8 Marzo
L’attacco iniziale della fanteria dell’Armata Rossa su Kronstadt fu un disastro. Nel mezzo di una tempesta di neve accecante, le unità di Tukhachevsky attaccarono da nord e da sud, con i cadetti in prima linea, seguiti da unità selezionate dell’Armata Rossa e mitraglieri della Cheka – i quali ebbero l’ordine di sparare ai disertori. I colpi provenienti da Kronstadt squarciarono il golfo di Finlandia; decine di soldati dell’Armata Rossa annegarono sotto il ghiaccio. Altri disertarono o si rifiutarono di avanzare. L’Armata Rossa subì centinaia di perdite e diserzioni. Le poche truppe che raggiunsero Kronstradt furono costrette a ritirarsi. Gli attacchi dell’artiglieria ripresero quando la tempesta si calmò. Nel pomeriggio, gli aerei bolscevichi iniziarono a bombardare l’isola. Tuttavia, per tutta la durata della rivolta, non causarono molti danni.
“[…] l’assalto dell’8 Marzo si rivelò una totale sconfitta. I comunisti perdettero centinaia di uomini senza neppure scalfire le difese di Kronstadt. Nella fretta di reprimere la rivolta, i comunisti avevano impiegato forze insufficienti – forse ventimila uomini in totale – e compiuto una preparazione inadeguata per poter assalire con successo la possente fortezza. Le truppe, scelte per la loro fedeltà, avevano esitato nel momento cruciale, in parte perché riluttanti a sparare su semplici marinai e soldati come loro, ma soprattutto per paura di attraversare i ghiacci aperti senza alcuna protezione, esposti al micidiale fuoco incrociato dei forti e delle batterie di Kronstadt.”
-Paul Avrich, “Kronstadt 1921…”, pag. 147
IZVESTIJA N. 6, MARTEDÌ, 8 MARZO 1921
Il primo colpo di cannone di Trockij suona a morte per i bolscevichi
Il Comitato Rivoluzionario Provvisorio comunica:
Alle 18,45 le batterie bolsceviche di [Sestroretsk e di Lisy Nos] hanno aperto per prime il fuoco sui forti di Kronstadt. Le nostre artiglierie hanno accettato la sfida e le hanno ridotte rapidamente al silenzio.
In seguito il forte Krasnaja Gorka ha iniziato a bombardare Kronstadt e ha ricevuto un’adeguata risposta dal vascello di linea Petropavlovsk. Il cannoneggiamento continua sporadico.
Due soldati rossi feriti sono stati portati all’ospedale. Non si è avuto alcun danno materiale.
Kronstadt. 7 Marzo 1921: La prima cannonata
Hanno cominciato a bombardare Kronstadt! Noi siamo pronti! La prova di forza non ci fa paura. Hanno fretta di passare all’azione. Non hanno scelta. Il popolo russo, malgrado le menzogne bolsceviche, comincia a capire la grandezza dell’opera di liberazione intrapresa da Kronstadt rivoluzionaria, dopo tre anni di schiavitù. I boia sono inquieti. La Russia Sovietica, vittima della loro terribile ferocia, evade dalle loro camere di tortura, e la dittatura si sgretola nelle loro mani lorde di sangue. Il governo bolscevico ha suonato la sua campana a morte. La prova della sua impotenza è Kronstadt, che vive libera da una settimana. Ancora uno sforzo e la degna risposta delle nostre navi e dei nostri forti rivoluzionari farà affondare la nave dei pirati sovietici, costretta ad accettare il combattimento con la libera Kronstadt, sulla quale sventola la bandiera:
« Il potere ai soviet, non ai partiti ».
Noi e loro
Non sapendo come conservare il potere che sfugge loro dalle mani, i bolscevichi sono ricorsi alle più abominevoli provocazioni. I loro giornali infami cercano in ogni modo di eccitare contro di noi le masse popolari, e di far apparire il movimento di Kronstadt come una sollevazione di guardie bianche.
Oggi questa banda di ladroni patentati urla a tutti i venti: « Kronstadt s’è venduta alla Finlandia ».
La loro stampa sfrontata sputa tutto il suo veleno. E non potendo convincere il proletariato che Kronstadt è in mano ai controrivoluzionari, si sforza di far vibrare la corda nazionalista.
Tutti sanno dai nostri radiogrammi per cosa lottano gli operai e la guarnigione di Kronstadt. Ma i bolscevichi tentano di snaturare il significato degli avvenimenti sperando così di trarre in inganno i nostri fratelli di Pietrogrado.
[L’oprichnina comunista ha circondato i pietroburghesi con uno stretto anello di baionette dei cadetti e delle “guardie” del partito e Maljuta Skuratov – Trotsky – impedisce ai delegati dei lavoratori non iscritti al partito e agli uomini dell’Armata Rossa di recarsi a Kronstadt per paura che apprendano tutta la verità e che questa spazzi via i comunisti in un istante – e che il popolo lavoratore illuminato, [quindi, possa prendere] il potere con le sue mani callose.]1
È per questo che il soviet di Pietrogrado non ha risposto al nostro radiogramma, che domandava l’invio a Kronstadt di compagni veramente imparziali.
I dirigenti bolscevichi nascondono la verità perchè hanno paura per la loro pelle e mettono in giro le voci più incontrollabili:
Kronstadt sarebbe nelle mani delle guardie bianche; il proletariato di Kronstadt si sarebbe venduto alla Finlandia ed alle spie francesi; i finlandesi avrebbero organizzato un’armata per impadronirsi di Pietrogrado con l’aiuto dei ribelli di Kronstadt, ecc….
A tutto questo rispondiamo:
Tutto il potere ai soviet!
Giù le mani, bolscevichi, le vostre mani rosse del sangue dei martiri della libertà che lottarono contro le guardie bianche, i proprietari, i borghesi!
Contadino, lavora tranquillamente la tua terra!
Operaio, alla tua macchina!
Kronstadt libera parla agli operai del mondo
[Oggi è una festa mondiale – la giornata delle donne lavoratrici.]
Sotto il fuoco dei cannoni, sotto l’esplodere delle bombe lanciate dai bolscevichi, nemici giurati del popolo lavoratore, noi di Kronstadt, inviamo il nostro fraterno saluto a [tutte le lavoratrici] del mondo. Questo saluto è quello dì Kronstadt rossa rivoluzionaria in marcia verso la libertà. Che i nostri nemici provino a metterci in fuga! Si renderanno conto che siamo invincibili. Non abbiamo che un desiderio: che finisca presto ogni oppressione.
Viva [le lavoratrici libere e rivoluzionarie]
Viva la rivoluzione sociale universale!
Il Comitato Rivoluzionario Provvisorio di Kronstadt, 8 marzo 1921
Bisogna che tutti sappiano
Il Comitato Rivoluzionario Provvisorio ha inviato oggi il seguente radiogramma:
A tutti… A tutti… A tutti…
Il primo colpo di arma da fuoco è stato tirato. Il maresciallo Trockij, sporco del sangue degli operai, ha per primo aperto il fuoco su Kronstadt rivoluzionaria sollevatasi contro la dittatura bolscevica per instaurare l’autentico potere dei soviet.
Senza sparare un colpo, senza versare una goccia di sangue, i marinai e gli operai di Kronstadt hanno rovesciato la dittatura bolscevica. Noi abbiamo risparmiato la vita ai bolscevichi che erano fra noi. Ora sotto la minaccia dei cannoni vogliono di nuovo imporci la loro autorità. Volendo evitare un massacro noi avevamo proposto che Pietrogrado inviasse delegati imparziali, che avrebbero potuto rendersi conto che Kronstadt lotta per il potere dei soviet. Ma i bolscevichi hanno nascosto la nostra richiesta agli operai di Pietrogrado e hanno aperto il fuoco, tipica risposta del pseudo-governo popolare alle esigenze del popolo lavoratore. Che gli operai del mondo intero sappiano che noi, difensori del potere dei soviet, veglieremo sulle conquiste della rivoluzione sociale. Vinceremo о moriremo sotto le rovine di Kronstadt combattendo per i diritti delle masse lavoratrici.
Gli operai del mondo intero ci renderanno giustizia.
Il sangue degli innocenti ricadrà sulla testa dei bolscevichi, questi pazzi furiosi, inebriati dal potere.
Viva l’autorità dei soviet.
Il Comitato Rivoluzionario Provvisorio di Kronstadt.
Perchè lottiamo
La Rivoluzione d’Ottobre fu fatta dagli operai per la loro liberazione. Ma l’Uomo s’è trovato ancora più schiavo di prima. L’autorità della monarchia poliziesca passò in mano degli usurpatori bolscevichi. Costoro al posto della libertà ispirano agli oppressi il costante terrore di cadere nelle mani della Ceka, i cui orrori sorpassano quelli della polizia zarista.
La baionetta e l’insulto di questi sbirri sono stati il solo salario pagato ai lavoratori della Russia Sovietica per tante lotte e martiri. Ai gloriosi simboli dello stato operaio — la falce e il martello — il governo bolscevico ha sostituito la baionetta e le sbarre delle prigioni. A questo prezzo la nuova burocrazia dei commissari e dei funzionari bolscevichi conta di assicurarsi una vita tranquilla, esente da preoccupazioni e tumulti. Ma la cosa più abominevole e più criminale è la servitù morale che hanno instaurato: hanno manipolato anche il pensiero, lo spirito dei lavoratori, obbligando ciascuno a pensare unicamente secondo le loro formule. Mediante i sindacati statalizzati hanno legato l’operaio alla sua macchina, uccidendo il lavoro creativo per far nascere una nuova schiavitù. Alle proteste dei contadini, espresse con furiosi tumulti, alle rivendicazioni degli operai (obbligati allo sciopero dalle condizioni stesse della loro vita), hanno risposto con le fucilazioni in massa, con una sete di sangue proletario che sorpassa quella dei generali zaristi.
La Russia dei lavoratori, che fu la prima a levare la bandiera rossa della libertà, è stata annegata nel sangue dei martiri per la maggior gloria dei signori bolscevichi. In questo mare di sangue i bolscevichi fanno naufragare le grandi luminose speranze che avevano fatto nascere la Rivoluzione del Lavoro. È divenuto sempre più chiaro, è attualmente evidente, che II Partito Comunista Russo dei Bolscevichi non è affatto il difensore dei lavoratori, nonostante le sue dichiarazioni.
Esso si burla degli interessi del popolo, e dopo essersi installato al potere il suo unico timore è quello di perderlo. Esso non indietreggia davanti a nulla pur di mantenerlo: diffamazione, calunnie, violenze, assassini!, vendetta sulle famiglie dei ribelli. Ma il martirio dei lavoratori volge alla fine. L’incendio delle rivolte illumina qua e là il paese in tetta contro) l’oppressione e la violenza. Gli sbirri sovietici non dormono più, e prendono tutte le misure per prevenire e soffocare l’inevitabile terza rivoluzione. Ma essa arriva, malgrado tutto, portata dai lavoratori. È chiaro, anche per i generali bolscevichi, che il popolo si solleva convinto che i bolscevichi hanno tradito gli ideali del socialismo; i bolscevichi hanno paura per la loro pelle perchè sanno che non sfuggiranno alla collera dei lavoratori, ma tentano te stesso di guadagnare tempo terrorizzando i ribelli.
La prigione, l’esecuzione sommaria e la ferocia! dei cosacchi: ecco le loro armi. Tuttavia essi ignorano che nessuna sventura è paragonabile al giogo della loro dittatura.
Il popolo lavoratore ribelle ha compreso che un compromesso non è possibile nella lotta contro la schiavitù. Bisogna andare fino in fondo. I bolscevichi fingono di accordare delle concessioni: sopprimono i posti di blocco militari nella provincia di Pietrogrado; sbloccano dieci milioni di rubli oro per l’acquisto di derrate all’estero. Ma non bisogna farsi ingannare: dietro quest’esca si nasconde il pugno del padrone, del dittatore che, tornata la calma, farà pagare a caro prezzo le sue concessioni.
No, non è possibile nessun compromesso.
Bisogna vincere o morire.
È la parola d’ordine di Kronstadt rossa, terrore dei controrivoluzionari di destra e di sinistra.
A Kronstadt la rivoluzione è in marcia.
A Kronstadt è stato innalzato lo stendardo della rivolta contro la tirannia degli ultimi tre anni, contro l’oppressione dell’autocrazia bolscevica, davanti alla quale impallidiscono tre secoli di giogo monarchico. Qui a Kronstadt è stata posta la prima pietra della terza rivoluzione. Essa spezzerà le ultime catene delle masse lavoratrici, aprendo la nuova e larga strada dell’edificazione socialista.
Questa nuova rivoluzione scuoterà le masse lavoratrici d’oriente e d’occidente, dando l’esempio del nuovo ordine socialista in contrapposizione all’«ordine » comunista burocratico dei bolscevichi. Allora potremo veramente convincere i lavoratori al di là delle frontiere. Essi capiranno che quanto è stato finora compiuto in Russia in nome degli operai e dei contadini non era socialismo.
Abbiano fatto il primo passo in questo senso, senza sparare neppure un colpo, senza versare una sola goccia di sangue. Ai lavoratori non piace spargere il sangue. Non ne faranno scorrere che in caso di legittima difesa. Abbiamo abbastanza padronanza dì noi stessi, malgrado gli atti rivoltanti dei bolscevichi, per limitarci ad isolarli dalla vita sociale, per impedire loro di nuocere al lavoro rivoluzionario con fa loro vana e nefasta agitazione. Gli operai e i contadini marciano in avanti irresistibilmente, lasciando dietro di sè la dittatura bolscevica con la sua Ceka e il suo capitalismo di stato che, come un serpente boa, stringe il nodo attorno al collo dei lavoratori e minaccia di strangolarli.
Il cambiamento che si è prodotto offre finalmente ai lavoratori la possibilità di eleggere i propri soviet. Questi funzioneranno senza subire pressione di parte. Potremo anche organizzare i sindacati statalizzati in libere associazioni di operai e di lavoratori intellettuali.
La macchina poliziesca dell’autocrazia bolscevica è finalmente spezzata.
Siamo i detonatori della rivoluzione!
Operai! Kronstadt attraversa una tappa critica nella sua lotta di liberazione della Russia Sovietica. Se accettiamo questa lotta, dobbiamo dimostrare che per il nostro ideale siamo disposti ad affrontare ogni genere di miserie. Noi siamo tutti solidali. La nostra unica determinazione è di vincere o morire. Noi dividiamo tutto, fino all’ultimo pezzo di pane. La guarnigione distribuisce le sue provviste, affinchè la popolazione civile non patisca la fame. Qualunque cosa accada, nessuno deve essere affamato, o demoralizzato. Siamo tutti uguali, e non smetteremo di lavorare. Al contrario, attenderemo al lavoro con lena ancora maggiore. La nostra rivoluzione è la rivoluzione del lavoro libero, in nome del quale rimarremo alle nostre macchine. Siate sempre i detonatori della rivoluzione. Lavorate mantenendo la libera amministrazione socialista. Ricordate il vostro compito: abbattere il giogo bolscevico. Soltanto il potere dei soviet libererà i contadini.
Gli avvenimenti di Pietrogrado
Nel numero 60, il giornale Hufvudstadsbladet di Helsingfors (Finlandia), comunica le seguenti notizie:
« Gli operai di Pietrogrado sono scesi in sciopero. Hanno abbandonato le loro fabbriche e, con la bandiera rossa in testa, esigono l’abbandono del governo da parte dei bolscevichi. I marinai si sono affiancati ai manifestanti. La guarnigione sembra condividere le opinioni del popolo, ma rimane in attesa. I reggimenti rossi dell’istmo di Careliano sono stati diretti su Pietrogrado. Come qualcuno sospetta, sono stati chiamati anche i cadetti. Il segretario del Partito Comunista Russo dei Bolscevichi della fabbrica di tabacco « Laferm », che tentava di richiamare gli operai all’ordine, è stato fischiato ed espulso. All’officina Putilovsky, parecchi bolscevichi, membri del Comitato d’officina, sono stati uccisi ».
Appello del dipartimento di ispezione operaia e contadina
Noi pensiamo che il lavoro di controllo sia un lavoro utile. Con tutto ciò, esso viene ad essere attualmente paralizzato, a causa del licenziamento di numerosi bolscevichi, che prima lavoravano al dipartimento di ispezione. Elementi incoscienti potrebbero approfittare di tale situazione per depredare il patrimonio del popolo. Perchè questo non avvenga, per salvaguardare le istituzioni dei soviet, il triunvirato rivoluzionario invita tutti coloro che hanno già lavorato al dipartimento di ispezione ad occupare i posti vacanti fino a quando non saranno tenute rielezioni definitive.
[A. Galkin, Presidente]
La tragedia del Forte [Krasnoarmeiskii]
[(Uno dei metodi di propaganda del partito comunista.)]
La redazione è sommersa dalle lettere di soldati rossi, marinai, operai che dichiarano di abbandonare il Partito Comunista Russo dei Bolscevichi. Noi non citeremo che i casi più caratteristici.
Oggi vi facciamo conoscere un documento storico che dà un’idea dei metodi criminali adottati dal Partito Comunista Russo dei Bolscevichi per reclutare nuovi aderenti. È attorno al 15 luglio 1919 che cominciò l’attacco di Pietrogrado, da parte di [Rodzianko], che causò agitazione nell’Armata Rossa. La rivolta si propagò a Krasnaja-Gorka ed a Kronstadt. Trockij dette allora l’ordine di stroncarla il più rapidamente possibile. I bolscevichi mobilitarono il loro boia e si abbandonarono ad una terribile repressione.
Il 15 luglio arriva al forte [Krasnoarmeiskii] un vapore che trasportava un reggimento di cosacchi comandati dai bolscevichi: [Razin, Medvedev e Sotnikov]; Razin fece suonare l’adunata. La guarnigione del forte uscì dai propri alloggiamenti e le venne ordinato di mettersi in riga. Allora si fece avanti Razin e si rivolse ai soldati in questi termini:
« Compagni! Il distaccamento che sta per giungere deve rimpiazzare quanti fra voi sono stanchi. Ma voi comprendete che è impossibile rimpiazzarvi tutti. Soltanto un quinto di voi potrà andare a riposarsi ».
Egli fece quindi uscire dai ranghi un uomo su cinque, cioè cinquantacinque uomini.
« Rompete le file! ». Ordinò Razin. Poi a quelli che rimanevano ordinò di formare una fila, e fece collocare di fronte ad essi il distaccamento appena giunto. Quando tutti i preparativi furono terminati, Razin lesse loro la condanna a morte. Vennero tirate tre scariche, e davanti ai loro compagni allineati sulla terrazza della caserma, cinquantacinque soldati caddero, vittime dell’insaziabile sete di sangue dei degenerati bolscevichi.
Sopravvissero tre compagni che Razin, il carnefice graziò. Comincia allora il secondo atto della tragedia. Per ordine del boia viene scavata una grande fossa dove sono buttati i cadaveri ancora caldi; vengono cosparsi di bitume, poi il fosso viene riempito di terra e ricoperto di cemento. Finalmente, Razin propone ai soldati sopravvissuti di iscriversi al Partito Comunista Russo dei Bolscevichi e chiede a quanti rifiutarono di disporsi da un lato, avvertendoli che sarebbe loro toccata la stessa sorte dei loro disgraziati compagni.
Cosa avrebbe potuto fare? È così che i bolscevichi reclutarono numerosi membri. Un po’ più tardi, giunse il capo della sezione mitraglieri. Poiché i commissari sospettavano che egli volesse andare a Kronstadt per fare della propaganda, una nuova vittima versò il suo sangue sulla piattaforma del forte. Il giorno seguente venne dato tranquillamente l’ordine di escludere dal vettovagliamento quelli che mancavano all’appello. Trascriviamo integralmente quest’ordine:
Ordine N. 10:
[I sottoelencati soldati delle batterie 5, 6 e 7 e l’11o squadrone di mitragliatrici, che sono passati a disposizione del Tribunale Rivoluzionario Provvisorio della Flotta del Baltico, devono essere esclusi dalle liste della divisione, delle batterie, dello squadrone e da ogni tipo di indennità a partire dal 20 Giugno di quest’anno.
Nomi e Cognomi
5a Batteria
Georgij Nejberg
Michail Babkin
Aleksandr Geroev
Nikita Ivaničkov
Prokopij Ljakišev
Petr Ul’janov
6a Batteria
Sergej Veseloe
Nikolaj Cabatov
Grigorij Lazarev
Ivan Čajkin
Moisej Ivančik
Ivan Šatov
Ignatij Žukov
Aleksej Krjučkov
Ivan Žnchorev
Ivan Michailin
Petr Kujbanov
Ivan Karpin
Matvej Gagarin
Vasilij Gagarin
Maksim Rodin
Vasilii Levin
Vasilij Talalaev
Grigorij Danilov
Petr Simanov
7a Batteria
Ivan Kuznetsov
Aleksei Kokorin
Ivan Gryzunov
Mikhail Shaparov
Semen Anisimov
Vasilii Shvagurtsev
Ivan Vorobiev
Vasilii Golubev
Aleksei Klepin
Vasilii Shapnev
Nikolai Manuilov
Aleksandr Fedotov
Petr Larionov
Ivan Derbyshev
Ivan Filatov
Mikhail Dunaev
Nikolai Kolotushkin
Vasilii Turkich, 6a Batteria
Georgii Vershinin, 5a Batteria
Gennadii Feoktistov, 5a Batteria
Pavel Potapov, 5a Batteria
11o Squadrone di mitragliatrici
Vladimir Ivashkevich
Pavel Sokka
Vasilii Nazarov
Fiodor Nagovitsyn
Aleksei Ivanov]2
Inchiesta:
F.to: il comandante del forte Obruchev, N. 624 – 2 giugno 1919 per copia conforme:
F.to: Karpov, capo della 2* divisione
F.to: Neverovsky, commissario
Visto da: Maksimenko[, funzionario dell’unità di costruzione]
I commenti sono inutili.
Compagni soldati rossi!
Ecco la libertà che vi hanno dato i bolscevichi! È contro questo tipo di abusi che noi ci battiamo. È per distruggerli che il Comitato Rivoluzionario Provvisorio si rivolge a voi. I testimoni di questo massacro, che fino ad oggi prestavano servizio al forte [Krasnoarmeiskii] hanno preso ieri la seguente risoluzione: Compagni, soldati rossi! Noi, bolscevichi del forte [Krasnoarmeiskii] della 6a batteria aderiamo al potere degli operai e dei contadini. Noi, di fronte ai rappresentanti del nostro triunvirato che collabora con il C.R.P. giuriamo di rimanere ai nostri posti fino all’ultimo momento, fino alla totale liberazione della classe operaia. Noi non seguiremo più la strada sbagliata, per la quale ci ha condotto, con la violenza, la menzogna, la minaccia di morte, il Partito Comunista Russo dei Bolscevichi.
[A. Polunichev, A. Remin, D. Bukanov, G. Ivanov, I. Moshnikov, P. Pavlov, N. Yulin, M. Tretiakov, V. Poliakov, I. Ivanov, F. Mikhailov, M. Aksenov, M. Balabanov, N. Ivanov, A. Kondratiev, V. Tsvetoshin, Bogdanov, O. Potapov, Novozhilov.]
Tutti noi operai e contadini vogliamo avere una vita libera, e non la violenza. È per questo che chiediamo di non essere considerati membri del Partito Comunista Russo dei Bolscevichi, ma partigiani.
Kronstadt è calma
Ieri, 7 marzo, i nemici dei lavoratori, i bolscevichi, hanno aperto il fuoco contro Kronstadt. Gli operai si sono affrettati a prendere le armi, e non si è avuto panico. Da ciò si vede quanto la popolazione lavoratrice viva in perfetto accordo con il suo Comitato Rivoluzionario Provvisorio. Malgrado l’apertura delle ostilità, il C.R.P. ha ritenuto inutile dichiarare lo stato d’assedio. In effetti, di chi dovrebbe aver paura? Certo, non dei suoi soldati rossi о dei suoi marinai, nè dei suoi operai o degli intellettuali! Invece a Pietrogrado, a causa dello stato d’assedio, è proibito uscire in strada dopo le 19.
E questo si capisce: gli oppressori hanno paura di coloro che essi opprimono.
Risoluzione adottata dall’Assemblea della guarnigione del Forte “Konstantin”
7 marzo 1921
Noi, marinai e soldati rossi uniti della guarnigione del forte Konstantin, dopo aver ascoltato il rapporto del compagno Nicolaev sugli attuali successi, abbiamo trovato assolutamente giusti tutti gli atti e tutti i provvedimenti presi dal C.R.P. Essi esprimono l’opinione del proletariato e dei contadini che tentano con tutte le loro forze di liberarsi dal giogo del maledetto bolscevismo. È sufficiente andare avanti appoggiandosi al popolo. Che l’assassino Trockij sappia che tutti i proclami che egli scaglia su Kronstadt non ci spaventano più, le sue calunnie non ci intimidiscono davvero. Noi sappiamo che la massa onesta del nostro paese martoriato e depredato proditoriamente dai bolscevichi non lo seguirà. Tutti, fino all’ultimo, noi continueremo l’opera di liberazione delle masse lavoratrici. Che sappiano dunque, tutti questi spauracchi bolscevichi, che entreranno a Kronstadt solo passando sui nostri cadaveri. Noi siamo decisi a vincere о a morire con onore.
Viva il Comitato Rivoluzionario Provvisorio di Kronstadt!
Viva gli operai, marinai, e soldati rossi rivoluzionari di Kronstadt libera!
Abbasso i bolscevichi vinti!
Abbasso Trockij, il criminale, e la sua truppa!
Firme:
Il segretario
Il presidente dell’assemblea
[Prodotti Alimentari da Gorprodkom
Oggi viene rilasciato il pane per il 3 Marzo: con le tessere della lettera A, mezza libbra per coupon pane n. 27.
Con le tessere della lettera Б, al posto del pane, vengono rilasciate quattro libbre di avena per quattro giorni, l’8, il 9 e l’11 marzo, per coupon pane n. 27.
Con le tessere della serie A, per coupon prodotti n. 4, viene rilasciata una lattina di latte da una libbra nei negozi n. 5 e n. 14.
Con le tessere per bambini delle serie Б e В, al posto del pane, vengono rilasciate due libbre di grano per quattro giorni, fino all’11 Marzo; con la serie Б [si utilizza il] coupon pane n. 4, con la serie В, [invece], il coupon pane n. 27.
A causa della razione di pane per i [succitati] quattro giorni, fino all’11 Marzo, vengono rilasciate due scatole di carne conservata per tutte le categorie di tutti i negozi; con le tessere lett. A e Б e serie B per coupon pane n. 26; serie A per coupon prodotti n. 5; e serie B per coupon pane n. 5.
Tutti questi prodotti vengono rilasciati non appena [sono presenti nei] negozi.
Levakov, per il Presidente di Gorprodkom]
Note
1 Tratto dall’articolo originale “МЫ И ОНИ”. Nella versione di CP, derivante dalla traduzione in francese, il pezzo risulta in tal modo: “La guardia bolscevica ed i cadetti tengono la città sotto la minaccia delle loro baionette. Il nuovo Trepov-Trockij rifiuta ai delegati operai ed ai soldati rossi l’autorizzazione per venire a Kronstadt. Teme moltissimo che venga scoperta la verità. Nonostante ciò, questa verità spazzerà via i bolscevichi e il popolo lavoratore, infine cosciente, prenderà il potere nelle sue mani callose.” L’accostamento a Trepov, molto probabilmente, era per sottolineare la brutalità sanguinaria di Trotsky. In ogni caso non si sa se ci si riferisce al generale Fëdor Fëdorovič Trepov conosciuto, nel mondo europeo occidentale, per la sua brutalità a Varsavia (all’epoca sotto l’impero russo) e a San Pietroburgo – e ucciso dalla rivoluzionaria Vera Zasulich -, o al figlio Dmitri Feodorovich Trepov, capo della polizia zarista a Mosca e successivamente governatore di San Pietroburgo durante le fasi della rivoluzione del 1905.