L’insurrezione di Kronstadt: Uno sguardo dall’interno della rivolta. Nel centenario della ribellione – Decima Parte

Nona Parte

 

17 Marzo
Prima dell’alba del 17 Marzo, ebbe inizio l’attacco finale su Kronstadt che coinvolse ben 50.000 unità dell’Armata Rossa. I marinai di Kronstadt combatterono valorosamente sebbene fossero in inferiorità numerica. L’Armata Rossa, invece, venne disposta in modo tale da poter sacrificare un gran numero di uomini – tutto per riconquistare l’avamposto e porre fine allo stallo. Secondo Paul Avrich, il console americano stimò che le perdite dell’Armata Rossa ammontassero a 10.000 unità. I combattimenti durarono tutto il giorno e fino alla sera.

IZVESTIJA N. 15, GIOVEDÌ, 17 MARZO 1921

Nota del Blog
Presentiamo la traduzione di alcuni articoli dell’ultimo numero dell’Izvestija di Kronstadt. Le problematiche a cui si è andatu incontro riguardante la trascrizione e traduzione sono state principalmente tre: 1) la scarsa risoluzione delle immagini digitalizzate (link), 2) la mancanza di tempo e 3) i limiti della lingua in questione (russa). Ad eccezione dell’ “Avviso”, tutti gli articoli tradotti qui sono stati ricopiati e pubblicati nel libro curato da Viktor Petrovich Naumov e Aleksandr Alʹbertovich Kosakovskiĭ, “Kronstadt 1921: documenti sugli eventi di Kronstadt nella primavera del 1921”, Fondazione Democrazia, Mosca, 1997, 308 p.1
Chiunque voglia dare una mano nel completare questo lavoro, può scrivere all’indirizzo mail: hyenas@autistiche.org

Riepilogo delle operazioni
Dalle ore 24 del 15 Marzo alle ore 12 del 16 Marzo
Alle 5 del mattino il nemico, sostenuto dal fuoco della propria artiglieria, ha condotto un attacco con piccoli gruppi sia dalla sponda nord che da quella sud, ma è stato respinto dal nostro fuoco. Dopo le sei del mattino i fronti erano tranquilli.
Dalle ore 12 alla mezzanotte del 16 Marzo.
Dalle due del pomeriggio fino alle nove di sera il nemico ha bombardato pesantemente sia i forti che la città. La nostra artiglieria ha risposto vigorosamente. Il nemico nei pressi di Oranienbaum ha subito tre grandi incendi causati dai nostri proiettili. Verso le 8 di sera sono arrivati tre aerei che hanno lanciato delle bombe e dei proclami. Dopo i primi colpi dei nostri cannoni antiaerei, gli aeroplani sono volati via. Dopo le nove di sera il forte “Krasnoflotskii” ha bombardato la città, provocando un incendio circoscritto.
Vremenny Yakovenko, per la presidenza del C.R.P.
Solovianov, capo della difesa

Avviso
Oggi, 17 marzo, alle ore 17 presso la sede del club centrale della Guarnigione si terrà una riunione dei rappresentanti eletti il 2 Marzo per organizzare le elezioni anticipate del Consiglio.
Fto: Comitato Rivoluzionario Provvisorio

Il 16 marzo il Comitato Rivoluzionario ha inviato il seguente radiotelegramma al soviet di Pietrogrado
“Il 16 Marzo Oranienbaum ha iniziato a bombardare un tranquillo quartiere di Kronstadt. Diversi proiettili sono caduti nei pressi dell’ospedale colpendo Elizaveta Mikhailova, un’impiegata della struttura, uccidendo Ivan Oshanin, un cittadino, e ferendo Pyotr Terenkov, un lavoratore.
In risposta a ciò, il nostro comando ha dato ordine di sparare con i cannoni pesanti verso Oranienbaum.
I risultati dei nostri bombardamenti sono ben noti alla comunità internazionale: la segheria Olginsky è stata bruciata, a Izhora e Oranienbaum sono scoppiati dei grandi incendi, una stazione di soccorso è stata fatta saltare in aria, un treno blindato è stato colpito e così via dicendo.
Il Comitato Rivoluzionario Provvisorio di Kronstadt avverte il soviet di Pietrogrado che non otterrà alcuna concessione dal barbaro massacro della popolazione civile – bambini, donne e operai – e che se la città venisse colpita nuovamente, Kronstadt sarà in grado di mostrare il suo potere fino in fondo. Chiediamo che questo radiogramma venga discusso alla riunione generale del Soviet di Pietrogrado.”
Fto: Il Comitato rivoluzionario provvisorio di Kronstadt.

Funerali per i combattenti della libertà
[Ieri, ndt] Alle 4 di pomeriggio ha avuto luogo la solenne sepoltura delle prime vittime della grande lotta per la liberazione dei lavoratori dall’oppressione dei comunisti. Le bare dei venti compagni morti, coperte da un drappo rosso, dopo il funerale e al suono della marcia funebre sono state portate fuori dalla cattedrale marittima di Piazza della Libertà – dove erano già schierate le truppe con le bandiere rosse e i membri del Comitato Rivoluzionario. Nella cattedrale e successivamente in piazza, c’è stata una massa di persone che, nonostante l’intensificarsi dei bombardamenti, è rimasta completamente calma, circondando le spoglie con attenzione e amore.
Sopra la folla si vedeva uno striscione nero con la scritta: “Memoria eterna a coloro che morirono nella lotta per i Soviet liberamente eletti”. Le bare sono state calate, in un solenne silenzio, nella fossa comune; le truppe hanno sparato tre colpi a salve di addio.
I membri del Comitato rivoluzionario sono saliti sul palco e il compagno Kilgast ha pronunciato un discorso in cui ha descritto la situazione, esortando a mantenere saldamente la rotta intrapresa: il potere ai Soviet e non ai partiti, senza cedere alla destra o alla sinistra, pronti, come i compagni caduti, a dare la vita per la libertà dei lavoratori. I successivi oratori hanno accusato e maledetto i bolscevichi colpevoli di aver ingannato il popolo e di averlo spinto all’estremo – fino a fucilare chi richiedeva la libera rielezione dei Soviet -, esortando poco dopo i presenti a portare fino in fondo l’opera che avevano iniziato.
Dopo aver compiuto il loro ultimo dovere, le truppe e i cittadini sono tornati tranquillamente a casa con la ferma decisione di vincere o morire.

Lasciano il Partito
Tutti quelli che lasciano i ranghi del P.C.R.(b.) sono invitati a consegnare i loro documenti di identificazione e libretti di partito ai triunvirati elettorali. Coloro che lasceranno il partito in futuro, sono invitati a rilasciare delle dichiarazioni fin da subito.
Le dichiarazioni di uscita dal P.C.R.(b.) arrivano incessantemente in redazione; ma data la loro grande quantità e l’insufficienza di spazio, i redattori non possono pubblicarle immediatamente e le inseriranno possibilmente nelle prossime edizioni del giornale.
“Noi, membri del collettivo dell’Unità Sanitaria di Sukhvoisky, in un’assemblea generale e alla presenza di un rappresentante del Triunvirato Rivoluzionario, dopo aver discusso la situazione a Kronstadt, come figli del popolo genuino non possiamo essere ritenuti responsabili delle azioni sbagliate dei dirigenti del P.C.R.(b.). Dichiariamo che adempieremo onestamente ai nostri doveri, come abbiamo fatto finora, e chiediamo di non essere più considerati membri del P.C.R.(b.) e ci uniamo con tutto il cuore allo slogan proposto dagli operai di Kronstadt: “Tutto il potere ai Soviet, non ai partiti”.”
Fto: A. Semenov, S. Gutman, N. Pahomov, A. Schner, I. Shadrinov, M. Zamuel
Sono pervenute le seguenti dimissioni: (seguono 146 nominativi)

In seguito
Gli eventi di Kronštadt sono stati un anello di quella catena d’acciaio che gli imperialisti di tutti i paesi stanno forgiando contro il potere sovietico. Sotto lo slogan di miglioramento del potere sovietico, “il potere sovietico senza i comunisti”, la borghesia, nazionale e internazionale ha cercato di radunare gli operai e i contadini contro il potere sovietico. Le borse di Parigi e quelle finlandesi riconobbero subito subito il significato di Kronstadt, e il loro fedele portavoce Milyukov ripeté: “Non c’è bisogno di essere spaventati. Contro i sovietici non si va da nessuna parte. È necessario usare lo slogan dei sovietici non di partito per distruggere il potere sovietico.”
Una parte dei marinai inghiottì questa esca. Aspettammo il più lungo possibile affinchè i compagni marinai perplessi vedessero con i loro occhi dove li stava portando l’ammutinamento. Ma ci trovammo di fronte al pericolo dello scioglimento del ghiaccio e fummo costretti a sferrare un colpo corto, affilato e ben mirato. Con un eroismo senza precedenti, in un’impresa inaudita nella storia della guerra, i nostri cadetti e le unità dell’Armata Rossa ispirati da questi presero d’assalto una fortezza navale di prima classe. Questi figli della Russia operaia e contadina, fedeli alla rivoluzione, senza sparare un colpo avanzarono sul ghiaccio, morendo e vincendo per essa. Non saranno dimenticati dai lavoratori della Russia e del mondo intero. Sono sicuro che nessuna macchia sporcherà questa bandiera. E nei momenti difficili, quando il dubbio si agita nei nostri cuori, ricorderemo Kronštadt e la sua bandiera, e andremo avanti allegramente verso la vittoria.”
– Discorso di Lev Trotskij alla parata in onore degli eroi di Kronštadt, 3 Aprile 1921 2

Il giorno successivo, il 18 Marzo, era l’anniversario dell’inizio della Comune di Parigi.
Oltre 8.000 ribelli, tra cui Petrichenko e altri dieci membri del Comitato rivoluzionario, fuggirono attraverso il ghiaccio verso la Finlandia; più della metà di questi erano combattenti di Kronstadt. Altri non furono così fortunati.
Alla domanda del presidente del Tribunale rivoluzionario sul perché si fosse opposto al potere sovietico, un imputato rispose ironicamente: “Che differenza fa per noi ignoranti il tipo di potere?
Il 31 Marzo 1921, dopo aver schiacciato il loro equivalente della Comune di Parigi, le autorità bolsceviche ribattezzarono con altri nomi le navi che parteciparono alla rivolta di Kronstadt. Senza alcuna traccia di ironia, ribattezzarono la “Sevastopol” che aveva subito tre proiettili da 12 pollici dell’Armata Rossa – dal qual attacco vennero feriti e/o uccisi 102 marinai ribelli -, “Parizhskaya Kommuna” (“Comune di Parigi”). Allo stesso modo, ribattezzarono la nave “Petropavlovsk” in “Marat”, in onore del leader rivoluzionario francese assassinato Jean-Paul Marat. Ovunque si veda un monumento, si può essere certi che è avvenuto un massacro.

Citazioni
Kronstadt è costata cara ai comunisti. La caduta di Kronstadt è la caduta dei comunisti. I comunisti possono sparare agli abitanti di Kronstadt, ma non potranno mai coprire la verità su Kronstadt.”
-estratto da Stepan Petrichenko, “La verità sui fatti di Kronstad” (in russo), 1921, pag. 24 3

Il III Congresso dell’U.A.I. riconferma verso la rivoluzione russa tutta la sua entusiastica solidarietà e l’impegno di sorgere in sua difesa contro i tentativi reazionari a suo danno da parte dei governi degli altri paesi. Ma nel tempo stesso dichiara di non riconoscere affatto il governo russo così detto comunista come il rappresentante della rivoluzione, vedendo anzi in esso il maggior nemico della rivoluzione stessa, in quanto il governo bolscevico si avvia con la sua politica interna ed estera a divenire un governo come tutti gli altri, transigente col vecchio mondo borghese, ma, sia pure con armi nuove e talvolta peggiori, oppressore e sfruttatore del proletariato in nome del quale pretende di esercitare il potere.”
-estratto da “Tutto per la rivoluzione russa ma decisamente contro il governo dittatoriale”, “Umanità Nova”, a. II, n. 179, 8 Novembre 1921 4

I giorni che trascorrono sono grigi. Uno dopo l’altro i residui di speranza sono finiti. Il terrore ed il dispotismo hanno reciso la vita sorta in Ottobre. Gli slogans della Rivoluzione si sono rivelati falsi, i suoi ideali sono soffocati nel sangue del popolo. Il soffio di ieri sta condannando milioni di vite a morte; l’ombra di oggi pende come un drappo funebre sul paese. La dittatura calpesta le masse sotto i suoi piedi. La Rivoluzione è morta; il suo spirito grida nel deserto… Ho deciso di lasciare la Russia.”
– estratto dal Diario di Alexander Berkman

Bibliografia in italiano su Kronstadt
(a cura di) Gattolin Federico, “Kronstadt. Una rivoluzione che fece tremare il Cremlino (marzo 1921)”, Prospettiva, Roma, 2005
Avrich Paul, “Kronstadt 1921. La sanguinosa repressione della rivolta dei marinai di Kronstadt contro la dittatura bolscevica nel quadro dello sviluppo e del rafforzamento dello Stato sovietico”, Mondadori, Milano, 1971
Avrich Paul, “L’altra anima della rivoluzione. Storia del movimento anarchico russo”, Antistato, Milano, 1978
Bonafede Marco, Curcio Saro, “La rivolta di Kronstadt”, Eureka, Milano, 1978
Costa Sergio, Poiret Xavier, “Kronstadt 1921-1981”, La Cooperativa Tipografica Editrice, Carrara, 1981
Fedeli Ugo, “Dalla insurrezione dei contadini in Ucraina alla rivolta di Cronstadt”, La Rivolta, Ragusa, 1992
Getzler Israel, “L’epopea di Kronstadt 1917-1921”, Einaudi, Torino, 1982
Goldman Emma, “Vivendo la mia vita”, Vol. 4, Zero in Condotta, Milano, 1993
Gori Lorenzo, “Kronstadt 1921. I giorni della Comune”, Prospettiva, Roma, 2006
Jean-Jacques Marie, “Kronštadt 1921. Il Soviet dei marinai contro il governo sovietico”, UTET, Torino, 2007
Mett Ida, “1921: la rivolta di Kronstadt”, Partisan, Roma, 1970
Volin, “La rivoluzione sconosciuta”, Franchini, Carrara, 1976
Volontà Rivista, n. 8/9 e 10 (1961)
I numeri dell’ “Izvestija” editi da: Jacabook, Milano, 1970, 120 p.; Crescita Politica (CP), Signa, 1971, XIX+133 p.; Prospettiva Edizioni, 2005, 80 p.

Note

2Inserito in “The military writing and speechs. How the revolution armed”, Vol. 4 (1921-1923), Capitolo 2 “The Kronstadt mutiny”

3Stepan Petrichenko, “La verità sui fatti di Kronstad” (in russo), 1921, pag. 24. Link