratori di Kronstadt:
« Tutto il potere ai soviet e non ai partiti! »
F.to: Denisov, professore della 2a scuola operaia

Io domando che non mi si consideri più membro del Partito Comunista Russo dei Bolscevichi. E’ una vergogna restare nei ranghi dei criminali diretti da Trockij. Sono e resto amico del popolo. Morirò per lui.
F.to: Aleksandrov, operaio dell’artiglieria marittima

Il succedersi degli avvenimenti, il senso reale delle grandi frasi di cui il governo si è servito tramite Trockij per diffondere la propaganda del P.C.R. (b.), le pallottole che hanno ucciso gli operai e i contadini ribelli ci hanno fatto capire che dobbiamo respingete gli «pseudocombattenti per la libertà del popolo ». Noi diciamo: « Traditori che fate scorrere sangue innocente, giù le mani dal potere, siede puniti per sempre».
Oggi chiediamo di non essere più considerati membri del P.C.R. (b), ma di essere accolti come onesti lavoratori, pronti in qualunque momento a combattere per il C.R.P. di Kronstadt e, se necessario, a dare la vita per gli operai, i contadini e il potere dei soviet.
F.to: I. Gurov, A. Yakushin, marinai degli avamposti

[Il Partito Comunista ha perso la fiducia delle masse operaie e il suo potere è passato, senza violenza, né sangue, nelle mani delle masse operaie rivoluzionarie di Kronstadt. Ciononostante, le autorità centrali bloccano Kronstadt e inviano trasmissioni e proclami provocatori, cercando di ancorare il proprio potere con la fame, il freddo, il tradimento e la forza. Considerando tale politica un tradimento dello slogan fondamentale della Rivoluzione socialista, “Tutto il potere ai lavoratori”, riteniamo che i comunisti si siano messi tra le fila dei nemici di tutti i lavoratori. C’è solo una via d’uscita: rimanere al proprio posto, fino alla fine e lottare senza pietà contro tutti coloro che cercano di legare le masse lavoratrici alla loro autorità con la forza, il tradimento e la provocazione. Rompiamo ogni legame con il partito.
Miloradovich, Bezsonov e Markov, ex membri del PCR(b) di Totleben (Morskoi)

All’assemblea generale PCR(b) della squadra di trasporto convogli di Kronstadt, è stata approvata, davanti al segretario del triumvirato, una risoluzione di uscita dal partito dei seguenti membri: P. Goriachev, I. Iakovlev, Vasilii Likhrov, Nikolai Shubin, N. Scharov, P. Veselov, B. Belov, I. Makarov, Vasilii Kolosov, I. Khapov, Smorodinov, A. Arkhipov, Smirnov, Novikov, N. M. Kovkin, G. Mikhailov, K. Krylov, A. Smirnov, N. Chertkov, Ukhlin, V. Serikov, A. Khrul, A. Okunev, I. Andreev, N. Ivanov, A. Egorov. 26 persone in tutto.

In virtù di ciò che declamava il PCR(b), “Tutto il potere ai Soviet”, e dell’agitazione unilaterale del partito, e non volendo rimanere un mero testimone della costruzione del potere sovietico, sono entrato nel PCR(b) nel Giugno del 1920. Tuttavia, mi sono convinto che il partito non esprimesse la volontà dei grandi strati della popolazione, degli operai e dei contadini. Ciò è supportato, in parte, dalle lettere ricevute dalle province sulle difficoltà e l’oppressione che il partito rivolge ai contadini. Per questo motivo, chiedo che non mi consideriate più un membro del PCR(b) e do il mio sostegno alla risoluzione approvata il 1° Marzo. Mi rimetto completamente all’autorità del Comitato rivoluzionario provvisorio della città di Kronstadt.
P. Baranov, Capo della Guardia del Porto di Kronstadt

Dopo aver discusso la situazione attuale, noi, comunisti del gruppo del Servizio di Comunicazione della Fortezza Navale di Kronstadt, siamo giunti alla conclusione unanime che il Partito Comunista, allontanatosi dalle grandi masse, si è incamminato verso la strada del burocratismo e della repressione sui lavoratori. In tre anni di potere, il partito ha portato il Paese alla furia selvaggia della Cheka, che ha ampiamente eseguito esecuzioni e usato tutti i mezzi per strangolare e deridere i lavoratori, coprendosi, per giunta, del loro nome. La Repubblica si contorce nell’agonia, portata all’accattonaggio dalle politiche dei leader sanguinari e accecati dal potere. Salutiamo il Comitato Rivoluzionario Provvisorio, che con coraggio si ribella alla dittatura del partito e all’oligarchia. Sosteniamo lo slogan “Il potere ai soviet dei lavoratori e non ai partiti”.
Abbasso la dittatura del partito!
Viva il vero potere dei lavoratori!
In questa risoluzione, noi sottoscritti dichiariamo la nostra uscita dal Partito Comunista e vi chiediamo di accettarci tra i compagni apartitici – per svolgere un lavoro comune e per il bene della Repubblica.
V. Remizov, V. Gromov, A. Elesin, P. Arsentiev, F. Kozyrev, V. Zinoviev, N. Vasiliev, V. Nikolaev, P. Blintsov, L. Semukov, P. Trubochistov, I. Starostin, V. Andreev, N. King, E. Grigoriev, P. Kiprushkin, A. Sedelkin, I. Sheremet.

Io, telefonista della stazione centrale di Fort Shants, essendo per natura una persona di carattere debole, non ero abbastanza forte per resistere alla forza dei comunisti sanguinari – i quali mi reclutarono nel loro partito durante la settimana del partito. [Le “settimane del partito” erano degli eventi dove ci si poteva iscrivere immediatamente al partito. Ce ne furono due a Pietrogrado nel 1919].
Io stesso ero diventato, o, per meglio dire, i comunisti mi avevano fatto diventare, un’arma cieca nelle loro mani. Ciononostante le mie convinzioni sulle loro azioni non erano cambiate. In cuor mio ero consapevole che i comunisti burocrati non avrebbero mai arricchito le masse lavoratrici con la violenza, l’inganno, il versamento di sangue e altri atti autoritari.
Ma la paura! Solo la paura per la mia vita non mi permise di denunciare i miei colleghi di partito…i comunisti sanguinari.
E rimasi in silenzio, rimanendo ai margini.
Ma poi arrivò l’ora della rivincita. Il potere comunista, fino ad allora apparentemente imbattibile, fu rovesciato. La marmaglia di criminali, i comunisti, fu arrestata. Il popolo lavoratore respirò libero, dopo aver gettato il pesante fardello…
E io? Sono un comunista. Lo dice il maledetto documento, il libretto di partito che mi è rimasto e che ora è stato consegnato al triumvirato di fort Shants.
Compagni, perdonatemi per la mia riluttanza nel rimanere nel PCR(b); cercherò di giustificare la vostra fede. Riconosco il CPR e grido insieme a voi: “Urrà!”
N. Romanov, telefonista del forte Shants

Ritengo estremamente orribili i metodi usati dal signor Trotsky. Egli ha macchiato il partito con il sangue dei suoi stessi fratelli operai. Considero un obbligo morale lasciare il partito. Chiedo che ciò venga annunciato sulla stampa.
V. Grabezhev, Presidente dell’Unione dei lavoratori edili, candidato membro del PCR(b)

Sono giunte in redazione anche le dichiarazioni di:
131) I. Petrushkovsky, marinaio di un posamine;
132) Maksimovsky, ibidem;
133) Chernyshev, ibidem;
134) Burmashev, ibidem;
135) Kulikov, ibidem;
136) D. Vorobiev, ibidem;
137) V. Pushkin, ibidem;
138) V. Galonin, marinaio della corazzata Petropavlovsk,
139) F. Zaitsev, ibidem;
140) Shpinev, ibidem;
141) P. Samokhin, ibidem;
142) Iudin, ibidem;
143) N. Butuzov, ibidem;
144) F. Zhbirov, ibidem;
145) P. Orekhov, ibidem;
146) Olshevsky, ibidem;
147) Kudriashev, ibidem;
148) Misiuk, ibidem;
149) O. Rykov, ibidem;
150) D. Pavlov, ibidem;
151) Lobanov, ibidem;
152) A. Zuev, ibidem;
153) N. Kolosov, ibidem;
154) I. Pavlik-Linker, ibidem;
155) A. Svitin, ibidem;
156) F. Tkachuk, ibidem;
157) Sholopaev, ibidem;
158) S. Makarov, ibidem;
159) Klimin, ibidem;
160) P. Chernin, ibidem;
161) M. Gusev, ibidem;
162) M. Lazarenko, ibidem;
163) A. Shilov, ibidem;
164) I. Eremeev, ibidem;
165) F. Izhek, ibidem;
166) Makrezhetsky, ibidem;
167) Smetanin, ibidem;
168) A. Gordykov, ibidem;
169) M. Grigoriev, ibidem;
170) A. Dronin, ibidem;
171) S. Shavanov, ibidem;
172) I. Ershov, ibidem;
173) M. Flerov, ibidem;
174) S. Soloviev, ibidem;
175) S. Kozlov, ibidem;
176) I. Diakonov, ibidem;
177) K. Zhukin, ibidem;
178) Shpinov, ibidem;
179) I. Matiukhin, ibidem;
180) A. Kocherin, ibidem;
181) T. Bychkov, ibidem;
182) N. Ermakov, ibidem;
183) Zhevenin, ibidem;
184) Zhukovsky, ibidem;
185) O. Stepur, artigiano del Laboratorio Minerario;
186) F. Strelkov, impiegato della Base Navale;
187) A. Petukhov, ibidem;
188) I. Reshetnikov, investigatore popolare del II Distretto;
189) F. Matulik, dipendente della Panetteria navale;
190) M. Malafeev, marinaio dell’equipaggio del Comando della Guardia;
191) V. Gogolev, dipendente del Servizio comunicazioni del Dipartimento Artiglieria;
192) S. Afanasiev, ufficiale della 4a divisione artiglieria;
193) S. Kurenev, impiegato del Trasporto Acquatico;
194) Lauve, impiegato della Nave della Guardia Interna;
195) G. Grinshtein, ibidem;
196) S. Shcherbo, ibidem;
197) A. Sushilnikov, soldato;
198) V. Trepetsky, membro del PCR;
199) Danchenko, ibidem;
200) A. Esenovsky, ibidem;
201) A. Egorov, assistente medico della Nave della Guardia Interna;
202) E. Belozerov, ibidem;
203) A. Serkov, operaio della fabbrica di battelli a vapore;
204) K. Nikolaev, ibidem;
205) A. Belikov, ibidem;
206) A. Lysov, ibidem;
207) Bezzubikov, ibidem;
208) Vladkmerov, ibidem;
209) Voronin, ibidem;

Prodotti alimentari da Gorkprodkom
Oggi, conteggiati con la norma sul pane per il 15 Marzo, vengono rilasciati con:
-lettera A per coupon pane n. 20
-lettera Б per coupon pane n. 24
-serie Б per coupon pane n. 8
-serie В per coupon pane n. 2
-serie A per coupon prodotti n. 9
gli alimenti in scatola.

Conteggiate con la norma sul pane per il 14 Marzo, vengono rilasciati con:
-lettera A per coupon pane n. 8
-lettera Б per coupon pane n. 8
-serie Б per coupon pane n. 9
-serie В per coupon pane n. 8
3/4 di libbre di manzo salato dai magazzini della carne,

[Altri prodotti:]
con la lettera A per il 12 e 13 Marzo per coupon pane n. 21 viene rilasciata 1 libbra di pane;
con la lettera Б per coupon pane n. 23 vengono rilasciate 3 libbre di avena vengono rilasciate ;
con la serieБ per coupon pane n. 10 viene rilasciata 1 libbra di pane secco;
con la serie A per coupon prodotti n. 10 viene rilasciato 1 etto e mezzo di orzo;
con la serie В per coupon pane n. 23, conteggiato con la norma sul pane del 12, 13 e 14 Marzo, viene rilasciato 1 etto e mezzo di orzo.
Le mense per adulti sono provvisoriamente aperte dalle 10.00 alle 18.00.
Levakov, per la Presidenza dell’Amministrazione Gorprodkom
Kapustin, Direttore

Avvisi
Sulla base di un telefonogramma del Comitato Rivoluzionario Provvisorio dell’11 Marzo, in considerazione della posizione militare della città, la festività del 12 Marzo è spostata a data imprecisata, e si dà quindi istruzione di considerare il SABATO come giorno normale (lavorativo).
Matveev, Direttore provvisorio e ad interim del Dipartimento del Lavoro
A. Fedorov, membro del triumvirato centrale

L’Unione dei tipografi porta all’attenzione dei membri del sindacato che l’emissione di bottoni, cartine per sigarette e polvere di marca “Baker” termina il 15 Marzo.]

 

Continua nella Settima Parte (II)

 

Note

1Kolcak Alexandr (1875-1919): ammiraglio russo che, appoggiato dall’Intesa, riuscì a raccogliere in Siberia un esercito bianco. Sconfitto nell’Aprile del 1919, fu fucilato nel Novembre dello stesso anno.

2Denikin (1872-1947), generale bianco che prese il comando dell’esercito organizzato da Alekseev nel Caucaso; nei primi del 1919 ottenne numerose vittorie in Ucraina sui partigiani machnovisti, dai quali fu poi duramente sconfitto nella battaglia di Peregonovka. Successivamente lasciò il comando dei resti della sua armata a Wrangel, ed emigrò negli Stati Uniti, dove mori.

3Judenic, generale russo che nel Maggio 1919 guidò un’offensiva dal confine estone contro San Pietroburgo. Fu sconfitto nell’Ottobre davanti alla città e dovette ripiegare in Estonia. Col trattato di pace di Dorpat, Judenic smobilitò la sua armata.

4Traduzione: “Per la causa popolare”. Pubblicato in Estonia come “La causa popolare” tra il 1920 e il 1921, era gestito dal gruppo socialista-rivoluzionario della regione nord-occidentale della Russia. Gli articoli pubblicati erano scritti da quei socialisti-rivoluzionari russi fuggiti da Pietrogrado all’indomani della rivoluzione di Ottobre. Molti di questi erano critici verso il governo bolscevico e supportavano un ritorno di Kerenskij in Russia. La testata cambiò nome “Per la causa popolare” il 14 Marzo 1921 e durò fino al mese di Maggio dello stesso anno – che chiuse per difficoltà finanziarie. Il giornale sostenne la rivolta di Kronstadt invitando i lettori ad unirsi ai ribelli nonostante le autorità estoni mantenessero una posizione neutrale – per non rovinare i rapporti con la loro controparte russa. Fonti consultate: “La causa popolare / Народное дело (Юрьев, 1920; Ревель, 1920–1921)” ; Isakov, “Storia della stampa periodica russa in Estonia. Pubblicazioni socialiste-rivoluzionarie 1920-1922 / Из истории русской периодической печати в эстонии. серовские издания 1920— 1922 гг.”

5Citato da Avrich Paul, “Kronstadt 1921…”, pag. 185

6Smolny era un vecchio monastero adibito a sede del comando militare di Pietrogrado. Ospitò la C.E.K.A. e divenne la sede operativa della repressione di Kronstadt.

7Nell’originale russo, questa locuzione di esclusione non è presente ed è stata aggiunta per sottolineare come a Kronstadt non vi fossero dei voltagabbana tipo Brusilov (ex ufficiale zarista passato dall’armata bianca a quella rossa), Kamenev (ex socialdemocratico e oppositore in un primo momento dell’insurrezione bolscevica dell’Ottobre 1917) e via dicendo.