Trascrizione e traduzione dell’intervento. Si ringrazia Fabio per la testimonianza reperita e il lavoro di trascrizione.
Dalle vaste e diverse geografie dell’Argentina portiamo con noi le voci e le rivendicazioni dei nostri territori. Una voce latente, resistente e millenaria che i governi e le imprese vogliono ignorare e zittire.
Veniamo dalle province di Jujuy, Mendoza, Catamarca per dire basta al modello estrattivista e neo-colonizzatore proposto come la presunta chiave che garantisce una transizione energetica giusta e sostenibile. Che giustizia può venire da questa transizione se la stessa significa appropriazione culturale, criminalizzazione, violazione dei diritti umani e devastazione della nostra Madre Terra?
Nel 2023 l’Unione Europea ha firmato un protocollo d’intesa con l’Argentina sulle materie prime strategiche e critiche: l’obiettivo è garantire l’approvvigionamento di litio, rame e altri minerali fondamentali per la loro presunta transizione energetica verde. Lo stesso anno, l’Unione Europea ha approvato la legge sulle materie prime critiche e attivato il Global Gateway Investment Agenda (GGIA). Questa mossa è servita come strategia per assicurare, presumibilmente, le catene di approvvigionamento sicure, sostenibili e resilienti.
Successivamente, nel Dicembre del 2024, i governatori di Jujuy, Mendoza e Catamarca si sono riuniti con le varie autorità dell’Unione Europea per promuovere gli investimenti minerari nel nostro territorio – in nome di una presunta transizione energetica verde e di sviluppo e progresso locale.
Però lo hanno fatto senza la partecipazione cittadina e violando così la consulta preliminare, libera e informata dei popoli indigeni – tutti diritti riconosciuti dalla Costituzione e dalle convenzioni in Argentina.
Nel frattempo, la narrativa ufficiale dei governi provinciali e nazionali argentini allude alla possibilità di sviluppare delle miniere sostenibili o “miniere verdi” tramite il potenziale di estrazione e gli incentivi agli investimenti. Questi ultimi sono dati dal nefasto e incostituzionale “regime di incentivi ai grandi investimenti”, conosciuto come RIGI
Niente viene detto sui popoli indigeni, né sui nostri diritti. Non si menziona l’acqua che si perde nei territori profanati, né la violenza e la criminalizzazione che si esercitano per rendere possibile questa transizione.
Nel Nord-Ovest dell’Argentina, intere comunità vengono sfrattate dai loro territori ancestrali e private della risorsa vitale dell’acqua. Quest’ultima serve per estrarre il litio, alimentando così la costruzione di batterie per le auto elettriche di aziende come Tesla – la quale vende al mondo una presunta transizione verde mentre nel nostro territorio lascia miseria, inquinamento e desolazione.
In nome di una crisi climatica che non abbiamo provocato, ma di cui siamo vittime, oggi vogliono renderci complici involontari di una presunta transizione energetica giusta, garante dei diritti umani, dell’ambiente e delle popolazioni indigene. Dalle comunità di Malargüe a Mendoza, dal bacino di Salinas Grande e Laguna de Guayatayoc a Jujuy e da Andalgalá a Catamarca diciamo No ad una transizione energetica a spese dei nostri corpi e territori. Non c’è licenza sociale collettiva, né consenso libero e informato sullo sviluppo del modello estrattivo e neo-coloniale proposto dal governo argentino e promosso dall’Unione Europea.
Chiediamo il rispetto dei diritti umani, l’accesso all’informazione, la partecipazione e la giustizia in materia ambientale, nonché il rispetto e la garanzia dei diritti all’autodeterminazione, alla partecipazione effettiva e alla consultazione preventiva, libera e informata delle popolazioni indigene.
Basta con la persecuzione, la criminalizzazione e l’uccisione dei difensori dell’ambiente e delle comunità indigene. Non vogliamo essere una zona di sacrificio. Siamo sempre stati e saremo sempre in difesa della vita, dell’acqua, delle nostre saline, delle montagne, dei fiumi e dei ghiacciai; della nostra biodiversità e del nostro ecosistema, delle nostre culture ancestrali e millenarie, dei nostri animali e di tutti gli esseri viventi che si trovano nei nostri territori.
In difesa e in resistenza dei nostri fratelli e sorelle, pour notre pachamama, madre terra.