Traduzione dell’articolo “Robert Fico, Slovakia’s man who lives for vengeance”
Per molti anni, poche persone hanno prestato attenzione al Primo Ministro slovacco Robert Fico fino a quando l’omicidio di un giornalista non ha portato alla sua caduta, rilevando un groviglio corruttivo all’interno della sua amministrazione. Ora, dopo essere tornato in auge – tra teorie cospirazioniste sul COVID-19 e le narrazioni filo-russe -, sembra che stia dando la caccia ai suoi presunti nemici: i media indipendenti, l’opposizione politica e le forze dell’ordine non corrotte.
In una scena che ricorda più un film di Guy Ritchie che una conferenza stampa ufficiale, il Primo Ministro slovacco Robert Fico era rimasto in piedi davanti ad un tavolo a fissare l’enorme mucchio di denaro. In tutto le banconote pesavano circa 30 chilogrammi.
“Signore e signori, davanti a me vi è un milione di euro”, ha detto Fico alle telecamere. “Questa ricompensa è destinata ai coraggiosi che hanno delle informazioni e si rivolgono alla polizia o riferiscono di essere a conoscenza di questo crimine.”
Solo due giorni prima, il giornalista investigativo 27enne Ján Kuciak e la sua fidanzata, Martina Kušnírová, erano stati trovati uccisi a colpi di pistola nella loro casa. Il corpo di Kuciak giaceva sulle scale, colpito al cuore; Kušnírová, invece, era stata trovata in cucina, con il portatile ancora aperto sui siti web che mostravano degli abiti da sposa. Kuciak aveva raggiunto la notorietà grazie alle indagini sugli affari finanziari illeciti degli oligarchi e dei magnati – i quali avevano prosperato sotto Fico. I suoi servizi coraggiosi su questi intoccabili – conosciuti come “la nostra gente” in Slovacchia – ha portato alla morte del giornalista e della fidanzata.
Migliaia di persone si sono riversate nelle strade delle città di tutto il Paese per chiedere giustizia sulle uccisioni avvenute – proteste che non si vedevano dalla Rivoluzione di Velluto del 1989. Gran parte della rabbia era rivolta verso Fico e il suo governo, incapace di affrontare il problema della corruzione e del clientelismo.
La sconsiderata offerta di Fico di un milione di euro per delle informazioni – i netizens avevano subito paragonato la conferenza stampa ad una scena della serie Netflix Narcos -, aveva solo alimentato l’indignazione pubblica. Meno di tre settimane dopo, nel Marzo 2018, Fico era stato costretto a dimettersi.
Le indagini ufficiali condotte negli anni successivi, hanno portato alla luce un groviglio corruttivo all’interno dell’amministrazione di Fico. Più di 130 funzionari e uomini d’affari legati al primo ministro sono stati accusati di corruzione e traffico di influenze1, e decine sono stati condannati finora. Lo stesso Fico è stato accusato di aver gestito un’organizzazione criminale all’interno del governo – la quale avrebbe manipolato contratti pubblici e ottenuto illegalmente delle informazioni da utilizzare contro i propri rivali politici.
Tuttavia, nemmeno questo è bastato a far crollare Fico. L’anno scorso è stato rieletto primo ministro per la quarta volta, diventando così il politico più longevo della storia della Slovacchia.
In passato, aveva avuto ripetutamente successo grazie al carisma personale, alle promesse populiste e al presentarsi come un politico competente e determinato che offriva stabilità – differenziandosi dai partiti di centro-destra che gli si opponevano. Molte delle sue vittorie elettorali sono arrivate dopo le elezioni lampo – chiamate dopo le [crisi di governo] del centro-destra.
Ma per vincere questa volta, ha dovuto fare tutto il possibile. E ora sembra che Bruxelles sia nel suo mirino.
La crescita
Fico era stato eletto per la prima volta nel 1992 come deputato dell’ex Partito Comunista Slovacco. Sette anni dopo, aveva dato vita a “Direzione-Socialdemocrazia” (Smer-SD) che si posizionava come “terza via” tra gli autocrati degli anni ’90 e i riformisti di destra.
Gli anni successivi erano stati difficoltosi: Bratislava attuava le riforme necessarie per entrare nell’Unione Europea e nella NATO, tagliando il debito del Paese, liberalizzando l’economia e rafforzando lo Stato di diritto. Ma queste riforme avevano dato i loro frutti non appena la Slovacchia era entrata nell’UE nel 2004: il PIL era cresciuto e gli investimenti stranieri e i fondi UE erano arrivati.
Tuttavia, la popolazione si era stancata delle riforme. È proprio in quel momento che il governo riformista era crollato e Smer-SD aveva vinto le elezioni lampo del 2006, dando a Fico il controllo del Paese – in una coalizione con due controversi partiti minori.2
Ma secondo le intercettazioni trapelate, Fico stava già preparando dei piani prima di entrare in carica. Nelle intercettazioni, registrate dai servizi segreti slovacchi nel 2005 e nel 2006, vi erano i dettagli degli incontri riservati tra un magnate controverso e diversi politici. Dalle intercettazioni risultava che Fico discutesse di vari potenti uomini d’affari – da lui descritti come “sponsor” segreti di Smer-SD -, e dei loro numerosi affari con lo Stato.
Sebbene Fico e gli altri nominati nelle trascrizioni avessero cercato di minimizzare la fuga di notizie, il cosiddetto “Caso Gorilla” era diventato il più grande scandalo politico nella storia della Slovacchia fino ad oggi – specie quando un riassunto delle registrazioni era stato pubblicato alla fine del 2011. Le nuove rivelazioni del caso erano continuate nel decennio successivo.
La notizia delle intercettazioni era emersa nel periodo precedente alle elezioni lampo del 2012. Smer-SD aveva vinto il voto due anni prima; ma non era riuscito a formare una coalizione e il governo di centro-destra – che ne aveva preso il posto -, era caduto. Nonostante lo scandalo, Smer-SD aveva ottenuto la maggioranza assoluta in Parlamento. Quattro anni dopo, il partito aveva vinto nuovamente le elezioni generali e formato un governo di coalizione con il partito slovacco-ungherese “Most-Híd” e il nazionalista SNS.
Ma mentre Fico era sopravvissuto ad uno scandalo, le conseguenze degli omicidi di Kuciak e Kušnírová avrebbero rappresentato la sua (temporanea) rovina.
La caduta
Le loro uccisioni, avvenute il 21 Febbraio 2018, avevano scosso le fondamenta della Repubblica slovacca. La polizia aveva annunciato che le indagini di Kuciak avevano portato, molto probabilmente, alla morte di lui e della fidanzata – la prima volta, nella storia del paese, che un giornalista veniva assassinato per il suo lavoro.
Una settimana dopo, decine di migliaia di persone si erano riunite a Bratislava e in altre 27 città e paesi della Slovacchia, chiedendo le dimissioni di Fico. Con la rabbia pubblica in aumento, la folla era cresciuta e, all’inizio di Marzo 2018, nella solo a Bratislava si erano radunate più di 60.000 persone – un numero superiore rispetto alle proteste che avevano rovesciato la dittatura comunista cecoslovacca nel 1989.
Gran parte della rabbia era diretta contro lo stesso Fico. Il primo ministro aveva avuto un lungo rapporto ostile con i media – i quali, nel corso degli anni, avevano rivelato una miriade di scandali all’interno del suo partito. In un’occasione (2016, ndt) Fico aveva pubblicamente definito lu giornalistu “sporche prostitute antislovacche.”
Karolína Farská, una delle organizzatrici della protesta – e che oggi coordina una piattaforma per la sicurezza dellu giornalistu -, aveva affermato come Fico avesse favorito una cultura dell’impunità, facendo sì che le persone vicine al governo si sentissero al di sopra della legge.
“Per anni, [il governo] ha creato l’ambiente della “nostra gente”, un contesto dove non ci sono problemi se viene ordinato l’omicidio di un giornalista”, ha detto.
Fico aveva cercato di contrattaccare attraverso delle teorie cospirative – ovvero che le proteste erano state orchestrate dal miliardario filantropo ungherese-americano George Soros.
Ma la pressione era troppo forte. Il 15 Marzo Fico si era dimesso da primo ministro. Per anni avrebbe descritto gli eventi di quella primavera come un colpo di Stato. Anche dopo aver rassegnato le dimissioni, Fico era rimasto ostile.
“Potete stare tranquilli. Non vado da nessuna parte. Intendo essere un capo attivo del mio partito”, aveva detto Fico al Presidente mentre rassegnava le dimissioni.
Smer-SD era rimasto al potere per i successivi due anni ma aveva subito pesanti perdite alle elezioni del 2020. I partiti di centro-destra, guidati dal movimento populista “Gente comune e personalità indipendenti” (OĽaNO), avevano preso il potere dichiarando che avrebbero “slegato” le mani della polizia e dato la caccia agli intoccabili che erano fioriti sotto Fico.
Nel 2020, molti credevano che Fico fosse finito.
Il crepuscolo
Subito dopo le elezioni, iniziava la caccia. Nei mesi e negli anni successivi, le forze dell’ordine slovacche avevano effettuato un’ondata di arresti verso quelli che erano considerati “la nostra gente”.
Più di 130 persone – giudici, agenti di polizia, agenti dei servizi segreti, funzionari dell’amministrazione fiscale, procuratori e potenti magnati dell’economia – erano state indagate per reati legati alla corruzione. Fino ad oggi, più di 40 di loro erano stati giudicati colpevoli.
Nell’Aprile 2022, Fico è stato accusato di abuso di ufficio pubblico e di essere il capo di un’organizzazione criminale – al cui interno erano inclusi l’ex presidente delle forze di polizia Tibor Gašpar, e un suo parente, l’oligarca Norbert Bödör.
Secondo gli investigatori, gli uomini avevano usato il loro potere per nominare persone fedeli all’interno dell’amministrazione statale e delle forze dell’ordine mentre Fico era primo ministro. Successivamente, avevano usato questa rete per arricchirsi, manipolando contratti pubblici, prendendo tangenti per fermare le indagini della polizia e minacciando i piccoli imprenditori con indagini fiscali o di polizia.
Nel frattempo, secondo gli inquirenti, Fico avrebbe usato l’organizzazione per scoprire in modo illegale i segreti dei suoi avversari politici – usati successivamente contro di loro.
Tutti e tre gli uomini avevano respinto le conclusioni dell’indagine; Fico aveva definito tutta questa operazione una “caccia alle streghe”.
Ma l’operazione – denominata in codice “Súmrak”, o “Crepuscolo” – aveva incontrato un ostacolo quando si era trattato di portare Fico in tribunale. Poiché all’epoca era ancora un deputato in carica, gli investigatori avevano bisogno che il Parlamento slovacco revocasse l’immunità di Fico prima di poterlo mettere in custodia cautelare.
La coalizione di centro-destra al governo, guidata dal partito anti-establishment “OĽaNO”, era già afflitta da lotte intestine quando la questione era stata messa ai voti nel Maggio 2022. Sebbene avessero vinto le elezioni precedenti con la promessa di sradicare la corruzione dell’era di Fico, diversi parlamentari della coalizione si erano astenuti e la votazione si era arenata, facendo precipitare il governo in un’ulteriore crisi.
A Novembre, il procuratore generale, nominato dall’ “OĽaNO”, aveva ritirato le accuse contro Fico e i suoi presunti complici. Un mese dopo, il governo aveva perso un voto di sfiducia in parlamento. Di conseguenza, erano state indette le elezioni lampo per il Settembre 2023.
La rinascita
Mentre il governo “anti-Smer” era consumato dalle lotte intestine, Fico aveva approfittato degli anni passati al freddo per riguadagnare popolarità. Quando la pandemia COVID-19 si era diffusa nel 2020, questa era stata il veicolo perfetto per l’ex primo ministro nel fomentare la rabbia contro coloro che lo avevano spodestato.
Sfidando le restrizioni di isolamento, “Smer-SD” aveva organizzato delle proteste di piazza contro il governo. Nei suoi commenti pubblici, Fico aveva definito la vaccinazione obbligatoria una “disgustosa idea fascista”, affermando che l’influenza comune era più pericolosa del COVID-19.
Era apparso più volte sui canali di disinformazione che diffondevano le cospirazioni sul COVID e sulla propaganda russa. Aveva persino rilasciato un’ “intervista” al noto suprematista bianco e antisemita slovacco Danny Kollar – il quale ha tre mandati di cattura internazionali per doxxing ed estremismo nazi-fascistoide.
Lo stesso Fico aveva utilizzato un vocabolario sempre più radicale, prendendo di mira i liberali, i progressisti, i rifugiati, l’ “ideologia di genere” e la comunità LGBT. Non c’è voluto molto prima che i media cechi definissero l’ex politico di sinistra un “estremista populista”.
Fico era stato anche aiutato da uno dei suoi più stretti alleati, il leader della destra ungherese Viktor Orbán. Da un’inchiesta condotta dall’agenzia di stampa “Vsquare”, si è scoperto che i principali funzionari della campagna elettorale di Orbán avevano segretamente consigliato a Fico la sua strategia politica in vista delle elezioni del 2023 – dove “Smer-SD” aveva fatto una campagna contro l’immigrazione illegale.
Nel frattempo, erano stati creati dal governo ungherese gli annunci sull’immigrazione che prendeva di mira la Slovacchia e diversi altri Paesi. Questi annunci erano stati visualizzati 1,8 milioni di volte su YouTube. Secondo il portale investigativo ungherese “Direkt36”, con queste notizie erano state raggiunte il 29%-33% delle persone slovacche.
Ha funzionato.
Nel 2023, “Smer-SD” ha vinto nuovamente le elezioni slovacche, formando una nuova coalizione guidata da Fico e comprendente, ancora una volta, il nazionalista SNS e Hlas-SD (un partito che si era originariamente separato da Smer dopo la sconfitta elettorale del 2020). Oggi è ancora al potere.
La vendetta
Nel 2021, un nuovo scandalo causato dalle intercettazioni aveva travolto gli alleati di Fico. Tra le registrazioni degli uomini potenti che pianificavano come sviare le indagini penali e giuravano rappresaglie contro i propri nemici, spiccava una dichiarazione di Fico: durante una riunione riservata con un gruppo di politici ed avvocati, disse che “risparmia sempre il dieci per cento delle [sue] energie per la vendetta”.
I suoi piani sono diventati subito evidenti dopo l’insediamento del suo nuovo governo (25 Ottobre 2023).
Due giorni dopo, il nuovo ministro degli Interni ha sospeso gli investigatori di polizia dell’unità d’élite dell’Agenzia Nazionale Anticrimine – la quale aveva indagato su molti dei casi a sfondo politico che riguardavano Fico e le persone a lui vicine.
Il governo di Fico ha anche abolito l’Ufficio del Procuratore Speciale – il quale ospitava molti dei procuratori che avevano supervisionato quei casi. I due procuratori che avevano condotto le indagini sugli omicidi di Kuciak e Kušnírová sono stati riassegnati ad altri dipartimenti nel Marzo 2024 e si sono dimessi il mese successivo.
Nonostante le grandi proteste in diverse città slovacche, il parlamento ha anche approvato il nuovo codice penale dove le pene per atti corruttivi e crimini economici sono diminuite notevolmente e i termini di prescrizione per le denunce sono ridotte. (La riforma – che avrebbe favorito notevolmente le persone indagate per corruzione durante il precedente mandato di Fico – è attualmente sospesa dalla Corte Costituzionale).
Poi ci sono stati i media.
Fico ha interrotto ogni comunicazione con diversi grandi media del Paese, bollandoli come “media nemici” e minacciando di impedire allu loro giornalistu di entrare nell’Ufficio del Governo.
Il tabloid più influente è stato acquistato da un gruppo finanziario vicino a Smer-SD a pochi giorni dalle elezioni. A causa dei loro interessi commerciali nel settore pubblico, i proprietari della più grande emittente televisiva privata slovacca, “Markíza”, avrebbero fatto pressioni allu giornalistu affinché non criticassero troppo il nuovo governo.
Il governo, nel frattempo, sta preparando una nuova legge che abolirebbe l’emittente pubblica e la ricostituirebbe in un modo tale che i politici abbiano un controllo molto maggiore sulla sua produzione.
La colpa
Per molti anni, Bruxelles ha chiuso un occhio sulla retorica sempre più accesa di Fico. Nonostante la sua posizione populista e anti-immigrazione, egli era ancora considerato un partner pro-UE e pro-NATO sulla scena internazionale.
Sotto la sua guida, la Slovacchia ha aderito all’Area Schengen (2007) e all’Eurozona (2009). Quando la Russia ha annesso la Crimea nel 2014 e ha interrotto le forniture di gas all’Ucraina, è stato il governo di Fico a stabilire un flusso inverso di gas naturale per aiutare il vicino orientale.
A differenza del suo alleato Orbán, Fico non ha mai bloccato nessuna risoluzione dell’UE – comprese quelle che condannano la Russia – e ha votato in linea con il resto dei leader.
Tuttavia, ha sempre mantenuto una posizione favorevole verso la Russia rispetto a molti leader dell’UE – il che ha attirato crescenti critiche da parte di [questa entità sovranazionale]. Già nel 2014 aveva sostenuto che la guerra in Ucraina fosse in realtà una guerra tra Russia e Stati Uniti, criticando l’inefficacia delle sanzioni contro la Russia.
Nel Febbraio 2024, in occasione del secondo anniversario dell’invasione russa dell’Ucraina, Fico ha affermato che la guerra è stata scatenata dalla “furia dei neonazisti ucraini”. Quando il ministro degli Esteri slovacco ha incontrato il suo omologo russo una settimana dopo – il giorno in cui l’attivista antigovernativo Alexei Navalny, morto sotto la custodia russa, era stato sepolto – ha attirato critiche furiose da parte degli altri leader dell’UE.
Per la Repubblica Ceca – al momento il più stretto alleato della Slovacchia -, l’incontro è stato un passo troppo lungo. I Paesi sono stati creati nel 1993 dopo la dissoluzione pacifica della Cecoslovacchia e godono di una relazione speciale, simboleggiata dalle riunioni informali annuali dei loro gabinetti. Quest’anno, però, la parte ceca ha disdetto.
La reazione di Fico è stata dura: “Notiamo che il governo ceco ha deciso di minacciare [le relazioni tra i due Paesi; e questo] solo perché è interessato a sostenere la guerra in Ucraina, mentre il governo slovacco parla apertamente di pace”.
Ora sembra che Fico possa subire ulteriori contraccolpi. Secondo quanto riferito, la Commissione europea sta valutando la possibilità di trattenere i fondi a causa del giro di vite di Fico sullo stato di diritto e per il timore che questi soldi non siano sufficientemente protetti dalla corruzione.
Se la Commissione trattenesse i fondi – che, ironia della sorte, includono miliardi di euro stanziati attraverso il piano di ripresa post-covid dell’UE (e una parte di essi servono per finanziare le misure anti-corruzione) -, porrebbe il governo di Fico nello stesso lato dei leader di destra dell’Ungheria e del precedente governo polacco.
Sebbene non sia stato annunciato ufficialmente nulla, Fico ha già cercato di sfruttare la minaccia a suo vantaggio. Pochi giorni dopo che il candidato del governo è stato eletto alla presidenza della Slovacchia (Aprile 2024), il primo ministro ha pubblicato un video sulla sua pagina Facebook in cui affermava (senza prove) che la vittoria avrebbe portato ad una “punizione” da parte di Bruxelles.
“Non sarei affatto sorpreso se a causa del risultato delle elezioni presidenziali la Commissione europea bloccasse ora i nostri fondi per ragioni puramente politiche”, ha dichiarato.
Note
1Nel caso italiano, per traffico di influenze illecite si intende quello sfruttamento delle conoscenze influenti all’interno della Pubblica Amministrazione, il cui fine è ottenere favori e agevolazioni, spesso anche pagando somme di denaro. È normato dall’articolo 436 bis del codice penale.
2Nel 2006, il partito Smer-SD di Fico era salito per la prima volta al potere grazie alla coalizione formatasi tra quest’ultimo, il Partito Nazionale Slovacco (SNS) e il Movimento per la Slovacchia Democratica (HZDS) – guidato da Vladimír Mečiar ed ex primo ministro della Slovacchia degli anni Novanta. Questa scelta era stata criticata dai socialisti europei – in quanto vedevano l’HZDS e l’SNS come movimenti estremisti, nazionalisti e antidemocratici. Il Partito dei Socialisti Europei (PSE) aveva sospeso per 10 mesi la Smer-SD, affermando che “per noi non è accettabile l’SNS nella sua forma attuale politica e come parte della coalizione in cui ci sono i nostri membri.”