di Iene Anarchiche e Insectionals
Da quando si è insediato il governo Meloni, alcuni ministeri sono stati rinominati per soddisfare i gruppi di elettori e i cartelli economici annessi. Tra i vari cambiamenti troviamo il Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali convertito in “Agricoltura e Sovranità alimentare”. L’attuale capo del ministero, nonché inquilino del Palazzo dell’Agricoltura, è Francesco Lollobrigida di Fratelli d’Italia.
Questo cambio di nome è stato ben accolto, fin dagli albori del governo Meloni, da alcune e rinomate categorie e fondazioni del settore agricolo, quali:
Ettore Prandini, presidente di Coldiretti: «un impegno per investire nella crescita del settore, estendere le competenze all’intera filiera agroalimentare, ridurre la dipendenza dall’estero, valorizzare la biodiversità del nostro territorio e garantire agli italiani la fornitura di prodotti alimentari nazionali di alta qualità. La pandemia prima e la crisi energetica ora hanno dimostrato la centralità del cibo e l’ importanza di garantire l’ autonomia alimentare del Paese in uno scenario globale segnato da distorsioni commerciali, accaparramenti e speculazioni che mettono a rischio gli approvvigionamenti. Ottimizzare l’impiego dei fondi del Pnrr e ammodernare la rete logistica, difendere i 35 miliardi di fondi europei per l’agricoltura, combattere l’etichetta Nutriscore, l’arrivo del cibo sintetico in tavola e gli accordi internazionali sbagliati che penalizzano il Made in Italy ma anche fermare l’invasione di cinghiali e realizzare un piano invasi per garantire acqua in tempi di siccità sono gli impegni che ci aspettiamo dal nuovo Governo […]»1
Gennaro Sicolo, presidente di “Italia Olivicola”: «la Sovranità alimentare vuol dire dare valore alle produzioni locali e alla biodiversità, produrre in casa ciò che si può produrre e ciò di cui abbiamo bisogno, raggiungere l’autonomia e ridurre la dipendenza dalle importazioni superflue che spesso danneggiano le produzioni italiane. È un aspetto tornato d’attualità a seguito degli effetti sugli approvvigionamenti dovuti al conflitto russo-ucraino. A nome di Italia Olivicola rivolgo un augurio di buon lavoro a questo nuovo governo, nato in tempi record, al ministro Francesco Lollobrigida che ha il compito di dare nuovo vigore al settore e a Giorgia Meloni, che ha infranto il tabù di Premier donna a Palazzo Chigi e che auspichiamo possa dare corpo a provvedimenti in linea con questa rivoluzione anche lessicale che ha fortemente voluto.» 2
E, infine, Luigi Scordamaglia, consigliere delegato della fondazione “Filiera Italia”3 («Un Ministero centrale che dovrà gestire fondi e partite importanti per il futuro del settore siamo certi che il nuovo ministro, che ha già mostrato di condividere l’impegno e la determinazione delle nostre battaglie, ci consentirà di vincere la sfida di mettere il settore al centro della crescita del Paese».4) e sia Barbara Nappini, presidente di Slow Food Italia («La sovranità alimentare non è sinonimo di autarchia: è il diritto dei popoli a determinare le proprie politiche alimentari senza costrizioni esterne legate a interessi privati e specifici. È un concetto ampio e complesso che sancisce l’importanza della connessione tra territori, comunità e cibo, e pone la questione dell’uso delle risorse in un’ottica di bene comune, in antitesi a un utilizzo scellerato per il profitto di alcuni».5)
Queste retoriche governative e agro-borghesi rappresentano una sorta di religione o deificazione della difesa della proprietà e della valorizzazione di prodotti e lavorazioni annesse locali-nazionali.
Il sovranismo come arma del Capitale e dello Stato
Nel mondo globalizzato e neoliberista odierno, la sovranità viene utilizzata per affermare, a livello politico-mediatico, la conservazione e l’integrità nazionale, culturale e (soprattutto) economica di un determinato Stato.
Di conseguenza, questa affermazione diviene un’opposizione agli organismi sovranazionali quali NATO, Unione Europea etc che, secondo gli attori politici ed economici di un determinato territorio, danneggerebbero la sovranità o l’integrità di uno Stato.
Questi discorsi sovranisti si rivolgono ai cittadini suggerendo che la soluzione alle sfide globali risiede nel ripristino della sovranità all’interno di confini chiusi. Secondo l’argomentazione sovranista, una dimensione territoriale più ristretta e identificabile consentirebbe ai cittadini di comprendere e controllare meglio i processi decisionali – rispetto all’attuale dispersione dei poteri dati da enti sovranazionali.
In questo senso, la richiesta di un cosiddetto “ritorno alla sovranità statale ed economica” diviene un ottimo viatico elettorale ed economico per tutte le istituzioni coinvolte in questo tipo di operazioni.
Nel caso dell’alimentazione, fondamentale per la sopravvivenza umana, essa viene usata dai governanti e imprenditori in contesti di crisi politico-economica. Così troviamo gli agricoltori (o “padroncini”) che protestano perchè arrivano frutta, verdura e ortaggi di dubbia qualità e a prezzi irrisori da paesi dell’area del Mediterraneo meridionale (Spagna e Marocco in primis); o gli allevatori che dissentono sull’arrivo di capi di animali dai paesi dell’Est e dell’Europa Centrale (Ungheria, Romania e via dicendo).
Tutte queste parti economiche, nella loro dialettica e strategie di marketing, concordano e portano avanti la questione che, detto in modo triviale, “se un alimento non è italiano (inteso come nato, trasformato e distribuito qui in Italia) allora è merda”.
E a far eco a questo modo di ragionare vi è, per l’appunto, l’attuale inquilino del Palazzo dell’Agricoltura a Roma; tra le sue ultime uscite troviamo questa perla sulla richiesta di modificare l’Articolo 32 della Costituzione: «Chiederemo di aggiungere questo passaggio: ‘la Repubblica garantisce la sana alimentazione del cittadino. A tal fine persegue il principio della sovranità alimentare e tutela i prodotti simbolo dell’identità nazionale’. È un dovere non della destra, non della sinistra, ma di tutti gli italiani».6
Questo sovranismo, che potremo definire tranquillamente come “sovranismo alimentare”, è un fenomeno che nell’era della globalizzazione spopola all’interno, come detto poc’anzi, dei partiti e comparti economici nazionali.7 Il privilegio economico, ottenuto attraverso i riconoscimenti regionali, nazionali ed europei (i marchi registrati come DOP, DOC, IGP, IGT etc) e i personaggi politici saliti sugli scranni nazionali ed europei, viene difeso non solo con la retorica dialettica ma anche con le norme securitarie ad hoc. E in quest’ultimo caso, Lollobrigida e alleati si stanno dimostrando dei degni difensori dell’assetto capitalistico agro-alimentare italiano, reprimendo chi non concorda la loro linea con il “Decreto Agricoltura.”
I decreti ecocidi e repressivi
Se inizialmente il Decreto Agricoltura era stato bloccato dal Quirinale – e aveva fatto ben sperare in una ritrattazione o, quanto meno, in un blocco definitivo della proposta in oggetto -, alla fine il presidente Mattarella ha firmato.8
A quanto pare il decreto voluto dal ministro Lollobrigida presentava inizialmente delle incongruenze legate ai pannelli solari, spostamento di un corpo dei carabinieri dal Ministero dell’Ambiente a quello dell’Agricoltura e accorpamento del Sistema informativo nazionale per lo sviluppo dell’agricoltura (Sin) nell’Agenzia per le erogazioni in agricoltura (Agea).
Nessuna criticità da parte del Quirinale sull’aspetto distruttivo e repressivo di questo decreto – il quale collide con l’Art. 9 della Costituzione, ovvero la tutela, in linea molto teorica9, dell’ambiente, della biodiversità e degli animali non umani.
Con l’attuale norma voluta fortemente dall’inquilino più importante del Palazzo dell’Agricoltura, adesso invece si “darà carta bianca a bracconieri, cacciatori e filiera zooagroalimentare.”10
Dall’altro lato, saranno in difficoltà lu attivistu perchè questo decreto tende ad inasprire la presa sulle mobilitazioni – una cosa già vista nell’ultimo anno con l’equiparazione propagandistica “ecoattivisti = ecoterroristi”.
Altro aspetto che si scontra non poco con la legittimità di manifestare pubblicamente, sempre parte di quei diritti che dovrebbero essere garantiti e tutelati dalla “nostra” Costituzione.
Questo decreto infatti prevede, tra le altre cose, che chi ostacolerà le operazioni di abbattimento degli animali (in particolare quelli “d’allevamento”), come accaduto in data 20 Settembre 2023 al rifugio Cuori Liberi di Sairano, sarà soggetto a identificazione, sanzioni e fermo in caserma anche fino a 24 ore.
Il disturbo di una battuta di caccia, così come del lavoro dell’esercito, che d’ora in avanti potrà essere impiegato anche per abbattere degli animali “selvatici”, rientra in questa prospettiva.
Sempre per la questione venatoria, abbiamo anche in sospeso il decreto di liberalizzazione della caccia, proposto dal deputato Francesco Bruzzone.
Il progetto prevede, in questo caso, uno stravolgimento degli articoli contenuti nella legge 11 febbraio 1992, n. 157 che tutela la fauna selvatica, basato sui principi di protezione e conservazione delle specie e, quindi, limita in tal senso il fenomeno venatorio.
Il decreto Bruzzone 11, tra le varie criticità, presenta la legittimità nel cacciare tutti i giorni della settimana, sostituendo il precedente limite di tre giorni a persona, nonché il limite generale posto a cinque giorni su sette per garantire il “silenzio venatorio”, cioè la quiete pubblica, del martedì e del venerdì.
Si aggiunge a questo anche un discorso di sicurezza pubblica: sappiamo bene quanto non sia sicuro passeggiare nei territori non urbanizzati frequentati dai cacciatori. Dai dati che si registrano annualmente12, le persone ferite e / o uccise da questi Orione di mitologica memoria è indice di quanto la caccia sia un pericolo anche per gli esseri umani.
Un altro dato allarmante è la trasformazione del calendario venatorio da annuale a quinquennale che avrà certamente un esito disastroso in termini di conservazione delle specie a rischio e di valutazione dei numeri dei soggetti presenti nei territori non urbanizzati.
Un’altra questione riguarda invece l’impiego dei cosiddetti “richiami vivi”: la proposta di legge, infatti, non garantisce che l’animale usato come richiamo vivo non sia stato prelevato dal proprio habitat – prima del decreto, era legittimo il richiamo vivo solo se nato in cattività.
Basterà che il venditore, quindi, lo dichiari come nato in cattività, senza ulteriori passaggi, per venderlo come tale.
Per farla finita una volta per tutte
Con uno scenario del genere dove la parte politica e quella economica si sostengono a vicenda, chi ne fa le spese sono gli animali non umani e le persone oppositrici a questo stato di cose.
La caccia, vista dai novelli Orione o cultori della morte come una tradizione, sport, socialità, sostenibilità, salvaguardia dei territori e altre amenità del genere, rappresenta in tutto e per tutto la crudeltà del dominio – in particolare sul modellare e distruggere parte e / o interi ecosistemi. Per le persone cacciatrici, il soddisfacimento di questa violenza non è, come penserebbero in molti, derivante da una mera e banale forma di frustrazione o di impotenza sessuale. Anzi.
Come scrive Brian Luke, i cacciatori “in genere godono sia delle relazioni sessuali con altre persone sia dell’erotismo della caccia e dell’abbattimento di animali selvatici. All’interno delle strutture sociali patriarcali, la disposizione a provare piacere sessuale nel dominare e distruggere altri esseri viventi è una parte normale dell’appagamento maschile.”13
Quindi durante queste fasi predatorie, “l’uomo ritorna,”, scrive Fromm, “anche se per poco, parte della natura; ritorna allo stato naturale, tutt’uno con gli animali, liberato dal peso della frattura esistenziale: essere parte della natura e trascenderla in virtù della propria consapevolezza. Mentre dà la caccia, lui e l’animale sono eguali, anche se alla fine l’uomo rivela la sua superiorità nell’uso delle armi.” 14
La normalizzazione di questa pratica sbilanciata a favore dell’essere umano, in un momento storico e posizione geografica urbana dove il cibo (vegetale e animale) si trova per lo più in determinate strutture distributive, sottolinea maggiormente e veemente la questione della crudeltà (e aggiungiamo aggressività) all’interno di questo dominio che potremo definire come “andro-antropocentrico”.
Le norme e le leggi, così come la cultura, all’interno di una struttura violenta monopolista (lo Stato), non sono altro che dei mezzi di soddisfacimento, in determinati periodi storici, di una parte a discapito di un’altra. A noi spetta riportare e ribaltare uno stato di cose del genere.
Appendice
Comunicato Rete dei Santuari di Animali Liberi
E così, ancora una volta, questo Governo, nella persona del Ministro Lollobrigida sferra l’ennesimo atto di guerra nei confronti degli animali.
Dopo le recenti affermazioni secondo le quali il Ministro definisce l’ umano “unico essere senziente”, ora nel suo mirino finiscono attivist3 che difendono i diritti animali, i maiali e qualsiasi altro animale non umano.
Lunedì, all’approvazione del Consiglio dei Ministri, un decreto legge voluto da Lollobrigida che mira a passare i Carabinieri Forestali ed il SOARDA ( nucleo che si occupa di contrasto e repressione del Bracconaggio e che finora ha collaborato con associazioni animaliste ed ambientaliste) sotto al controllo del Min. dell’Agricoltura , così da averne pieni poteri e ed agevolare il mondo venatorio.
Inoltre, sempre nel decreto legge compaiono delle misure contro gli animalisti, l’utilizzo dell’esercito per l’uccisione Indiscriminata di maiali e cinghiali con il fine (secondo la loro logica) di contrastare la diffusione della PSA.
Milioni di euro pubblici quindi, finiranno nelle tasche dei cacciatori, degli allevatori e degli operatori della filiera alimentare, anziché essere destinati al controllo faunistico, allo studio ed alla ricerca.
Per l’ennesima volta questo Governo si schiera a favore di una lobby assassina, nonostante il parere di etologi , zoologi e di Ispra, secondo i quali nonostante le uccisioni indiscriminate effettuate fino ad ora non abbiamo prodotto nessun decremento della popolazione.
Ma non è finita qui.
Lollobrigida dispone per tutte le attivist3 che contrastino in qualsiasi modo le attività di abbattimento degli animali, il loro trasferimento in caserma, l’identificazione e la possibilità di essere trattenute fino a 24h.
Tutto questo è una vera e propria guerra agli animali, all’ambiente e alla biodiversità, nonché l’ennesimo attentato nei confronti della vita e della libertà.
L’aggressione va a braccetto con la repressione continua e costante di un governo che favorisce l’oppressione dei diritti in una logica del tutto incontrollata e alla deriva.
Siamo molto preoccupat3, ma non ci fermiamo e non molliamo nonostante tentino in ogni modo e con ogni mezzo di distruggerci.
Note
1“Governo: bene il Ministero della Sovranità alimentare”, coldiretti.it, 22 Ottobre 2022. Link: https://www.coldiretti.it/economia/governo-bene-il-ministero-della-sovranita-alimentare
2“Buon lavoro a Ministro Agricoltura, sovranità alimentare tema caro alle comunità agricole”, italiaolivicola.it, 22 Ottobre 2022. Link: https://www.italiaolivicola.it/in-evidenza/buon-lavoro-a-ministro-agricoltura-sovranita-alimentare-tema-caro-alle-comunita-agricole/
3La fondazione “Filiera Italia” è una vera e propria lobby composta da aziende energetiche, associazioni di categoria agroalimentari e marchi della Distribuzione Organizzata che, dal 2018, hanno come obiettivo la difesa del cosiddetto “Made in Italy” e della “sovranità alimentare italiana”. Soci di “Filiera Italia”: https://www.filieraitalia.it/soci/
4“Governo. Filiera Italia: “Buon lavoro al ministro Lollobrigida e all’intero esecutivo, centrale il tema della sovranità alimentare””, Agenparl.eu del 22 Ottobre 2022. Link: https://agenparl.eu/2022/10/22/governo-filiera-italia-buon-lavoro-al-ministro-lollobrigida-e-allintero-esecutivo-centrale-il-tema-della-sovranita-alimentare/
5“Nappini, Slow Food: «La sovranità alimentare è un diritto che riguarda tutti gli individui, quanto mai attuale oggi»”, slowfood.it del 22 Ottobre 2022. Link: https://www.slowfood.it/comunicati-stampa/nappini-slow-food-la-sovranita-alimentare-e-un-diritto-che-riguarda-tutti-gli-individui-quanto-mai-attuale-oggi/
6Lollobrigida: “Inserire la sovranità alimentare in Costituzione è un dovere di tutti”. Link: https://www.repubblica.it/il-gusto/2024/04/27/news/lollobrigida_inserire_sovranita_alimentare_nella_costituzione-422739272/
7Per avere un quadro della questione si vedano: “Sovranismo agroalimentare siciliano”, Gruppo Anarchico Chimera, 30 Maggio 2018. Link: https://gruppoanarchicochimera.noblogs.org/post/2018/05/30/sovranismo-agroalimentare-siciliano/ ; la prima ed unica parte di “Mangimi, speculazioni e animali allevati”, Gruppo Anarchico Galatea, 14 Marzo 2022. Link: https://gruppoanarchicogalatea.noblogs.org/post/2022/03/14/mangimi-speculazioni-e-animali-allevati-prima-parte/ ; il paragrafo “Stragi in nome del capitale” in “A come Aviaria”, Gruppo Anarchico Galatea, 30 Maggio 2022. Link: https://gruppoanarchicogalatea.noblogs.org/post/2022/05/30/a-come-aviaria/
8“Disattese le nostre aspettative,” Rete dei Santuari di Animali liberi, 15 Maggio 2024. Link: https://www.facebook.com/photo.php?fbid=454254833923030&set=a.246184924730023&type=3&mibextid=WC7FNe&rdid=wWloC2wtn8LQJkxn&share_url=https%3A%2F%2Fwww.facebook.com%2Fshare%2FWnsthg2jPNqgPFWc%2F%3Fmibextid%3DWC7FNe
9I disastri industriali e ambientali avvenuti negli ultimi 70 anni (Vajont, Seveso, Poli petroliferi siciliani e veneti, trafori ferroviari per l’Alta Velocità/Appennino tosco-emiliano, Eternit/Casale Monferrato, Bagnoli, Taranto etc) dimostrano come questo articolo sia una mera ammonizione legale e lavata di mani politica verso quelle società che distruggevano (e distruggono tuttora) interi territori per scopi di profitto e mercificazione.
10“Il piano Lollobrigida. L’esercito contro i cinghiali”, M. Reggio, Rewriters, 2024. Link: https://rewriters.it/il-piano-lollobrigida-l-esercito-contro-i-cinghiali/
12Nell’ultimo report dell’Associazione vittime della Caccia (periodo preso in considerazione: 1 Settembre 2023-31 Gennaio 2024), risultano 68 vittime totali (12 mortali e 56 ferite) tra cacciatori e non cacciatori. Link:https://www.vittimedellacaccia.org/dossier-2023-2024-dati-e-grafici-intro/
13Luke Brian, “Brutal: Manhood and the Exploitation of Animals”, University of Illinois, 2007, pagg 86-7
14Fromm Erich, “Anatomia della distruttività umana,” Mondadori, Milano, 1983