Diamo un contenuto anarchico alle rivolte venezuelane

Traduzione dell’articolo “Demos un contenido anárquico a las revueltas de Venezuela

Messaggio come venezuelano ai miei amici dentro il movimento anarchico e punk internazionale

Rafael Uzcátegui

Felice giorno. Personalmente, per molti anni, sono stato vittima dell’incomprensione quando io e altri compagni abbiamo mostrato il volto del modello di dominio bolivariano. Oggi, i settori popolari del Paese sono i principali protagonisti della ribellione contro una monumentale frode elettorale – avvenuta il 28 Luglio -, di cui esistono tutte le prove fattuali per chi fosse interessato.

Il 29 Luglio, almeno 210 proteste hanno avuto luogo in tutto il Paese. L’indignazione della folla ha fatto sì che il sogno anarchico di una rivolta diventasse realtà: statue di Hugo Chávez abbattute, attacchi e incendi dolosi contro le istituzioni statali e le sedi della polizia. Il tutto organizzato in proteste autoconvocate, senza un centro e con azioni decentrate. Oggi la risposta repressiva si preannuncia crudele e feroce. Vi chiedo di guardare in modo orizzontale su ciò che sta accadendo, e non solo alla lotta delle élite politico-economiche. Solo persone come noi possono dare un contenuto autonomo, e potenzialmente anarchico, all’energia popolare che trabocca nelle strade del Venezuela. Tutto ciò che potrà amplificare le lotte del popolo contribuirà a dissipare la miopia imposta dalle sinistre egemoniche internazionali sul Venezuela – di cui, purtroppo, gran parte dell’anarchismo internazionale ha deciso di amplificare questa cecità.

Infine, senza quelle libertà democratiche che definiamo “borghesi” non c’è possibilità di azione per i movimenti sociali autonomi e autogestiti. Solo tornando al gioco democratico, con i diritti umani, si può ripensare alla possibilità di costruire un’alternativa anti-autoritaria, di ispirazione anarchica, per la popolazione venezuelana.

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Che tipo di Venezuela vogliamo?

Octavio Alberola

In quanto libertario, il Venezuela che vorrei non è quello dell’attuale governo bolivariano, tanto meno quello proposto dall’opposizione istituzionale. Né l’uno né l’altro sono progetti di giustizia sociale – e ancor meno di una società dell’uguaglianza e del funzionamento orizzontale. Entrambi iscrivono l’economia nelle strutture del capitalismo globale – con il primato del capitale sul lavoro. In altre parole: l’opposto di ciò che vogliono i libertari.

Detto questo, e consapevole che non basta desiderare ciò che si vuole, è ovvio che ci arriveremo solo difendendo il nostro progetto di società e che è più possibile farlo in una società dominata dal progetto neoliberale (quella dell’opposizione venezuelana) perché è chiaramente capitalista. Poiché in una società dominata dal progetto socialista-chavista non solo le libertà democratiche sono minori o inesistenti, ma anche le nostre possibilità di azione sono più limitate; è necessario lottare contro questa fallacia demagogica che fa apparire il progetto neo-liberale come la migliore alternativa per i cittadini e fa sì che le persone sfruttate rinuncino a lottare per la loro emancipazione.

È quanto sta accadendo in Venezuela, dove la necessità di lottare contro la dittatura e tornare alla democrazia, sta frenando il processo storico di emancipazione – come è accaduto in Russia, Cina, Cuba…

Da qui la necessità di essere consapevoli dell’urgenza di uscire dalle dittature populiste – affinché il dilemma torni ad essere sul capitalismo e le barbarie o al socialismo autenticamente libertario.