L’Ucraina sta avanzando da due settimane nell’oblast’ di Kursk. Che risultati ha ottenuto e cosa accadrà in seguito

Traduzione dell’articolo “Украина уже две недели наступает в Курской области. Чего она добилась и что будет дальше

A quanto pare, le Forze Armate dell’Ucraina (AFU) si stanno preparando a controllare i territori catturati. Gli esperti militari spiegano quali sono le loro possibilità.

Cosa ha catturato l’AFU in quindici giorni

Durante l’offensiva nell’oblast’ di Kursk, iniziata il 6 Agosto, l’AFU ha catturato 92 insediamenti, controllando circa 1250 chilometri quadrati [di territorio russo] – ha dichiarato il 19 Agosto Volodymyr Zelenskyy. Il progetto ucraino OSINT “DeepState” ritiene che l’esercito ucraino controlli 650 chilometri quadrati – mentre i restanti 600 sono definiti come “zona grigia”. L’Institute for the Study of War (ISW), con sede negli Stati Uniti, stima che l’offensiva si sia ampliata di circa 56 chilometri – con gli ucraini che sono avanzati di circa 28 chilometri in profondità nel territorio russo. Il più grande degli insediamenti catturati è il centro del distretto di Sudža. L’AFU ha allestito lì un ufficio del comando militare e i giornalisti ucraini e occidentali hanno visitato la città.

A est e a nord-est di Sudža, i russi sembrano essere riusciti a fermare l’avanzata del nemico. Tuttavia, in altre direzioni, l’offensiva dell’AFU continua anche se non allo stesso ritmo dei primi giorni. A nord, gli ucraini stanno avanzando verso il centro del distretto di L’gov – che è a soli 25 km da Kurčatov e dalla centrale nucleare di Kursk. A nord-ovest si combatte per un altro centro distrettuale, Korenevo.

Secondo molti analisti, è difficile stabilire dove sia la linea del fronte. In primo luogo per via della consueta “nebbia di guerra”1; in secondo luogo, per le tattiche dell’AFU. Gli ucraini operano in gruppi mobili: quando incontrano i russi, ad esempio, in una postazione, una parte del gruppo combatte – impegnando così il nemico -, mentre l’altra continua a muoversi. Questa tattica è stata particolarmente efficace nei primi giorni dell’operazione. In seguito, quando i russi hanno rinforzato le loro truppe con le riserve, hanno iniziato a tendere delle imboscate alle piccole colonne dell’AFU. Ciò è accaduto, ad esempio, nei pressi di Safonovka, un villaggio a circa 30 chilometri a nord di Sudža.

I rombi indicano i reggimenti, le brigate e l’aeroporto delle Forze Armate russe. Il colore blu-grigio scuro indica la zona “liberata” dall’AFU mentre quella grigia chiara è segnata come “sconosciuto”.

Nel prossimo futuro, gli ucraini cercheranno probabilmente di prendere il controllo della maggior parte del distretto di Gluškovskij. Quest’area confina a sud e ad ovest con l’Ucraina; la parte orientale è controllata dall’AFU e il confine settentrionale è segnato dal fiume Sejm. Gli ucraini hanno già distrutto tutti e tre i ponti sul fiume, rendendo difficile il rifornimento del raggruppamento russo lì presente. I russi avevano allestito due ponti barche sul Sejm, uno dei quali è stato fatto saltare in aria il 19 Agosto; le immagini satellitari hanno mostrato del fumo a 500 metri di distanza – ha riferito Radio Liberty. Distruggere un ponte barche è abbastanza facile, spiega Ruslan Leviev, fondatore del Conflict Intelligence Team: “Basta un colpo di artiglieria per renderlo inutilizzabile – fino a quando la sezione danneggiata non viene sostituita.”

Non vedo alcuna strategia dell’esercito russo riguardo la sacca creatasi tra il Sejm e il confine. L’AFU la conquisterà sicuramente nel prossimo futuro”, scrive l’esperto militare Jan Matveev.

La sacca menzionata da Matveev (segnata da una linea nera) è circondata dal fiume Sejm. All’interno si trova il centro amministrativo di Gluškovo, ricadente nel distretto di Gluškovskij. All’esterno (segnate in grigio chiaro e blu-grigio) vi sono le aree “liberate” o occupate dell’AFU.

A causa della “nebbia di guerra” è ancora difficile valutare le perdite dei due schieramenti. Secondo i calcoli dell’analista OSINT “Naalsio”, fino al 16 Agosto l’AFU aveva perso 51 mezzi. Si tratta per lo più di veicoli blindati; ma ci sono anche quattro carri armati e dodici tra veicoli trasporto truppe (VTT) e M142 Himars americani – distrutti nell’oblast’ di Sumy. I russi hanno perso 27 veicoli, tra cui sei carri armati e tre VTT.

La leadership ucraina definisce la cattura dei militari russi un risultato importante; è previsto che vengano scambiati con i soldati ucraini. “È un risultato importante. Avvicina la liberazione dei nostri militari e dei nostri civili dalla prigionia russa”, ha dichiarato Volodymyr Zelensky. Una settimana dopo l’inizio dell’offensiva, il presidente ucraino ha parlato di centinaia di prigionieri; secondo i calcoli di Oleksandr Kovalenko, membro del gruppo ucraino “Resistenza Informativa”, fino al 16 agosto erano stati catturati circa 2.500 soldati; ma non ci sono conferme di queste informazioni. Tra i prigionieri ci sono molti coscritti. “Storie importanti” ha scoperto i nomi di 25 soldati russi catturati.

Quali sono gli obiettivi che l’Ucraina persegue? E quali sono stati raggiunti?

Deviare le forze dell’esercito russo. Secondo gli analisti, fin dai primi giorni dell’offensiva l’AFU sta cercando di costringere il comando russo a trasferire le unità da altre direzioni dell’oblast’ di Kursk. Innanzitutto, gli ucraini vorrebbero indebolire il gruppo russo che sta conducendo un’offensiva sulle città di Pokrovs’k e Torec’k (oblast’ di Donec’k) – un’avanzata che l’esercito di Putin sta conducendo con particolare successo negli ultimi mesi.

Finora questo risultato è stato raggiunto solo in parte. Il 15 Agosto, John Kirby, portavoce della Casa Bianca per la sicurezza nazionale, ha riferito che le unità russe si stavano spostando dall’Ucraina all’oblast’ di Kursk. Secondo il Wall Street Journal, potrebbe trattarsi di diverse brigate incomplete – per un totale di 5.000 uomini, di cui una inviata dall’oblast’ di Donec’k. I russi potrebbero aver bisogno di circa 20.000 combattenti ben addestrati per far sloggiare le forze armate ucraine. Secondo ISW, fino a questo momento un battaglione della Brigata Internazionale “Pyatnashka” e parte della 200esima Brigata Motorizzata di Fucilieri, stava assaltando Časiv Jar; adesso sono stati probabilmente trasferiti dall’oblast’ di Donec’k a quello di Kursk.

Se il comando russo sta davvero inviando unità dall’Ucraina all’oblast’ di Kursk, sicuramente non le ritirerà dai pressi di Pokrovs’k e Torec’k. Le riserve saranno prima prelevate da aree meno importanti, come gli oblast’ di Zaporizhzhya e Kherson, e l’AFU deve sicuramente comprendere questa logica – afferma Ruslan Leviev, fondatore del Conflict Intelligence Team. D’altra parte, per impedire all’AFU di avanzare ulteriormente nell’oblast’ di Kursk, i russi hanno bisogno di trasferire le riserve il più rapidamente possibile – sostiene Mark Kansian, colonnello della Marina statunitense in pensione e consulente senior presso il Centro per gli studi strategici e internazionali (CSIS). Pertanto, non possiamo escludere il trasferimento di truppe dall’oblast’ di Donec’k – che sarebbe molto più facile rispetto allo spostamento di queste dagli oblast’ di Kherson o Zaporizhzhya.

Dopo l’inizio dell’operazione nell’oblast di Kursk, Leviev non nota una diminuzione dell’offensiva russa su Pokrovs’k e Torec’k. La fonte dell’Economist presso il governo ucraino afferma che dal 16 Agosto le attività delle truppe russe nel Donbass sono sensibilmente diminuite – ma non a Pokrovs’k.

Se i russi, nonostante la situazione nell’oblast’ di Kursk, continueranno ad attaccare Pokrovs’k e Torec’k e avranno successo, si porrà in futuro la questione dell’opportunità dell’operazione in Russia dell’AFU. Il Wall Street Journal stima che circa 10.000 combattenti ucraini sono coinvolti nell’offensiva. Ad un certo punto, il comando ucraino potrebbe trovarsi di fronte ad una scelta: o mandare questo raggruppamento a difendere l’oblast’ di Donec’k oppure rischiare lo sfondamento del fronte da parte dei russi – afferma il Times. L’offensiva ucraina nei pressi di Kursk sta diventando ogni giorno più rischiosa: le perdite dell’AFU stanno aumentando e i russi stanno accumulando più riserve – osserva l’Economist.

I molteplici effetti ottenuti dall’operazione su Kursk superano, di gran lunga, gli eventuali rallentamenti delle truppe russe a Pokrovs’k”, afferma Oleksiy Arestovich, ex consigliere dell’Ufficio del Presidente dell’Ucraina. A suo avviso, l’uso delle riserve ucraine in Russia è più appropriato rispetto ad un “gettarle vicino a Pokrovs’k e farle “macinare” fino al ritiro – rallentando [l’offensiva russa].

Migliorare le posizioni per eventuali colloqui di pace. “Nell’oblast’ di Kursk possiamo vedere chiaramente come lo strumento militare venga utilizzato per convincere la Federazione Russa ad entrare in un processo negoziale equo”, ha scritto venerdì Mykhailo Podolyak, consigliere del capo dell’Ufficio del Presidente dell’Ucraina. L’Ucraina non è soddisfatta dell’ultimatum imposto da Putin riguardante il ritiro delle truppe da quattro regioni ucraine – le quali si trovano all’interno dei suoi confini amministrativi -, e di un possibile congelamento del conflitto lungo la linea del fronte esistente.

Se l’Ucraina controlla parte del territorio russo riconosciuto a livello internazionale, questo potrebbe teoricamente essere scambiato con la terra ucraina occupata (o almeno parte di essa).

La domanda è come esattamente l’offensiva dell’AFU, nell’oblast’ di Kursk, influenzerà la volontà di negoziazione di Vladimir Putin. “A quanto pare, il nemico cerca di migliorare le sue posizioni negoziali in futuro. Ma di che tipo di negoziati possiamo parlare? [] Di cosa possiamo anche solo parlare con loro?”, ha detto Putin nel settimo giorno dell’offensiva. Le prospettive di un negoziato sono diventate più remote, hanno dichiarato al New York Times due ex alti funzionari russi vicini al Cremlino. Putin ora vuole “non la pace ma la vendetta”, ha detto uno di loro. Le fonti hanno detto che Putin è sicuro della superiorità dell’esercito russo in termini di uomini e armi.

Secondo quanto riportato dal Washington Post, l’offensiva dell’AFU ha già interrotto i “colloqui indiretti” tra Russia e Ucraina in Qatar – dove le due parti avrebbero dovuto concordare la cessazione degli attacchi alle infrastrutture energetiche. I russi non si sono ritirati completamente dai colloqui ma hanno chiesto di avere più tempo, ha dichiarato uno degli intervistati. Secondo la fonte russa, è improbabile che Putin accetti accordi di questo tipo: “La leadership russa, quando è sotto pressione, non è solita scendere a compromessi”.

Convincere l’Occidente ad aumentare gli aiuti militari. L’Ucraina ha bisogno che gli Stati Uniti eliminino tutte le restrizioni sull’uso delle sue armi in territorio russo, soprattutto i missili ATACMS a lungo raggio. Dopo che la Russia aveva lanciato l’offensiva nell’oblast’ di Kharkiv a Maggio, i vertici statunitensi avevano autorizzato l’AFU a colpire, con le proprie armi, i territori russi di confine – ovvero quelle zone utilizzate dall’esercito di Putin per bombardare l’Ucraina. Durante l’offensiva nell’oblast’ di Kursk, gli ucraini hanno utilizzato i veicoli corazzati statunitensi Stryker e altre attrezzature; ma finora non hanno oltrepassato i confini stabiliti dagli Stati Uniti. Quindi, “tecnicamente”, il divieto statunitense non è stato violato, scrive la CNN.

Gli americani non sono ancora pronti a togliere tutte le restrizioni sugli attacchi con i missili ATACMS; insistono sul fatto che le munizioni continuano ad essere utilizzate [contro le truppe russe presenti in] Crimea e altri territori occupati. Questo potrebbe essere dovuto al fatto che l’Ucraina ha pochi missili ATACMS – e quindi il timore degli Stati Uniti non è un’escalation della guerra. Secondo il Times, gli americani non sono d’accordo che gli ucraini debbano utilizzare i missili britannici Storm Shadow senza restrizioni. La leadership britannica è pronta a questo passo; ma deve essere approvato dagli Stati Uniti e dagli altri partner della NATO.

Dopo l’inizio dell’offensiva, l’amministrazione Biden ha discusso della possibilità di trasferire all’Ucraina i missili da crociera a lungo raggio JASSM. La loro gittata supera i 300 chilometri e possono essere lanciati dagli aerei F-16 – consegnati all’AFU quest’estate.

Gli alleati impongono restrizioni non solo sull’uso delle loro armi ma anche sulle operazioni militari dell’AFU. Ad esempio, il comando ucraino aveva tenuto segreti i piani di attacco nell’oblast’ di Kursk agli Stati Uniti – in quanto si temeva che quest’ultimi potessero interferire con l’operazione. Secondo l’Economist, in passato gli alleati avevano interferito due volte con i piani delle forze armate ucraine: la prima volta avevano passato informazioni ai russi e la seconda volta avevano dato istruzioni agli ucraini di annullare l’operazione. Nel caso dell’oblast’ di Kursk, gli americani si sono trovati di fronte al fatto compiuto e non hanno obiettato.

La cattura di una parte dell’oblast’ di Kursk potrebbe convincere l’Occidente che l’Ucraina riesca a condurre con successo le operazioni offensive – e ciò non avviene dall’autunno del 2022. Punto importante: sebbene la Russia abbia affermato che dietro l’offensiva dell’AFU vi sia l’Occidente, non ha fatto nulla per inasprire la guerra – scrive l’Istituto internazionale di studi strategici (IISS). “Le argomentazioni secondo cui l’Occidente, nel sostenere l’Ucraina, dovrebbe tenere conto delle linee rosse della Russia, compresa la limitazione dell’uso delle sue armi, sono diventate sempre più deboli. L’Occidente potrebbe iniziare ad essere meno scettico sulla capacità di recupero dell’Ucraina e meno timoroso di un’escalation da parte della Russia”, hanno affermato gli analisti.

L’intero concetto ingenuo e illusorio delle cosiddette linee rosse russe, che regnava nelle valutazioni di guerra di alcuni partner, si è sgretolato in questi giorni a Sudža”, ha detto Zelensky lunedì sera.

Il prossimo passo

Il raggruppamento ucraino nell’oblast’ di Kursk ha tre opzioni: cercare di continuare e approfondire l’offensiva in Russia, ottenere un punto d’appoggio nel territorio catturato o ritirarsi in Ucraina.

Volodymyr Zelensky chiede che il comandante in capo dell’AFU, Oleksandr Syrskyy, continui l’offensiva e ottenga “il massimo progresso”; ma il generale è cauto e sta estendendo i suoi fianchi (le truppe, ndt) lungo il confine – dice la fonte dello Stato Maggiore ucraino all’ Economist. “Syrsky non è un pazzo. Sa che velocizzare l’avanzata significa mettere a rischio l’intera operazione”, ha detto l’interlocutore.

Il rischio principale per l’Ucraina è che le sue forze si allarghino troppo e vengano tagliate fuori [dal territorio ucraino]. Sarebbe un disastro militare e politico”, afferma Mark Kansian del CSIS. L’analista ritiene che l’AFU, per mantenere la posizione, si stia trincerando nell’Oblast’ di Kursk. Gli ucraini non avanzeranno non solo per la mancanza di forze, ma anche per la posizione degli alleati – i quali temono che un’ulteriore avanzata in profondità nel territorio russo possa portare ad un’escalation.

Secondo l’esperto militare russo Kirill Mikhailov, l’AFU potrebbe essere in grado di mantenere la difesa dell’oblast’ di Kursk da diverse settimane a diversi mesi; ma questo dipenderà dalle forze che il comando russo trasferirà dall’Ucraina [al territorio invaso dagli ucraini]. Allo stesso tempo, gli ucraini dovranno affrontare i problemi legati ai combattimenti sui territori [“liberati” o occupati]. In primo luogo, i terminali Starlink, utilizzati per le comunicazioni e l’uso dei droni, non funzionano in Russia. In secondo luogo, a causa della lontananza della nuova linea del fronte, sarà più difficile sostenere le truppe con l’artiglieria e i droni. In terzo luogo, non ci sono fortificazioni affidabili – anche se gli ucraini cercheranno di crearle prima che la Russia metta insieme un gruppo ben armato.

Ma c’è un lato positivo: finora l’esercito russo non sta colpendo massicciamente gli edifici residenziali con le bombe aeree – come fa in Ucraina. “Se i russi non vogliono distruggere le proprie città e i propri villaggi, sarà più facile per l’AFU mantenere la difesa delle aree popolate. Tuttavia, quando si ha a che fare con l’esercito russo, non si può essere sicuri di nulla”, ha detto Mikhailov.

Nel complesso, si tratta di un compito abbastanza difficile ma non impossibile, soprattutto se l’AFU riuscirà a creare delle linee difensive favorevoli. Un esempio è la distruzione dei ponti sul fiume Sejm e il successivo sgombero del distretto di Gluškovskij. Così facendo, l’esercito ucraino potrà costruire dei sistemi di difesa”, spiega l’analista.

Se per qualche motivo l’AFU decidesse di ritirarsi dall’oblast’ di Kursk, sarebbe in grado di farlo in modo abbastanza organizzato e senza gravi perdite. “Anche l’esercito federale russo, che nel 2022 si trovava in una situazione logistica molto più complicata nell’oblast’ di Kherson, era riuscito a ritirarsi attraverso il Dnieper, lasciando lì non tanti “trofei” come accaduto nell’oblast’ di Kharkiv”, ricorda Mikhailov. “Penso che un compito del genere sia abbastanza fattibile per l’AFU.

In caso di ritiro dall’Oblast’ di Kursk, l’AFU manterrà un gruppo ben armato. Potrà continuare così a rappresentare una minaccia verso gli oblast’ di confine – precisamente Belgorod, Kursk o Brjansk. Forse questo costringerà i russi a rafforzare il confine, spostando le truppe da altre parti del fronte. “Naturalmente, questo raggruppamento può essere utilizzato anche all’interno dell’Ucraina”, ha detto l’esperto.

Nota del Blog

1Per “nebbia di guerra” si indica la difficoltà di ottenere informazioni attendibili in situazioni guerresche