Benito Peix Geldart, “I sindacalisti svedesi negli archivi di Franco. Contatti tra la SAC e la CNT 1937-1938” – Prima Parte

Gruppo di volontari svedesi delle Brigate Internazionali che combatterono durante la Guerra Civile Spagnola. Fonte

“Rivoluzione, tu cammini sopra la terra
e crea felicità nella nostra amara angoscia!
E schiaccia completamente l’orda “patriottica”,
che spinge il popolo alla guerra e all’angoscia”
(“Inno alla rivoluzione”, poesia pubblicata nella rivista “Syndicalisten”, Maggio 1917)

Introduzione

Negli anni Trenta, l’anarco-sindacalismo tradizionale, con le sue richieste di lotta intransigente contro l’establishment politico, stava ripiegando in Europa – [nonostante] il processo di slancio avvenuto nel 1922 [grazie] alla formazione dell’Associazione Internazionale dei Lavoratori da parte degli anarchici. La CGT francese si era spaccata nel 1918 – in quanto aveva sostenuto la partecipazione della Francia nella Prima Guerra Mondiale -, mentre le organizzazioni italiane, tedesche e argentine erano state soppresse o fortemente osteggiate dai regimi totalitari che avevano preso il sopravvento nei loro Paesi. Alla fine degli anni Trenta, quindi, esistevano solo due organizzazioni anarco-sindacaliste ragionevolmente forti: la svedese SAC (Sveriges Arbetares Centralorganisation) e la spagnola CNT (Confederación Nacional del Trabajo) – che era la più grande organizzazione anarchica d’Europa, con centinaia di migliaia di membri e l’unica ad essere all’interno del governo di un Paese. Questo avvenne per pochi mesi nel 1936-37. È evidente che vi furono contatti tra le due organizzazioni. La decisione della CNT di partecipare al governo fu un ostacolo per l’anarco-sindacalismo internazionale e contribuì a consolidare le contraddizioni tra i tradizionalisti, da un lato, che difendevano l’anarchismo e rifiutavano lo Stato e la cooperazione con altri partiti, e i riformisti, dall’altro, che ritenevano necessario, per portare avanti la causa della classe operaia, un certo adattamento alla realtà politica e sociale. Non esistono ricerche storiche precedenti sui contatti tra la CNT e la SAC in Spagna; le ricerche svedesi esistenti sono state condotte quasi esclusivamente dai ricercatori interni alla SAC e pubblicate dalla sua stessa casa editrice, Federativ. Il nome più importante in questo senso è, senza dubbio, quello di Britta Gröndahl che, negli anni Settanta e Ottanta, ha dedicato molta attenzione all’anarco-sindacalismo spagnolo; in particolare, per una buona panoramica della storia iniziale della CNT, si vedano i suoi libri “De ideologiska motsättningarna i den spanska syndikalismen 1910-1936” e “Herre i eget hus: om selvförvaltningen i Spanien og Portugal”. Per una conoscenza approfondita dell’anarchismo spagnolo, si rimanda all’opera di César Lorenzo, disponibile in traduzione svedese. 1 I rapporti tra la svedese SAC e la spagnola CNT si instaurarono velocemente dopo l’inizio della guerra civile. L’Ufficio Internazionale di Propaganda del movimento anarco-sindacalista spagnolo incaricò una delle sue figure chiave, l’anarchico tedesco Augustin Souchy, di contattare la SAC al fine di organizzare le operazioni di aiuto e la propaganda per la lotta spagnola contro il fascismo. Souchy scrisse a John Andersson e Albert Jensen l’8 Agosto 1936 chiedendo il coinvolgimento della SAC nella questione. Dieci giorni dopo, la SAC rispose che aveva deciso di raccogliere fondi per la CNT.2 Nel Settembre 1936, Souchy visitò Stoccolma e incontrò la SAC e altre organizzazioni operaie. Alla fine di Dicembre, una delegazione della SAC, composta da John Andersson e Albert Jensen, si recò in Spagna per un viaggio di studio, al termine del quale fu redatto un rapporto di 23 pagine.3 Souchy tornò a Stoccolma nel 1938 in occasione del congresso della SAC come interprete per il delegato spagnolo della CNT, Horacio M. Prieto. Nel 1977 Souchy scrisse la sua esperienza in Spagna nella sua autobiografia.4 Negli archivi svedesi c’è molto materiale sui contatti della SAC con la Spagna degli anni Trenta. Oltre alla già citata corrispondenza – conservata presso l’Archivio e la Biblioteca del Movimento Operaio (ARAB) di Stoccolma -, esiste anche un’interessante documentazione negli archivi del Ministero degli Affari Esteri – depositata presso l’Archivio Nazionale di Stoccolma -, in particolare le lettere di protesta delle sezioni della SAC di tutto il Paese, e talvolta da parte dei singoli membri, verso il governo svedese – in quanto [quest’ultimo collaborava con] i fascisti spagnoli e ciò veniva percepito dai sindacalisti come una vergognosa debolezza.5 D’altro canto, il materiale rimasto negli archivi spagnoli è piuttosto scarno. Il motivo è la guerra civile stessa. La capitale della Repubblica spagnola fu spostata durante la guerra da Madrid a Valencia e poi a Barcellona. Alla fine della guerra, una parte della documentazione venne portata nella cittadina di Figueras, al confine con la Francia, mentre l’altra all’estero – quando le truppe franchiste conquistarono la Catalogna. Parte della documentazione andò perduta, un’altra fu distrutta dai [due] contendenti in conflitto e quella restante finì in vari archivi – la cui catalogazione o è stata fatta in modo carente oppure mai composta, rendendo molto difficile la localizzazione. Quelle parti di documentazione riguardante i partiti e i sindacati legati al governo che non furono deliberatamente distrutte o rimosse da questi ultimi, finirono nell’archivio dell’intelligence di Franco a Salamanca, l’ “Archivo General de la Guerra Civil” di Salamanca, ora rinominato “Centro Documental de la Memoria Histórica” (CDMH). L’archivio di Salamanca è stato istituito dalle autorità franchiste durante la guerra civile ed è quindi esso stesso un residuo della guerra civile. Salamanca era la sede dello stato maggiore di Franco durante i primi anni della guerra e furono istituite diverse agenzie di intelligence per raccogliere informazioni sul nemico: l’ “Oficina de Investigación y Propaganda Anticomunista”, la “Delegación Nacional de Asuntos Especiales” per “conoscere, smascherare e punire i nemici della Patria6, e la “Delegación del Estado para Recuperación de Documentos” che aveva il compito di catalogare e archiviare i documenti sequestrati nei territori conquistati durante la guerra – la cui conservazione doveva servire per fini propagandistici e di intelligence nella lotta contro i nemici della dittatura.

In questo articolo, che si basa su un sottocapitolo della prossima tesi di dottorato dell’autore sulle relazioni politiche e diplomatiche tra Svezia e Spagna negli anni Trenta, viene presentata e commentata la documentazione sui contatti tra SAC e CNT conservata nell’archivio di Salamanca. La documentazione è contenuta nelle serie “PS-Madrid” (Politico-Social sequestrato a Madrid) e “PS-Barcelona” (sequestrato a Barcellona). Lo scopo è esaminare come l’intesa e la solidarietà tra le [due] organizzazioni si esprimeva nei documenti conservati e quali tracce riguardanti le contraddizioni ideologiche dell’anarco-sindacalismo dell’epoca si trovava [in queste due strutture sindacaliste] – soprattutto per quanto riguardava i concetti di classe, compromesso di classe/cooperazione di classe, nazione/popolo e lotta antifascista. Non essendo stata possibile un’analisi quantitativa – causata dalla natura del materiale -, l’indagine ha adottato un metodo qualitativo ed empirico nello spirito della grounded theory – con alcune caratteristiche dell’analisi del discorso.7

Continua…

Note

1LORENZO, César M., “Syndikalismen vid makten: Spansk anarkosyndikalism före, under och efter inbördeskriget1936-39”, Stockholm, Federativ, 1972.

2ARAB, SAC vol. FXIV:1

3ANDERSSON, John, “Revolutionens och inbördeskrigets Spanien. Rapport över SAC:s-delegationens studieresai Spanien under december månad 1936”, Stockholm: Federativ, 1937

4SOUCHY, Augustin, “Vorsicht Anarchist. Ein Leben für die Freiheit. Politische Erinnerungen”. Darmstadt, 1977,ss. 103-123.

5RA, UD, 1920-års dossierssystem, HP 36, vol. 1505-1508.

6Ordine delle autorità franchiste sulla creazione di agenzie di intelligence, 29 Maggio 1937

7Ndt: L’analisi del discorso è un metodo per analizzare l’uso della lingua scritta, vocale o dei segni, o di qualsiasi evento semiotico significativo. Come riportato nella parte iniziale della voce wikipediana “Discourse analysis”, “gli analisti del discorso non solo studiano l’uso del linguaggio “oltre il confine della frase”, ma preferiscono anche analizzare l’uso del linguaggio “naturalmente accaduto” […] l’analisi del discorso mira a rivelare le caratteristiche socio-psicologiche di una o più persone piuttosto che la struttura del testo. […]”