Ipocrisie e nefandezze del colonialismo verde – Seconda Parte

Prima Parte

 

Immagine modificata, tratta da One Piece, Volume 108, capitolo 1097

Circolazione e appropriazione delle merci

L’economia della transizione ecologica è plasmata da una serie di interazioni strutturate a livello globale; i Paesi del Sud globale, ricchi di risorse, ricadono in quella posizione di fornitori di terre, risorse critiche (“terre rare” e litio in primis) e distributori energetici rinnovabili (eolici, idrici, solari e idrogeno soprattutto). I ricercatori Juan Infante-Amate, Alexander Urrego-Mesa, Pablo Piñero ed Enric Tello hanno stilato uno studio sul passaggio di risorse naturali (energetiche, minerarie e via dicendo) esportate nell’arco di un secolo dalla cosiddetta America Latina al resto del mondo (1900-2016).1 Dall’analisi risulta evidente come le esportazioni di queste risorse (da 4 milioni di tonnellate nel 1900 a 610 milioni di tonnellate nel 2016) siano state pagate ad un prezzo inferiore rispetto alle importazioni degli stessi paesi di questa area del mondo2 – nonostante alcuni di essi abbiano approfittato di determinati momenti storici per garantire la domanda del Nord Globale. 3

Tale stato di cose non coinvolge soltanto il macro-continente citato. A livello globale la questione è stata analizzata da Jason Hickel Christian Dorninger, Hanspeter Wieland e Intan Suwandi. Costoro hanno cercato di calcolare in termini monetari 4 i flussi di risorse naturali, denaro e lavoro dai Paesi poveri a quelli ricchi. Partendo da dati storici del colonialismo europeo in Africa e in America Latina, i ricercatori hanno smontato la retorica dell’innocenza culturale-mediatica della post-colonialità 5 e l’annessa “condizione di parità” venutasi a creare con la globalizzazione del libero mercato.

Vedendo le condizioni generali del Sud globale, i ricercatori scrivono: “i risultati mostrano che nel 2015 l’appropriazione netta del Nord verso il Sud è stata di 12 miliardi di tonnellate di materie prime, 822 milioni di ettari di terra, 21 exajoule di energia (equivalenti a 3,4 miliardi di barili di petrolio) e 188 milioni di anni-persona 6 equivalenti al lavoro svolto (pari a 392 miliardi di ore di lavoro). Per appropriazione netta intendiamo che queste risorse non sono compensate in termini equivalenti dal commercio ma sono, di fatto, trasferite gratuitamente. E questa appropriazione non è di dimensioni insignificanti; al contrario, rappresenta una quota importante (in media circa un quarto) del consumo totale del Nord.

Questa appropriazione netta, nota come “scambio ecologicamente ineguale”7, ha conseguenze significative per il Sud globale in termini di perdita del valore d’uso. Questa quantità di materie prime, terra, energia e manodopera del Sud potrebbe essere utilizzata per soddisfare i bisogni umani e sviluppare le capacità industriali sovrane nel Sud; invece viene mobilitata per servire i consumi del Nord globale. […] L’appropriazione netta delle risorse ha anche conseguenze ecologiche significative nelle regioni in cui avviene l’estrazione. Ad esempio, l’uso dei materiali è strettamente legato alle pressioni ambientali. È responsabile di oltre il 90% della variazione degli indicatori di danno ambientale e di oltre il 90% della perdita di biodiversità e dello stress idrico. Inoltre […] mentre gli impatti variano a seconda dei materiali e variano al variare delle tecnologie, esiste un accoppiamento tra flussi di massa aggregati ed impatto ecologico. I flussi netti di risorse materiali dal Sud al Nord significano che gran parte dell’impatto del consumo di materiali nel Nord (il 43%, al netto del commercio) viene subito dal Sud globale. Il danno viene delocalizzato. […] Nel 2015, l’economia globale utilizzava 87 miliardi di tonnellate all’anno, superando il limite del 74% e trainando il collasso ecologico. Questo superamento è dovuto quasi interamente all’eccesso di consumo di risorse dei Paesi del Nord globale. Nel 2015 il Nord ha consumato 26,71 tonnellate di materiali pro capite, circa quattro volte oltre la soglia sostenibile (6,80 tonnellate pro capite nel 2015). I nostri risultati indicano che la maggior parte del consumo in eccesso del Nord (il 58%) è sostenuto dall’appropriazione netta [delle risorse] del Sud globale; senza questa appropriazione, l’uso di materiali nei Paesi ad alto reddito sarebbe molto più vicino al livello sostenibile. Un discorso analogo può essere fatto per l’energia. La stragrande maggioranza dell’energia incorporata 8 stanziata dal Sud è fornita dai combustibili fossili e comporta, quindi, emissioni di gas serra. In termini di consumo, il Nord è responsabile del 92% delle emissioni di anidride carbonica in eccesso rispetto al limite planetario (350 ppm di concentrazione atmosferica di CO2), mentre le conseguenze danneggiano il Sud in modo sproporzionato, infliggendo costi sociali ed economici drammatici. Il Sud subisce l’82-92% dei costi del cambiamento climatico e il 98-99% delle morti associate al cambiamento climatico. L’appropriazione netta di energia del Sud da parte del Nord significa che i benefici maturano per quest’ultimo mentre i danni legati alle emissioni ricadono principalmente sul primo. Lo stesso vale per l’appropriazione di terra incorporata da parte del Nord, che è un altro importante fattore di emissioni. […] L’appropriazione netta della terra significa che l’impoverimento del suolo, dell’acqua e il deflusso di sostanze chimiche sono delocalizzati; l’appropriazione netta di energia significa che gli impatti dell’inquinamento da particolato 9 sulla salute sono delocalizzati; l’appropriazione netta di lavoro significa che gli impatti sociali negativi dello sfruttamento sono delocalizzati, eccetera. Nel caso delle risorse non rinnovabili c’è anche un problema di esaurimento: le risorse sottratte al Sud non sono più disponibili per le generazioni future. […] in condizioni di appropriazione netta, le perdite economiche non sono compensate dagli investimenti in capitale sociale. Infine, l’estrattivismo che sostiene l’appropriazione delle risorse genera dislocazioni sociali e conflitti per le risorse.10

Fare un calcolo monetario di queste appropriazioni a livello globale è difficile in quanto 1) non esiste una quantificazione netta del valore delle materie prime e del lavoro umano svolto e 2) il prezzo di esportazione/importazione non è mai “corretto” o, quanto meno, fisso. Questo accade perchè nel processo di produzione il capitale cercherà “di deprimere i prezzi dei fattori produttivi il più possibile e, in assenza di una forza politica di contrasto, idealmente verso lo zero. È questo il processo che consente l’appropriazione attraverso le catene globali delle merci e il commercio internazionale.11

Per poter quantificare e avere un minimo di idea sul valore teorico di espropriazione delle risorse, i ricercatori hanno utilizzato i prezzi del Nord Globale, calcolando i 12 miliardi di tonnellate di materie prime (dato del 2015) provenienti dal Sud Globale e diretti verso la parte ricca del mondo.

Il risultato teorico ottenuto è stato di circa 14 trilioni di dollari di materie prime dove, ovviamente, i paesi del Nord hanno pagato a stento un terzo di questo valore monetario alla loro controparte – senza contare gli altri dati monetari calcolati e citati nello studio riguardanti la terra, il lavoro svolto e l’energia.

Questi atti comportano, a livello conseguenziale, anche dei divari salariali e sociali e una differenza del controllo produttivo nel mondo lavorativo 12 molto marcata tra le due parti geografiche menzionate. Ma vi è un altro tassello basilare riguardante la “colonizzazione verde”: l’onnipresenza di strutture finanziarie mondiali quali il “Fondo Monetario Internazionale” e lo strumento del debito utilizzato da quest’ultima e singole nazioni del Nord Globale.

 

Continua nella Terza Parte

 

Note

1“The open veins of Latin America: Long-term physical trade flows (1900–2016)”, Global Environmental Change, Volume 76, Settembre 2022. Link: https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S0959378022001170

2“[…] nel 1966, la regione pagava 0,5 dollari per ogni kg [di risorsa] importata ed esportava 0,1 dollari/kg [di materiale prodotto] […] nel 2016 venivano pagati 1,6 dollari/kg [di risorsa importata] ed esportava 0,6 dollari/kg [di materiale prodotto]”, Ibidem.

3Il caso venezuelano è un esempio di come lo Stato e il capitalismo locale abbiano approfittato a piene mani della rendita petrolifera durante i momenti di crisi mondiale (anni ‘70 e primi anni 2000), salvo poi andare in una situazione di instabilità interna nazionale a causa delle varie oscillazioni dei prezzi petroliferi internazionali e manipolazioni politiche estere (in special modo USA e Cina). Per una panoramica sulla questione vedere il paragrafo “La PDVSA e le Misiones Sociales come basi clientelari ed elettorali” in “Venezuela:opportunisti e imbecilli al lavoro”, Gruppo Anarchico Chimera, Aprile 2019. Link: https://gruppoanarchicochimera.noblogs.org/files/2019/05/Venezuela-opportunisti-e-imbecilli-al-lavoro-1.pdf

4“Imperialist appropriation in the world economy: Drain from the global South through unequal exchange, 1990–2015”, Global Environmental Change, Volume 76, Marzo 2022. Link:https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S095937802200005X

5L’Africa Occidentale viene vista a livello mediatico come territorio da democratizzare e aiutare economicamente attraverso una serie di interventi delle istituzioni sovra-nazionali e internazionali. La realtà dei fatti, però, è che la post-colonizzazione ancora perdura in quell’area. Non è un caso che l’influenza militare-capitalista francese abbia un suo peso notevole nei golpe degli ultimi anni, serviti per 1) mantenere lo status quo francofono e 2) bloccare o frenare qualsiasi interferenza statale-capitalistica straniera. Su quest’ultimo punto val la pena citare il sito “Storie Importanti” che ha riportato come la PMC Wagner, passata sotto l’egida del Ministero della Difesa russo, starebbe operando tra il Mali, la Libia, il Sudan e la Repubblica Centrafricana. La presenza dell’agenzia paramilitare, e di riflesso del governo russo, mira a controllare e monitorare le risorse minerarie ed energetiche dei citati territori ed espandere la propria influenza in quella parte di Africa. Vedere l’articolo in russo “Girare a sud. Perché l’Africa è diventata così importante per la Russia”. Link: https://istories.media/opinions/2023/08/30/povorot-na-yug-pochemu-afrika-stala-tak-vazhna-dlya-rossii/ Possibili scontri, in un futuro non troppo lontano, tra gli schieramenti politico militari locali sostenuti dalla Francia e quelli supportati dalla Russia non è una mera fantasia ma una solida e oggettiva realtà.

6Unità di misura riguardante la quantità di lavoro svolto da un individuo durante l’intero anno, espressa in numero di ore. Per calcolarlo si prende il numero di ore lavorate da un individuo durante la settimana e lo si moltiplica per 52.

7Sbilanciamento sociale ed economico esistente “tra Paesi ricchi e poveri non solo nell’accesso alle risorse e nella loro distribuzione, ma anche nel fardello di degradazione ambientale subìto da questi ultimi, che è causato in larghissima parte dalle attività necessarie a mantenere un livello di benessere riservato ad una ristretta parte della popolazione mondiale.” Fonte:Ritorno al futuro. L’ambientalismo è una questione sociale”. Link: https://ilbolive.unipd.it/it/news/ritorno-futuro-lambientalismo-questione-sociale

8Detta anche “energia grigia”. È la quantità di energia necessaria per produrre, trasportare fino al luogo di utilizzo, e smaltire un prodotto o un materiale o per assicurare un servizio. Generalmente, con il termine energia grigia si indica una metodologia per valutare l’ammontare totale dell’energia utilizzata nel corso dell’intera vita del prodotto: estrazione delle materie prime, trasporto, trasformazione, montaggio, installazione, come pure la demolizione e lo smaltimento. Alcune metodologie puntano a esprimere l’energia grigia in termini di consumo di petrolio necessario; altre metodologie valutano l’energia grigia in termini di quantità di luce solare che viene utilizzata nei processi ecologici. Fonte: Energia Grigia. Link: https://it.wikipedia.org/wiki/Energia_grigia

10“Imperialist appropriation…”, pag. 5

11Ibidem

12Nel contesto del Sud Globale, questa forma di controllo lavorativa, basata su restrizioni, violenze fisiche e culturali, corruzione politica e stragi – e dove giocano anche i fattori quali genere, razza / etnia ed abilità di ogni soggetto e / o gruppo umano -, serve per contenere i costi salariali e aumentare il valore dei prodotti immessi nei mercati internazionali.